Nella prima settimana di contrattazioni, l’ops di Intesa lanciata su Ubi ha “racimolato” l’1% circa di adesioni. Ricordiamo che il concambio è di 17 azioni Intesa ogni 10 azioni Ubi portate in adesione.
Nella mattinata di ieri è arrivata poi l’ufficialità dell’adesione all’offerta da parte di Cattolica Assicurazioni (che detiene l’1% di Ubi Banca).
Quindi, solo nella giornata di ieri le richieste di adesione sono aumentate di oltre 7 milioni e mezzo di unità. Il totale ad oggi è di 23.068.189 adesioni, pari al 2,01% dell’offerta.
Se ti interessano ulteriori informazioni su questa offerta di pubblico scambio, leggi anche: “Azioni Ubi: partite le contrattazioni per l’Ops di Intesa”.
Ops Intesa: la posizione di Cattolica e di CrC
Cambia totalmente quindi la posizione di Cattolica Assicurazioni in merito all’ops. La società si è sempre dichiarata contraria all’ops di Intesa su Ubi, ma a quanto pare ci ha ripensato. Arriva quindi l’ok per la fusione da parte dell’istituto veronese.
Parlare di “tradimento” è forse un po’ troppo, ma comunque potremmo definirlo tale visto che più volte Cattolica Assicurazioni aveva ribadito “no” all’aggregazione di Ubi in Intesa. Secondo il gruppo assicurativo le scelte prese in merito all’ops sono motivate da ragioni non comuni a quelle degli azionisti di Ubi.
Fatto sta che Cattolica è passata “dall’altro lato”.
Victor Messiah (CEO di Ubi Banca) sarà sicuramente preoccupato dato che se tutti gli azionisti di Ubi facessero come Cattolica, l’Ops di Intesa andrà sicuramente a buon fine.
Ma fortunatamente non è tardata ad arrivare una comunicazione da parte della Fondazione CR Cuneo, che attualmente detiene quote in Ubi pari al 5,9%. Ebbene la Fondazione ribadisce che l’offerta pervenuta da Intesa non è soddisfacente e presenta molti elementi non conformi alle attese della stessa Fondazione.
Secondo il presidente Genta però, la porta rimane sempre aperta. Insomma il no è confermato ma la trattativa proseguirà ugualmente.
Questo fa preoccupare (e non poco!) Ubi Banca, che dovrà attendere la fine delle contrattazioni per avere la sicurezza che i suoi azionisti (almeno quelli più importanti) non aderiscano all’ops di Intesa.
Esperti e analisti sanno bene che la maggior parte delle adesioni arriveranno verso la fine delle contrattazioni, quasi allo scoccare del gong. Al momento mancano ancora due settimane alla chiusura (28 Luglio 2020), quindi non possiamo ancora tratte conclusioni.
L’ultima settimana sarà quella decisiva, l’ops di Intesa andrà a buon fine se raggiungerà almeno il 51% di adesioni.
Azionariato Ubi
Tra gli azionisti di spicco di Ubi Banca ci sono:
- 5,9% – Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo;
- 5,1% – Silchester Internationa Investors;
- 4,9% – Fondazione Banca del Monte di Lombardia;
- 4,8% – Capital Research and Managment Company;
- 4,8% – HSBC Holdings PLC;
- 3,78% – Holding De Pascalis Olearia.
Alcuni di questi potrebbero essere tentati dall’offerta di Intesa, quindi prevediamo che verso la fine delle contrattazioni arrivi un colpo di scena.
Dall’altro lato, Victor Messiah si dice comunque fiducioso dato che i grandi soci dell’istituto sono tutti contrari all’Ops. Stiamo parlando del 28% del capitale, così ripartito:
- 18,98% – Car;
- 8,4 % – Sindacato di Brescia;
- 1,6% – Patto dei Mille.