Il Centro Studi di Confindustria ha reso pubbliche le stime economiche per l’Italia, biennio 2020/21. Ebbene, di positivo non c’è forse nulla per il momento ci dovremo concentrare esclusivamente sul limitare i danni.
A quanto pare il CsC è fermamente convinto che nel 2020 ci sarà un enorme calo del PIL, ma questo ormai lo sappiamo tutti e sappiamo anche che, purtroppo, non potrebbe essere diversamente.
Le stime dicono che a fine anno il PIL italiano registrerà –6%. E si tratta di un’ipotesi per lo più ottimista dato che il superamento della fase acuta dell’emergenza è stato stimato per la fine di Maggio.
Di seguito troverete l’analisi dei dati pubblicati dal Centro Studi di Confindustria.
Centro Studi Confindustria: le stime per il PIL
Comunque le stime parlano chiaro, e sono ben più dure per quanto riguarda il primo semestre del 2020: PIL -10%. Quindi in questi primi 6 mesi assisteremo ad un notevole crollo del PIL, per poi cominciare il secondo semestre con una leggera risalita.
Il recupero dei punti percentuali persi è atteso invece per il 2021, le stime indicano un rimbalzo del 3,5%. Poi, secondo le statistiche del Centro Studi di Confindustria, ogni settimana di stop ci costa lo 0,7% del PIL, per un totale di quasi -3% al mese. Numeri da capogiro che farebbero crollare qualsiasi economia in pochissimo tempo.
La suddetta percentuale però potrebbe notevolmente diminuire se il governo decide di immettere liquidità nel mercato. Ad esempio, i tanto discussi 25 miliardi di euro che lo Stato ha inizialmente stanziato a favore delle imprese, dovrebbe contribuire ad un calo minore del PIL, quantificato in 0,5 punti percentuali.
Le stime per deficit, debito, disoccupazione
Ma non c’è solo il PIL a spaventare il governo e tutti noi italiani, bensì anche le stime sul deficit e sul debito. Il Centro Studi di Confindustria ha ipotizzato un deficit 2020 al 5%, anche se a nostro avviso le stime sono addirittura positive. Goldman Sachs invece ha ipotizzato almeno un indebitamento pari almeno al 10% del PIL, ovvero il doppio delle stime di Confindustria.
Poi, per quanto riguarda la questione debito, quest’ultimo salirà al 147% (sempre in rapporto al PIL). Attualmente invece, lo stesso valore si attesta al 135,7% (+0,9% rispetto al 2018). Lo stesso, calerà nel 2021 fino ad arrivare al 144,3%. Questo è quanto si evince dalle stime del CdC.
Goldman Sachs invece, ha ipotizzato che il debito dell’Italia salirà al 160% del PIL, avvicinandosi molto a quello della Grecia che attualmente è pari a circa il 180% del proprio PIL.
Infine, il Centro Studi di Confindustria non poteva non darci le stime riguardo la disoccupazione in Italia nel 2020. Dopo essere lievemente sceso nel 2019 (ultimo dato ufficiale: 9,7% Ottobre 2019), nel 2020 il tasso di disoccupazione salirà fino all’11,2%, per poi scendere gradualmente ed attestarsi al 9,6% nel 2021.