La pandemia causata dal coronavirus sembra non voler cessare. Il bisogno di dispositivi di protezione individuale (tra i quali le famose mascherine) è più alto che mai.
In Italia, fortunatamente, molte realtà si sono attrezzate per la produzione e la distribuzione gratuita di mascherine e disinfettanti.
In Veneto, però, proprio alcune mascherine stanno causando polemica. Il frutto della discordia sarebbe lo sponsor su di esse.
A cosa servono le mascherine contro il Coronavirus
Tra gli oggetti più ricercati in questi giorni ci sono le mascherine protettive.
La loro domanda è talmente alta che anche lo Stato si è mosso per distribuirle gratuitamente. Anche molte associazioni presenti sul territorio si sono mosse per distribuire gratuitamente grossi quantitativi di mascherine.
Queste mascherine servono principalmente per evitare la diffusione del virus a causa di colpi di tosse e starnuti. Esse, infatti, bloccano molte delle particelle rilasciate dalle persone attraverso bocca e narici.
Ci sono anche mascherine dotate di filtri. Esse permettono il filtraggio dell’aria in ingresso nei nostri polmoni. Il loro costo, ovviamente, è più elevato.
Le mascherine distribuite in Veneto
In Veneto, sono state distribuite delle mascherine con il logo della Regione e con il marchio di una nota catena di supermercati.
Lasciando stare la loro bassa qualità (sottolineata anche dalla protezione civile), la polemica circa il marchio della catena di supermercati è scattata subito.
Vincenzo D’Arienzo, senatore del PD, ha dichiarato su Facebook:
“Il marketing ai tempi della paura.
È in distribuzione in provincia lo “schermo filtrante” in foto.
Assurdo: indica il logo di una catena di supermercati.
Ritengo sia di cattivo gusto sfruttare un obbligo, derivante da impellenti esigenze sanitarie, per promozionare un’azienda.
Credo che Zaia debba fermare questo sgradevole comportamento”.
La polemica sull’acquisto di questo tipo di mascherine, francamente, ci interessa poco.
Ciò che attira di più la nostra curiosità è un’altra cosa: la sponsorizzazione di materiale del genere!
Sfruttare il coronavirus per sponsorizzarsi?
È lecito sfruttare il coronavirus per sponsorizzare il proprio business? Questa domanda, probabilmente, è frullata nella mente di molti addetti del settore pubblicitario. A parer nostro la risposta è nel mezzo.
Sponsorizzarsi utilizzando un oggetto che la popolazione è praticamente obbligata ad utilizzare, in linea di principio, non è sbagliato. Oltre a diffondere il nome del proprio brand, in questo modo si riesce ad aiutare le casse dello Stato!
Farlo utilizzando materiali di bassa qualità e assemblati male, invece, è controproducente. Oltre a danneggiare le persone, infatti, si trasmette una cattiva idea del marchio che si sponsorizza.
Non resteremmo stupiti se, finita l’emergenza, dovesse venir fuori una proposta di legge ad hoc per le sponsorizzazioni sui materiali sanitari!