Il COVID-19 ha certamente cambiato le abitudini dei consumatori.
Il Boston Consulting Group ha pubblicato uno studio a riguardo. Grazie ad esso siamo in grado di vedere nel dettaglio i nuovi profili dei consumatori e i possibili trend futuri.
Queste informazioni, ovviamente, sono estremamente utili per impostare al meglio una campagna pubblicitaria o per lanciare un nuovo prodotto sul mercato.
Covid-19: lo studio del BCG
La fase 2, iniziata i primi giorni di maggio, è destinata a durare almeno fino alla metà del 2021. Arrivati a quel punto, si spera che sia stato trovato un vaccino contro il COVID-19.
Sino ad allora, però, è palese che il mercato dovrà adattarsi alle nuove abitudini dei consumatori.
Come detto, il Bostong Consulting Group ha effettuato un sondaggio tramite il quale ha stilato un report circa le mutate congiunture economiche. Nel report vengono messi in evidenza i nuovi profili dei consumatori, l’andamento del mercato e i possibili trend futuri.
Lo studio, in particolare, ha individuato 5 profili:
- Smart Buyer
- Digital Shopper
- Purpose Seekers
- Habitual Shopper
- Easy Value Seeker
I nuovi profili dei consumatori
Lo studio del BCG ha individuato i nuovi profili dei consumatori basandosi su criteri che hanno tenuto conto delle strategie di spesa adottate durante la fase acuta della pandemia.
Le nuove strategie di acquisto dei consumatori, infatti, rimarranno valide almeno sino alla metà del 2021. Tali strategie si basano su valori quali l’italianità, il mangiar sano e il poter acquistare in sicurezza.
Questi valori, che possiamo definire “conservativi”, nascono con molta probabilità dal pericolo rappresentato dal COVID-19.
Di seguito i 5 profili di consumatori individuati dallo studio.
Il gruppo di consumatori più numeroso è rappresentato dagli Habitual Shopper (26% del campione intervistato). Puntano tutto sul poter acquistare prodotti affidabili nella maniera più comoda possibile. Essi, dopo la pandemia, torneranno alle vecchie abitudini, andando a supportare tutte le attività locali.
Gli Smart Buyer rappresentano il 24% dei consumatori. Essi sono guidati dal rapporto tra qualità e prezzo, prestano molta attenzione alle offerte e tendono ad acquistare brand verso i quali provano fiducia, anche se non disprezzano differenziare i prodotti che acquistano.
A seguire troviamo i Purpose Seeker (22%). Essi apprezzano tutte quelle iniziative sociali e cercano tutte quelle cose che gratificano dal punto di vista sociale. Torneranno ad acquistare in presenza, ma lo faranno solo evitando lunghe file ed assembramenti.
Al penultimo posto ci sono gli Easy Value Seeker (16%). Essi prestano molta attenzione al prezzo, alla comodità e alle offerte. Dopo la pandemia, continueranno a preferire l’online, mettendo al primo posto il prezzo e al secondo posto la qualità.
In ultima posizione troviamo i Digital Shopper (12%). Essi mettono al primo posto quei prodotti la cui consegna è veloce ed affidabile. Nonostante acquistino prodotti prevalentemente online, prestano molta attenzione al fatto che siano salutari e che siano venduti da realtà locali.
Trend del mercato
Cambiando le abitudini dei consumatori, la pandemia è andata ad influenzare anche quello che sarà il mercato nei prossimi mesi.
BCG consiglia alle aziende di ripensare alla loro offerta. Esse, in particolare, dovrebbero ridurre la gamma di prodotti offerti, ma al tempo stesso iniziare a lavorare su più fasce di prezzo. Dovranno accompagnare il tutto valorizzando il loro brand e sostenendo i nuovi valori seguiti dai consumatori.
I rivenditori, invece, dovranno abituarsi al dover vendere online e al fenomeno della ultra-prossimità. I consumatori, infatti, durante la pandemia si sono abituati ad acquistare nelle attività locali o su internet. Quasi nessuno si è recato a molti chilometri di distanza per acquistare un qualsiasi prodotto.
I manager di BCG hanno dichiarato:
“Quello che emerge dalla ricerca è che ci sarà una crescita dell’online. Il cluster che propende di più per questo canale è quello degli Easy Value Seeker che nella quarantena ne hanno scoperto la comodità. Per loro, così come per i Digital Shopper, le proposizioni di ‘full online shopping’ e click&collect saranno molto attrattive”.
Dallo studio, però, è emerso che ci sono anche molti consumatori vogliono tornare alla classica esperienza di acquisto. Essi, però, vogliono farlo trovando un equilibrio tra ritorno alle vecchie abitudini e maggiore sicurezza. A tal proposito, BCG ha dichiarato:
“I consumatori si aspettano che i retailer si facciano carico di trovare questo equilibrio. Essi sono stati forzati a diventare più digital, quindi saranno più aperti ad un’esperienza supportata dal digitale”.
I rivenditori, quindi, dovranno darsi da fare con la diffusione di coupon online da poter poi utilizzare in negozio e sul minimizzare i contatti grazie all’aiuto della tecnologia.
COVID-19: addio alla pubblicità cartacea?
I consumatori, come detto, si sono abituati all’assenza di pubblicità cartacea e agli annunci online. Anche i classici volantini si sono trasformati in PDF.
Ciò vuol dire che la pubblicità cartacea è finita? A tal proposito, Gatti, uno dei manager di BCG, ha dichiarato:
“Il consumatore è stato forzato ad adottare il digitale ed è consapevole che il contatto fisico è ‘pericoloso’, quindi è pronto a passare a un’esperienza smart della promozione. E per smart intendiamo che è l’occasione per i retailer di non fermarsi alla trasposizione da carta a pdf, ma di implementare azioni di CRM più sofisticate che guidino il consumatore a fruire al meglio e facilmente delle promozioni più rilevanti per ciascuno”.
Dallo studio, infine, è emerso il bisogno dei consumatori di acquistare prodotti italiani da rivenditori locali. Questa, ovviamente, è una delle conseguenze della pandemia, che ha aumentato la diffidenza verso i prodotti stranieri.
I manager di BCG hanno dichiarato:
“Non abbiamo indagato il ‘come’, ma emerge forte il bisogno di fidarsi dell’azienda da cui si compra. In mancanza di altre informazioni, il consumatore tenderà a fidarsi del noto, i marchi che conosce e percepisce come affidabili.
Un brand dovrebbe comunicare il proprio impegno sulla sicurezza, sia tramite il prodotto sia nelle attività di marketing: dovrà essere però un messaggio genuino, per evitare di essere percepito come opportunista”.