Prezzo petrolio: nuovo crollo improvviso a fine Luglio?

Il prezzo del petrolio è di nuovo in netto rialzo, e la quotazione del greggio procede in maniera ottimale su tutti i segmenti.

Attualmente il valore del petrolio WTI si attesta a 39,87 dollari al barile. Mentre il Brent ha già sfondato il muro dei 40 dollari attestandosi su un valore pari a 42,64 dollari al barile.

A quanto pare il peggio è passato, ricordiamo infatti che nel bel mezzo della pandemia il petrolio ha raggiunto addirittura una quotazione negativa. Questo a causa dell’eccesso di produzione mondiale che aveva superato abbondantemente la domanda.

Inoltre, stoccare il prezioso greggio era diventato ormai impossibile tutti i depositi risultavano stra-pieni. Di conseguenza il prezzo è sceso sempre più fino a toccare -30 dollari al barile. Praticamente i colossi del petrolio hanno pagato i clienti pur di disfarsi dei barili e di fare spazio per la nuova produzione.

Poi, fortunatamente l’Opec Plus ci ha messo una pezza ed ha svolto un ruolo fondamentale nell’accordo sui tagli della produzione tra USA-Russia-Arabia Saudita e tutti i principali produttori di petrolio.

Ma ora l’accordo rischia di saltare, e far scendere nuovamente il prezzo del petrolio. Vediamo perché.

Se ti interessano ulteriori informazioni sui colossi sulla quotazione e sui colossi del petrolio, leggi anche: “Azioni Saudi Aramco: petrolio giù, conviene comprare?”.

Prezzo Petrolio: il ruolo e le scelte dell’Opec Plus

Per questa settimana è attesa una nuova riunione dell’Opec +, dalla quale potrebbero trapelare interessanti novità e disposizioni riguardo il settore petrolifero.

Il rischio è quello di provocare nuove oscillazioni di mercato, a causa anche delle rigide posizioni assunte da Russia e Arabia Saudita (una vera e propria guerra del greggio). Infatti i due Paesi potrebbero decidere di ridurre i tagli imposti dall’Opec+ mettendo così nuovamente a rischio l’intero settore ed il prezzo del petrolio stesso.

Per evitare un nuovo tragico crollo, l’Opec + starebbe pensando ad un allentamento progressivo dei tagli sulla produzione. In questo modo si cercherà di evitare che russi e sauditi comincino a pompare greggio a pieno regime.

I tagli sulla produzione di petrolio istituiti ad Aprile 2020 riguardano 9,7 milioni di barili al giorno, misura poi estesa anche per i mesi di Maggio, Giugno e Luglio.

Ora, dopo la ripresa dei prezzi e la disputa tra Russia e Arabia Saudita che diventa sempre più accesa, l’Opec + starebbe pensando di aumentare la produzione di 2 milioni di barili al giorno. In questo modo i tagli sulla produzione scenderanno da 9,7 a 7,7 milioni di barili al giorno.

Conclusioni

Ovviamente i principali produttori di petrolio vogliono mantenere o aumentare la propria fetta di mercato. Cosa che probabilmente porterà a non rispettare le regole imposte dall’ Opec +. Raggirarle significa maggiori introiti e boom di vendite nel breve termine per chi decide di farlo, ma questo tipo di operazione (ovvero rinunciare ai tagli) porterà sicuramente danni catastrofici all’intero settore nel lungo termine.

Insomma, la situazione è molto delicata e i vari Paesi vanno presi “con le pinze”. Inoltre la curva epidemiologica che non riesce a decrescere negli States, e il continuo aumento dei contagi in Brasile (altro Paese leader in produzione di petrolio) non fanno presagire nulla di buono.

Possiamo aspettarci un ribasso del prezzo del petrolio nel caso in cui la situazione nei due stati americani degeneri o resti così com’è. Prevediamo l’arrivo di un altro periodo “nero”  per il greggio, anche se non così catastrofico come quello appena passato.

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About Vincenzo F

Grande appassionato di economia e finanza, mi piace scrivere su mercati, indici, azioni, investimenti e tutto ciò che riguarda questo settore. Studio costantemente l'andamento dei mercati, e sono sempre alla ricerca di rialzi e ribassi. Ho fatto in tempo a comprare un monolocale e un pc. Tutto il resto l'ho investito.

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