Arrivano gli incentivi 4.0 alle aziende, 7 miliardi per la digitalizzazione

Quarta rivoluzione industriale, è per questo che si parla di 4.0 ovvero automazione, intelligenza artificiale e big data. Per consentire alle aziende italiane di ripartire e cavalcare l’onda dell’innovazione, in questo periodo di crisi post-coronavirus, il governo stanzia 7 miliardi per la digitalizzazione.

Lo annuncia il ministro Stefano Patuanelli, che ha posta la propria firma sul decreto attuativo. Non resta che attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Nel mentre, vediamo nel dettaglio cosa comprende il pacchetto Transizione 4.0.

Credito d’imposta per acquistare beni e servizi 4.0

Per allargare la platea dei beneficiari, di circa il 40%, la misura prevede il passaggio dall’ammortamento (come era in passato) al credito d’imposta. Inoltre gli incentivi 4.0 ora non riguardano più solo i macchinari bensì anche i processi.

Il credito d’imposta per quanto riguarda gli investimenti digitali, ora sale dall’originario 6% al 10%. Inoltre è previsto un ulteriore bonus del 15% per innovare l’azienda dal punto di vista dello smart working.

Per usufruire dell’agevolazione, sarà possibile acquistare sia beni che servizi 4.0, nella fattispecie che riguardano aree come:

  • ricerca
  • sviluppo
  • design
  • innovazione
  • formazione

Le necessità impellenti della aziende in questo particolare momento storico, sono di adeguare le linee produttive soprattutto perchè si impone la garanzia del distanziamento sociale. Ecco allora che il credito d’imposta interviene in maniera immediata sugli investimenti in tal senso, soprattutto perché cedibile all’istituto bancario che fornisce la liquidità.

Le tre direttrici su cui la misura si muove sono dunque il credito d’imposta, ma anche il fondo perduto e la ricapitalizzazione.

Il piano d‘intervento Transizione 4.0 si pone l’obiettivo di spingere le aziende a muoversi nella direzione dell’innovazione e della digitalizzazione. Con il precedente piano Industria 4.0 si era notato invece che solo il 13% delle aziende si era avvalso dell’agevolazione, che prevedeva appunto il prestito, a fronte però di costi elevati da sostenere. Ora, con l’intruduzione del credito d’imposta cedibile, si auspica una maggiore partecipazione in tal senso.

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About Natalia Piemontese

Copywriter e mamma freelance da 10 anni sul web. Laureata con master in risorse umane, da anni mi occupo di tematiche del lavoro e business nel digitale.

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