Con la Fase 2 si apre una “nuova era” (o meglio un ritorno alle vecchie abitudini) che però lascia anche delle perplessità, come ad esempio la tassa Covid.
A quanto pare dopo la riapertura delle attività commerciali, alcune di esse hanno deciso di inserire una voce sullo scontrino per compensare le spese sostenute per garantire il rispetto delle regole e delle norme igienico-sanitarie.
Ebbene, in molti scontrini arriva la voce “Tassa Covid” o anche “Contributo Covid”, con un valore che può andare dai 2 ai 4 euro.
Si registra anche un notevole aumento dei prezzi, in tutti i settori, che vanno dai prodotti in vendita fino ai servizi (leggi anche: “Infortunio sul lavoro: INAIL pagherà chi viene contagiato”).
Di seguito tutte le news sul caso della Tassa Covid.
Tassa Covid: Cos’è? E’ una pratica scorretta?
Inserire la Tassa Covid sullo scontrino non è un operazione richiesta dal governo, bensì ideata dai commercianti. La suddetta tassa potrebbe essere vista come una pratica illegale, Codacons e l’Unione Nazionale dei Consumatori hanno già detto la loro sulla questione.
Ovvero si tratta di una prassi scorretta che, oltretutto, dovrebbe anche risultare nulla dal punto di vista fiscale. In pratica la somma dovuta dal consumatore non è quella indicata nello scontrino perché la Tassa Covid o il Contributo Covid non ha validità.
Per il rincaro dei prezzi invece, c’era da aspettarselo. Ovviamente tutti gli imprenditori hanno bisogno di recuperare i mancati introiti e ammortizzare le spese sostenute durante la chiusura (lockdown). L’aumento però si registra in tutti i settori, da quello alimentare, fino a quello dell’abbigliamento e dei prodotti per la casa.
Inoltre, sempre parrucchieri ed estetisti sembrano si stiano attrezzando con kit di sicurezza al costo di 10 euro, completamente a carico dei clienti. Si tratta di dispositivi di protezione individuale che dovranno essere acquistati dal cliente, altrimenti non sarà possibile accedere al servizio richiesto.
Si tratta ancora una volta di una pratica scorretta, ma che i titolari delle attività citate stanno portando avanti senza problemi.
Il rincaro dei prezzi
Ma quello che preoccupa maggiormente è il rincaro dei prezzi.
Per estetisti e parrucchieri, tassa covid e kit protezione a parte, si registra in rincaro medio del 25%. Stessa cosa per i bar che stanno aumentando i prezzi sia del caffè che dei prodotti in vetrina. Per questo settore, e specificamente per il caffè, si toccano punte di rincari pari al 53%.
A quanto pare a Milano un caffè al bar è arrivato al prezzo-monstre di 2€. A Firenze invece il prezzo è salito in media del 20% e un caffè arriva a costare 1,70€. Va un po’ meglio a Roma dove il prezzo del caffè è pari a 1,50€.
Stessa situazione si registra anche nei supermercati, con il prezzo della verdura aumentato del 6,9%, la frutta fresca del 3,7%, le uova dell’1,3% e il latte aumentato dell’1,2%.
La causa di questo rincaro dei prezzi è da imputare all’aumento dei costi delle materie prime e dalle maggiori spese che i commercianti stanno affrontando.