Il Corona coin è l’ultima moneta digitale comparsa nelle piattaforme di trading online.
Negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di numerose criptovalute. La più famosa è ovviamente il Bitcoin, poi c’è Ethereum, Litecoin, Ripple e chi più ne ha più ne metta. Per gli italiani più nostalgici, quelli che “quando c’era la Lira si stava meglio”, è stata creata addirittura una versione cripto della nostra ex-moneta.
Quindi, c’è ne per tutti i gusti. Ma quest’ultima trovata “geniale” (detto in modo ironico) ci sembra eccessiva. Noi siamo rimasti basiti, scioccati, non abbiamo parole. Una cosa semplicemente squallida.
La nuova moneta digitale specula infatti sull’epidemia da coronavirus che sta mettendo in ginocchio il mondo intero.
Come funziona? Tenetevi forte, ve lo spieghiamo noi.
Corona coin: che cos’è
Innanzitutto affermiamo che tutto è partito da una piattaforma registrata nelle Isole Britanniche. Il Corona coin è una nuova criptovaluta che specula sull’avanzata dell’epidemia da Covid-19. Più morti ci sono a causa del coronavirus e più la moneta acquisisce valore. In pratica la criptovaluta guadagna dai decessi registrati, a prescindere dallo Stato o area geografica.
Il numero di coin totale coniati e lanciati sul mercato sono pari al numero della popolazione mondiale, ovvero circa 8 miliardi. Dovrebbe esserci 1 Corona coin per ogni persona presente sulla Terra, e questa criptovaluta non può essere minata (o generata) come accade per il Bitcoin, bensì è stata già immessa sul mercato attraverso un numero “finito”.
Tutto questo dovrebbe già bastare per farci capire di quanto sia scandalosa una cosa del genere. Ma purtroppo non è finita qui.
Come funziona
Il Corona coin, come già anticipato, specula sull’avanzata dell’epidemia e la quantità di monete virtuali è stata già stabilita (circa 8 miliardi, uno per ogni persona presente sulla Terra). Ma la quantità di monete non è invariabile, infatti per ogni decesso legato al coronavirus, un coin verrà eliminato.
Procedendo in questo modo, la criptovaluta si ritroverà con un numero sempre minore di monete. Quindi dato che i token vanno a diminuire sempre più (e mai ad aumentare), i coin rimasti acquisiranno ovviamente più valore.
Più persone muoiono, e più il valore sale. E’ questa la cruda realtà.
Conclusioni
L’inventore del Coronacoin, un certo Alan Johnson, ha confermato più volte che non c’è nulla di amorale in tutto ciò. Ma per fortuna la sua visione è molto differente da quella della stragrande maggioranza della popolazione mondiale. E, udite udite, il 20% dei profitti verrà donato alla Croce Rossa. E il paradosso è servito.
Noi amiamo la finanza, ci piace investire anche sulle cose più disparate, ma questa non fa per noi. Sconsigliamo altamente l’acquisto della suddetta pseudo-criptovaluta, anzi pensiamo che il fondatore ed il suo team andrebbero condannati.
A quanto pare, al giorno d’oggi il mondo della finanza prende spunto dagli eventi legati alla quotidianità, trasformandoli in operazioni economici che spesso risultano vincenti. Si chiama finanza real-time, e ci piace molto.
Ma la vera finanza real-time, non può essere questa.