L’occupazione di suolo pubblico si verifica quando un soggetto privato fa uso di uno spazio pubblico. Ovviamente per occupare lo spazio destinato alla collettività ogni azienda o impresa dovrà ottenere i permessi dal proprio Comune.
Questa può essere utile per ampliare i posti disponibili per bar o ristoranti (e quindi mettere tavolini all’aperto, sul marciapiede, ecc) o anche per realizzare mostre, stand e quant’altro.
L’occupazione di suolo pubblico comporta un utilizzo temporaneo di un determinato spazio di proprietà del Comune, che dovrà essere confinante con l’attività stessa e considerata un “prolungamento” di quest’ultima.
Grazie al Decreto Rilancio, sarà possibili chiedere l’autorizzazione al Comune, ed ottenere i permessi gratis senza dover pagare alcuna tassa. Infatti l’occupazione di suolo pubblico si paga tramite la TOSAP ovvero la relativa tassa. In poche parole è come se si pagasse l’affitto.
Secondo quanto annunciato dal Presidente del Consiglio Conte, la TOSAP non si dovrà pagare a partire dal 18 Maggio 2020 fino al 31 Ottobre 2020.
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Di seguito come ottenere il permesso per l’occupazione di suolo pubblico e cosa dice il Decreto Rilancio al riguardo.
Occupazione di suolo pubblico: la richiesta
Prima di tutto occorre fare una distinzione tra occupazione e concessione di suolo pubblico. La prima consiste nell’ottenere un permesso temporaneo per la propria attività, il secondo invece riguarda un’occupazione permanente o di lunga durata.
Il permesso non viene rilasciato per aree di grande valore ambientale, archeologico o storico.
Per quanto riguarda la somma da pagare, questa viene decisa dal Comune e sarà formulata tenendo conto di vari fattori. I più determinanti sono la posizione (o luogo) della superficie da occupare e la grandezza di quest’ultima.
Quindi il prezzo può variare da zona a zona, e a seconda della grandezza dell’area pubblica da occupare.
La richiesta di permesso dovrà essere presentata al Comune almeno 30 giorni prima dell’effettiva occupazione di suolo pubblico. Tutti gli stagionali che vorranno aggiungere sedie e tavolini alla propria attività ristorativa dovranno quindi richiedere in anticipo il permesso.
La richiesta dovrà contenere:
- Tutti i dati anagrafici relativi al titolare dell’azienda, cioè di chi sta chiedendo il permesso;
- Dati relativi all’azienda (indirizzo, partita iva, ecc);
- Localizzazione dell’area da occupare con relativo numero civico, via e identificazione catastale;
- Le precise dimensioni dell’area che si intende occupare;
- La data di inizio e di fine dell’occupazione;
- La motivazione dell’occupazione.
Infine, ricordate di applicare due marche da bollo da 16 euro alla richiesta, e la planimetria dell’area da occupare. Toccherà poi al Comune approvare o rigettare la vostra richiesta.
Il Decreto Rilancio e l’esenzione dal pagamento
Come ben sappiamo, l’intero settore ristorativo e turistico è stato (e sarà) quello più danneggiato dal Covid-19. Ebbene, per la ripartenza economica di queste attività, il governo italiano ha deciso di non far pagare la TOSAP fino al 31 Ottobre 2020.
La tassa sull’occupazione di suolo pubblico non andrà pagata quindi per tutta la stagione estiva, come indicato nel Decreto Rilancio approvato il 13 Maggio 2020 e in vigore dal 18 Maggio 2020.
L’esenzione dal pagamento della TOSAP riguarderà ovviamente anche tutti coloro che ne faranno richiesta per il suddetto periodo. E quindi non solo per chi riceve il permesso di occupazione pubblica tutte le estati o tutti gli anni.
La manovra servirà per far generare maggiori entrate a tutte le attività ristorative che decidono di ampliare i posti a propria disposizione inserendo tavolini all’aperto. Una cosa dovuta anche perché le regole sul distanziamento sociale da applicare andranno ad influire comunque sul numero totale dei posti.
Insomma, si cerca di recuperare in qualche modo. Facciamo i nostri complimenti al governo per questa scelta “strategica” destinata a bar e ristoranti.