Il BTP Futura 2030 al termine delle contrattazioni ha racimolato in totale 6,13 miliardi di euro. Quota comunque ben distante dai 14 miliardi di euro raccolti dal BTP Italia in soli tre giorni.
Ma tutto sommato non è andata poi così male, visto che si tratta della prima emissione di un titolo retail, ovvero dedicato interamente ai piccoli risparmiatori.
Ebbene, secondo le statistiche ufficiali, le sottoscrizioni sono state in tutto 174.318, per un controvalore pari a circa 30.000 euro (in media) per ogni contratto. Ricordiamo invece che l’importo medio sottoscritto dagli investitori del BTP Italia è stato pari a 50.000 euro.
Quindi bene ma non benissimo per il BTP Futura 2030, che ha deluso le attese (in molti dopo il successo del BTP Italia si aspettavano almeno un totale di 10 miliardi di euro), nonostante abbia comunque dato un ulteriore boccata d’ossigeno all’economia italiana.
Per ulteriori informazioni su questo bond retail, leggi anche: “BTP Futura: cedola minima garantita dall’1,15% all’1,45%”.
BTP Futura 2030: il punto della situazione
Questa prima vera obbligazione retail lanciata dal Governo presenta un meccanismo di step-up e cedole crescenti. Si va dall’1,15% dei primi quattro anni, fino all’1,45% degli ultimi tre anni prima della scadenza.
Agli investitori poi verrà concesso un premio finale che andrà dall’1% al 3%, a seconda del tasso di crescita medio del PIL nominale italiano, riscontrato durante tutto l’arco dell’investimento.
Il controvalore dei contratti è stato pari a 6.132,260 milioni di euro. L’importo emesso coincide con il valore dei contratti emessi alla pari sul Mercato Telematico delle Obbligazioni e Titoli di Stato di Borsa Italiana (MOT).
Ulteriori statistiche indicano che il 64% dei contratti è stato pari o inferiore a 20.000 euro, quota che sale fino all’89% se si considerano invece i contratti fino a 50.000 euro.
E non finisce qui perché c’è un altro importante dato che fa capire al Governo le potenzialità del BTP Futura 2030, ovvero di bond retail destinati ai piccoli risparmiatori.
Infatti, risulta che il 60% degli investitori che hanno deciso di acquistare contratti, non ha partecipato alle contrattazioni del BTP Italia. Segnale che indica un coinvolgimento maggiore dei piccoli risparmiatori, che hanno risposto alla loro prima vera chiamata.
Raramente infatti vengono emessi bond retail.
La negoziazione sul mercato secondario
Ora, alla chiusura delle contrattazioni, il BTP Futura 2030 sarà negoziabile sul MOT, e la sua liquidità verrà garantita dai leader e co-leader (Banca IMI, Unicredit, Banca Akros, Banca Sella Holding).
Quotato quindi sul Mot dal 14 Luglio 2020, purtroppo il BTP Futura ancora una volta non ha registrato l’atteso successo. Il suo sbarco sul mercato secondario infatti aveva fatto sperare in risultati migliori di quelli ottenuti nei giorni di contrattazione.
Dal momento del collocamento alla pari sul MOT, stimato inizialmente all’1,28%, il bond è arrivato a scendere sotto la pari, intorno i 99,90 centesimi. Al momento della scrittura di questo articolo invece, il bond viaggia a quota 100,02.