Dal 21 Luglio 2020 è attivo il nuovo Bonus Ricerca e Sviluppo destinato alle PMI italiane. L’incentivo fa quindi la sua comparsa in Gazzetta Ufficiale, dopo che era stato annunciato lo scorso 26 Maggio dal Mise.
Il bonus riguarda tutte le attività di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica, e anche di design e ideazione estetica.
Le agevolazioni fiscali andranno da un minimo del 6% sino ad una massimo pari al 12%, a seconda delle attività svolte.
Per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo, il bonus è pari al 12%. La somma massima che si può richiedere è di 3 milioni di euro per ogni impresa.
Il governo aveva già comunicato che le attività di ricerca e sviluppo, insieme alla digitalizzazione delle imprese, avranno un ruolo centrale nella ripresa economica italiana.
Di seguito analizzeremo il Bonus Ricerca e Sviluppo e vi spiegheremo come funziona.
Se ti interessano invece ulteriori informazioni su bonus e incentivi per le PMI, leggi anche: “Bonus Sud: credito d’imposta per le startup fino al 31/12”.
Bonus Ricerca e Sviluppo: come funziona
Ovviamente, prima di accedere al bonus ricerca e sviluppo, l’impresa dovrà soddisfare alcuni requisiti di base (indicati nel decreto ministeriale) e specificare la categoria di appartenenza degli investimenti che si vuole effettuare.
Quindi il Governo ha diviso le attività di ricerca e sviluppo in tre categorie. Avranno accesso al credito le PMI che investiranno in ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale.
Per ricerca fondamentale si intendono tutte le attività volte ad acquisire nuove conoscenza (o migliorare quelle attuali) in campo scientifico e tecnologico. Le aziende di biotecnologia potrebbero essere quelle più interessate a questa forma di investimento, dato che le PMI devono analizzare e strutturare le proprietà di fenomeni fisici e naturali.
Di tutt’altra natura è invece la ricerca industriale. In questa categoria rientrano tutte le attività utili per applicare i risultati ottenuti con la ricerca fondamentale. Insomma si tratta di una via di mezzo tra le nuove conoscenze acquisite (e quindi la sperimentazione di nuovi materiali o simili) ed il prodotto finale. La ricerca industriale servirà a confermare le ipotesi di partenza (derivanti dalla ricerca fondamentale) e creare un “modello di prova” prima della commercializzazione finale del prodotto/servizio.
Infine, c’è lo sviluppo sperimentale. Si tratta di tutte le attività che consentono di apportare sostanziali modifiche ad un prodotto, rendendolo innovativo e tecnologico. Ha lo scopo di raccogliere tutte le informazioni utili e le tecniche necessaria per la realizzazione del nuovo prodotto. Di norma lo sviluppo sperimentale viene rappresentato dalla creazione di prototipi o impianti-pilota.
Ulteriori dettagli
Il Bonus Ricerca e Sviluppo può essere usufruito se le attività e i relativi lavori vengano svolti nel periodo d’imposta successivo a quello in corso (al Dicembre 2019).
Può essere richiesto anche se la PMI in questione ha altri finanziamenti e bonus in corso, sempre avviati però in periodi d’imposta precedenti.