Oltre un anno di pandemia ha portato conseguenze gravi per alcuni settori, ecco quali sono quelli più colpiti dalle chiusure.
Alla domanda risponde Confindustria indicando tutti i settori e le percentuali di perdita.
I settori più colpiti sono gli eventi e il turismo. Infatti al primo posto troviamo settori di organizzazione di fiere e convegni, le agenzie di viaggi e i tour operator, -54,6%, e l’industria del trasporto aereo, -50,4%.
A seguire ci sono altre Pmi che operano nel turismo: gli alberghi, -50,4%, i gestori di aeroporti, -49,6%, e le strutture ricettive extra-alberghiere, -46,2%.
I ristoranti, di cui il 40% è a rischio e aumenterà ancor di più entro quest’anno, hanno perso il 40,3% del fatturato, piazzandosi davanti all’industria cinematografica, -33,6%, ai gestori di parcheggi, -32,6%, e al ramo dell’informazione, della comunicazione e dell’intrattenimento, -31,9%
Quelle che non hanno risentito delle chiusure e della pandemia sono ovviamente i grandi colossi del commercio online, tra cui Amazon, che ha visto le sue vendite aumentare del +19% in poco più di un anno.
Bene anche per le industrie di generi alimentari come la pasta, +9,5%, o il riso, +7,3%, le specialità farmaceutiche, +7,2% e +5,5%, la chimica e la farmaceutica, +4,8%, e i prodotti per la detergenza, +3%.
Molte di queste che son state “favorite” in questo periodo, spesso, hanno dato la possibilità al consumatore di acquistare online con diverse offerte. Quindi hanno comunque continuato il loro lavoro senza contatto con il pubblico mentre per gli altri era inevitabile avere problemi di questo tipo.
Per l’estate invece si prospetta una lieve ripresa per gli eventi e la ristorazione, già dopo l’eliminazione effettiva del coprifuoco. Per il turismo in generale, si conta sull’ottimo andamento di somministrazione dei vaccini.