Agevolazioni sia dal punto di vista finanziario che da quello fiscale, per le imprese umbre. La Regione stanzia 80 milioni di euro, un consistente pacchetto liquidità che prevede anche aiuti a fondo perduto.
Vediamo i dettagli.
Imprese umbre: 80 milioni di euro per aiutarle
L’opportunità senza dubbio più interessante prevede 25 mila euro a fondo perduto per l’azienda, ma senza passare dalla banca. Sarà infatti direttamente la Regione a elargirli.
Le altre iniziative principali riguardano la patrimonializzazione delle imprese, con copertura per il 50% degli aumenti di capitale messi in atto. Infine, altro punto focale della manovra riguarda il turismo. Per rilanciare il settore, si è messo a punto un vero e proprio progetto per stabilire il protocollo sanitario di sicurezza per le strutture ricettive.
Gli 80 milioni complessivi provengono in parte da risorse interne e per circa l’altro 50% da rimodulazioni dei fondi europei. Ecco come saranno ripartiti, in linea di massima:
- 30 milioni circa per il settore economico e le imprese
- 6 milioni di euro per il turismo
- 1 milione di euro per costituire un fondo di garanzia per le banche che hanno anticipato integrazioni salariali ai lavoratori interessati
Nel mese di maggio arriveranno altri 35 milioni e un’ultima tranche a luglio di 10 milioni di euro.
Nello specifico, circa 18 milioni di euro vanno alle piccole e medie imprese. Ognuna di loro ha la possibilità di accedere a 25 mila euro, con un preammortamento di 24 mesi e un tasso di interesse del 0,5%. Il 50% del prestito può essere a fondo perduto, a patto che si verifichino una delle seguenti condizioni:
- l’azienda aumenta l’occupazione nel periodo di pre-ammortamento
- procede con investimenti per aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro (anche con dispositivi individuali)
- investe in tecnologie digitali
Oltre al progetto per il turismo e al rafforzamento della struttura patrimoniale delle Pmi, c’è un’altra misura che merita attenzione. Si tratta del cosiddetto “ponte digitale”. L’obiettivo è di “incanalare” micro e piccole imprese in nuove vie di promozione, come quelle digitali appunto (delivery, e-commerce), in considerazione del fatto che l’emergenza pandemica ha chiuso le fiere e annullato tutti gli eventi nazionali e internazionali.