Coronabond: è arrivata la fine dell’Unione Europea?

Coronabond o Mes? Beh, poco importa tanto il conto da pagare sarà “alla romana”.

E’ questa la strada intrapresa dalla Merkel e dai Paesi del Nord, che non vogliono assolutamente pagare in futuro i debiti altrui.

Quindi questi ipotetici coronabond verranno emessi dall’Europa, ma a pagarli potrebbero essere gli Stati che ne faranno richiesta. Anche se in realtà, a pagarli dovrebbero essere tutti gli Stati membri.

Ma noi, di che Unione facciamo parte? Di quella Europea? Non ci sembra affatto.

La riunione degli Stati membri

E d’altronde cosa ci aspettavamo dalla Germania e dagli altri Stati, che ai tempi rifiutarono anche gli eurobond. Simile al coronabond, lo strumento finanziario doveva essere usato per uscire dalla crisi del 2009. Siamo sempre lì.

La Ue volta così le spalle all’Italia, ancora una volta, capitanata dalla Merkel e dagli alleati del Nord (che a quanto pare sono “vivi”, una volta ogni tanto si fanno sentire).

Nell’ultima riunione degli Stati membri, si è discusso dello strumento finanziario da utilizzare ma il dialogo con alcuni paesi è risultato inutile. Il Presidente del Consiglio Conte ha infatti rispedito al mittente le pseudo-proposte economiche e ha dato 10 giorni di tempo alla Ue per trovare una soluzione.

Ma che sia una soluzione giusta per tutti, e non solo per i “soliti ignoti”.

Cosa sono i coronabond?

I coronabond sono dei prestiti che l’UE mette a disposizione degli Stati membri, ideati appositamente per l’emergenza sanitaria in atto.

Si tratta di un meccanismo di distribuzione dei debiti tra i vari Stati dell’Eurozona. Verranno create delle obbligazioni del debito pubblico, il cui valore sarà differente da Paese a Paese.

Alla fine, a ripagare i coronabond non sarà lo stato a cui sono stati erogati, bensì tutta la Ue. Si tratta di un gesto di solidarietà che l’Unione Europea fa verso i propri stati membri. Utile anche a dimostrare la vera forza dell’Europa.

Attualmente la forza risulta infatti pochissima, dato che Germania, Olanda, Danimarca, Svezia ed altri paesi ancora non hanno alcuna intenzione di pagare i debiti altrui.

Nonostante facciano parte della stessà “comunità”.

Ma chi è che sta aiutando realmente l’Italia?

Ad affiancare l’Italia c’è stata sin dal primo minuto la Spagna, a cui si è aggiunta la simpatica Francia (che come sempre butta la pietra e nasconde la mano), ed altri 7 Stati membri.

Ma secondo le notizie dell’ultim’ora, Macron ci avrebbe ripensato, una telefonata con la Merkel sarebbe bastata a fargli cambiare idea (appoggiato d’altronde anche dall’Olanda).

I Tg di stamattina invece, confermano che la Francia si è schierata a fianco dell’Italia, e la sua posizione è irremovibile. Ma chi ci crede. Come quando poco tempo fa dichiararono il massimo appoggio al BelPaese, e dopo un giorno bloccarono le mascherine destinate all’Italia.

E citiamo anche l’Ungheria e la Polonia che hanno fatto la medesima cosa.

Una mano arriva dagli Stati extra-Ue?

La Ue ha voltato le spalle all’Italia, la solidarietà è pari a zero. Almeno parole di conforto arrivano dagli Usa, dove il Presidente Trump ha affidato la produzione di ventilatori polmonari a General Motors. La produzione sarà di 100.000 ventilatori, forse un po’ troppi, ma Trump è pronto ad inviarli anche all’Italia e agli altri paesi che ne avranno bisogno.



Gli Stati Uniti sembrano quindi disposti ad aiutarci, ma ci sembra strano che a tenderci la mano sia uno stato d’oltreoceano e non uno che fa parte della Ue. Notevoli aiuti arrivano infatti anche dalla Russia, altro Stato extra-Ue.

Per quanto riguarda invece la Cina, non sappiamo se ci stanno effettivamente aiutando o se ci stanno prendendo in giro, Pechino è da sempre una grande incognita. Uno Stato capace di nascondere la verità al proprio popolo, figuriamoci agli altri.

Domandate al Ministro degli Esteri Di Maio se non ci credete.

Anzi no, forse meglio di no.

 

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About Vincenzo F

Grande appassionato di economia e finanza, mi piace scrivere su mercati, indici, azioni, investimenti e tutto ciò che riguarda questo settore. Studio costantemente l'andamento dei mercati, e sono sempre alla ricerca di rialzi e ribassi. Ho fatto in tempo a comprare un monolocale e un pc. Tutto il resto l'ho investito.

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