La crisi del Dollaro, in molti la invocano da anni (forse un pò per invidia), altri invece non vogliono nemmeno parlarne a causa degli enormi danni che subirebbe l’intera economia globale. I mercati si scombussolerebbero di certo, e la valuta statunitense perderebbe tutto il suo appeal.
Una cosa impossibile, direbbero alcuni esperti di Forex. Il Dollaro nell’ultima settimana è riuscito a guadagnare oltre l’1,6% ed ha anche abbandonato (finalmente) i minimi degli ultimi 16 giorni. Quindi il rialzo è servito, anche se al momento della scrittura di questo articolo il Dollar Index è rimasto pressoché invariato.
Ma il trend rialzista sarà sicuramente di breve termine, attualmente stiamo attraversando un periodo di volatilità in tutti i mercati, causa coronavirus. Non sapere quando finirà l’epidemia non può che peggiorare l’andamento dei vari indici.
Dollaro: la situazione attuale
Intanto siamo in attesa dei nuovi dati sulla disoccupazione negli USA, annuncio che potrebbe dare una scossa all’indice. Ci aspettiamo però un risultato negativo, anche perché la liquidità del dollaro è crollata.
E’ questo il vero fattore che espone la valuta statunitense a rischi enormi. Ricordiamo che il Dollaro è considerato un bene rifugio ed è proprio in periodi come questo che andrebbe garantita la sua liquidità.
E ad occuparsi della liquidità del Dollaro ci pensa la Federal Reserve, che giorni fa aveva già tranquillizzato tutti con un piano in perfetto stile Draghi. E così anche l’America ha presentato il suo “Whatever It Takes” ed ha messo sul tavolo ben 2000 miliardi di euro. E non solo, il Presidente Trump ha annunciato di stanziarne altri 2000 se ce ne fosse necessità.
Benissimo, una mossa più che giusta. A maggior ragione se serviranno a contrastare un’emergenza sanitaria di questa portata.
Rischio liquidità: la valuta scarseggia
Ma il crollo del sistema è dietro l’angolo. Il rischio di liquidità del Dollaro è una minaccia a cui dobbiamo porre particolare attenzione, in ballo c’è l’economia mondiale. Le catene di distribuzioni globali infatti, necessitano del giusto supporto per sostenere il capitale circolante. E spesso quest’ultimo fa leva sui dollari.
Ma i dollari, cominciano a scarseggiare. E a lanciare l’allarme non siamo noi, bensì la BIS che annuncia anche il crollo dell’offerta da parte di banche e intermediari. Quindi il rischio di liquidità del dollaro cammina di pari passo con la riduzione della capacità del settore bancario, e del mercato dei fondi di investimento che offre la stessa valuta.
E’ invece aumentata a dismisura la richiesta della valuta soprattutto attraverso swap, le richieste più numerose arrivano dall’Asia. E questo potrebbe essere un ulteriore enorme problema.
L’esempio sulla liquidità
La BIS stima che solo le assicurazioni giapponesi possiedano una cifra tra 1500-2000 miliardi di dollari in bond in valuta estera, e per la stragrande maggioranza sottoscritti in dollari e coperti con contratti swap a maturità media e con scadenza a brevissimo termine.
Quindi, in questo caso per coprire i 2000 miliardi di dollari nel portafoglio delle assicurazioni giapponesi (di cui l’80% sottoscritta in dollari con tasso di copertura pari al 60%), gli Stati Uniti dovrebbero “far girare” circa 320 miliardi ogni mese. Sempre secondo le stime del BIS.
E la stessa BIS ha annunciato che a giugno 2019 (ultimi dati ufficiali), l’ammontare dei contratti di swap sul dollaro erano pari a 50.000 miliardi di dollari.
A voi le conclusioni, e soprattutto i conteggi.