La Exxon Mobil Corporation è una delle principali compagnie petrolifere statunitensi, conosciuta in Europa grazie al suo marchio Esso. Ebbene, il titolo (quotato sul Nyse) sta volando in Borsa, il rialzo iniziato circa due settimane fa non accinge a fermarsi.
Nella seduta di ieri le azioni Exxon Mobil hanno guadagnato oltre il 5%, mentre attualmente il titolo segna +1,98%. Il valore azionario è pari a 41,24 dollari, e sembra che la sua crescita comincia ad essere costante.
Ricordiamo che ad inizio 2020, le azioni Exxon Mobil viaggiavano sui 70€. Valore che a causa della crisi del petrolio si è prima dimezzato e sceso a quota 31 dollari, per poi guadagnare circa 10 dollari per azione in appena 7 giorni.
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Exxon Mobil: i tagli su investimenti e produzione
Si tratta quindi di una serie di sedute euforiche per Exxon Mobil, il nuovo top è stato stabilito in area 44,74 dollari (che dovrebbe essere raggiunto già entro venerdì). Il grande rialzo di ieri è dovuto anche all’annuncio del taglio degli investimenti 2020.
La compagnia petrolifera americana ha infatti annunciato che il taglio sarà pari al 30%, e quindi saranno “risparmiati” ben 10 miliardi di dollari. La Borsa non ha esitato a giudicare “positivo” l’annuncio, infatti il titolo in poche ore ha guadagnato oltre il 5%.
Gli investimenti 2020 del colosso statunitense sono stati ridotti a 23 miliardi di dollari, complice anche il calo della domanda globale di greggio e gli effetti dell’epidemia sul mercato.
La maggior parte dei tagli verranno effettuati nel Bacino del Permian, ovvero al più grande stabilimento petrolifero degli Stati Uniti, fra Texas e New Mexico. Inoltre, è stato posticipato anche l’inizio del “progetto Rovuma” in Mozambico.
Il focus sui colossi petroliferi
A quanto pare Exxon Mobil, è (al momento) l’unico colosso petrolifero ad aver già annunciato il taglio della produzione. Questa scelta potrebbe sembrare negativa, ma invece è probabilmente la cosa giusta da fare.
La decisione presa dal cda della società anticipa l’incontro virtuale fissato per domani dall’Organizzazione dei Paesi esportatori di Petrolio. Evidentemente la società americana ha voluto lanciare un segnale a tutti gli altri colossi del settore, soprattutto a quelli che hanno deciso di incrementare la produzione di greggio (Saudi Aramco fra tutte).
Dovremmo quindi attendere giovedì per sapere ufficialmente se un accordo tra arabi e russi è fattibile, e se anche il Canada (e i suoi colossi petroliferi) vogliano aderire all’iniziativa.
Il taglio della produzione di petrolio dovrà essere applicato da tutti i maggiori produttori, senza dubbio. Altrimenti il settore rischia il collasso. E se sarà il petrolio a fallire, figuriamoci gli altri settori.
Sarà meglio evitare l’innesco di una reazione a catena, che riuscirebbe a mettere in ginocchio l’economia mondiale.
Per anni.