L’idea è quella di farsi finanziare dal basso per realizzare un’idea di business, un prodotto innovativo o una campagna no-profit. Per alcune startup, è l’unica chance di trovare soldi per lanciarsi sul mercato e creare lavoro.
Vediamo dunque chi può fare crowdfunding, come funziona il sistema e i consigli pratici per mettere su una campagna di raccolta fondi che risulti fruttuosa e di successo.
Indice dei Contenuti
Crowdfunding, cos’è
Il termine deriva da crowd che in inglese significa folla e da funding, finanziamento: è la raccolta fondi che avviene attraverso piccoli contributi individuali o di vari gruppi di persone, che vogliono sostenere un’idea innovativa o partecipare alla realizzazione di un nuovo prodotto.
In teoria, chiunque può decidere di lanciare una campagna di crowdfunding. Startup, imprenditori, scrittori o semplicemente persone con un sogno nel cassetto possono trovare i soldi necessari per realizzare il proprio progetto imprenditoriale, sociale o culturale.
Non è semplice né immediato ma oramai il crowdfunding rappresenta davvero un modello vincente per auto-finanziarsi. Soprattutto tenendo conto delle ristrettezze economiche delle famiglie, che non sempre riescono a dare una mano e dell’accesso al credito presso le banche, ormai difficile e dalle condizioni sempre più restrittive.
Quello che c’è da sapere è che gli investitori possono contribuire anche con cifre basse. Inoltre, trattandosi di donazioni, non pretendono ricompense, salvo qualche ringraziamento o ad esempio il loro nome in bella vista (se si tratta di un libro o nei titoli di coda di una pellicola).
Proprio a seconda del tipo di ricompensa prevista, esistono diverse modalità per fare crowdfunding.
Le diverse tipologie di crowdfunding
Reward-based
In cambio del finanziamento del progetto, l’investitore riceve un premio che può essere ad esempio una copia del prodotto che si intende realizzare.
Donazione
È la tipologia di crowdfunding più disinteressata, nel senso che i soldi vengono offerti a fondo perduto, senza che sia previsto nulla in cambio.
Lending based
In questo caso di finanziamento tra privati, al termine del progetto, è previsto il pagamento di interessi in base alla somma messa a disposizione.
Equity based
Questa tipologia di raccolta fondi prevede che chiunque finanzi il progetto diventi poi possessore, all’interno della società finanziata e neo-costituita, di una quota partecipativa.
Al giorno d’oggi è proprio il modello equity based ad essere sempre più diffuso. Si tratta infatti della modalità preferita da parte delle startup, che in questo modo hanno la garanzia di poter far partire con il piede giusto la nuova attività.
E per quanto riguarda l’Italia?
Da noi l’equity crowdfunding è disciplinato dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221 (conversione del Decreto Crescita 2.0, Dl 18 ottobre 2012 n.179).
Successivamente la Consob (la commissione di sorveglianza della Borsa Italiana) ha regolamentato il procedimento e ha stilato una lista dettagliata delle caratteristiche necessarie per poter ricorrere a questa soluzione (l’impresa deve essere in fase di startup e avere carattere di innovatività).
Crowdfunding: tasse e fisco
Dal punto di vista burocratico, il crowdfunding è un sistema basato su una ricompensa e, sotto questo aspetto, non differisce dall’originario modello statunitense. Pur non essendo ancora vigente una regolamentazione ad hoc, si prendono come riferimento le disposizioni di tipo giuridico e di diritto civile in materia di donazioni. Infatti in Italia esiste la donazione modale e il reward crowdfunding è ad oggi regolamentato nello stesso modo.
Dal punto di vista fiscale, siamo di fronte ad una donazione. In questo caso chiunque può accedere alla piattaforma e offrire il proprio contributo (la media in Italia è di 20-25 euro), come si fa quando c’è una prevendita di un prodotto. In America ad esempio il crowdfunding sta diventando quasi un sistema simile all’e-commerce. Si fa un pre-ordine e si aspetta che il prodotto sia disponibile sul mercato.
In questo caso, la differenza con gli Stati Uniti è più marcata. Negli Usa infatti la cultura digitale, i pagamenti online e il sistema di raccolta fondi sul web sono molto diffusi. Inoltre la stessa cultura della donazione, che è tipicamente anglosassone, è molto più sviluppata che nel nostro Paese.
Esiste da tempo questa prassi e gli americani hanno sicuramente una marcia in più nel creare vere e proprie campagne di comunicazione, anche intorno a progetti di medio livello. Sanno vendersi e hanno una grande capacità di creare community di seguaci e sostenitori.
In Italia invece il crowdfunding si utilizza prevalentemente per raccolta fondi di tipo culturale e sociale. Ciò non toglie che alcune startup hanno imparato a sfruttare al meglio le potenzialità di questo strumento e sono diventate casi di successo.
Vediamo dunque cosa si guadagna dal fare crowdfunding e come funziona questo sistema basato sulle comunità di investimento online.
Crowdfunding, come funziona
Il fenomeno del crowdfunding nasce in Australia e negli Stati Uniti, da cui giunge in Italia nel 2008. Il suo successo è legato indissolubilmente all’utilizzo del web. E proprio grazie a internet, e poi in particolare ai social network, che le persone hanno la possibilità concreta di promuovere il proprio progetto ad una platea molto vasta e di coinvolgere quanta più gente possibile nello sviluppo e realizzazione dell’idea o del nuovo prodotto.
Chi decide di ricorrere al crowdfunding deve presentare il proprio progetto o la propria idea su una piattaforma dedicata. È fondamentale indicare la cifra che si intende raggiungere e che si reputa necessaria per completare il progetto. Inoltre è obbligatorio fare una previsione di budget (eccezion fatta per alcune iniziative particolari, come quelle in ambito sociale o no profit). Bisogna inoltre indicare la data entro la quale si richiede di poter disporre di quella cifra. A questo punto il progetto viene condiviso ed è visibile alla community.
Inizia ora la seconda fase molto importante, che consiste nel pubblicizzare l’iniziativa. Sicuramente i social network sono indispensabili da questo punto di vista ma si possono anche organizzare eventi a tema, per attirare l’attenzione dei potenziali investitori.
Le persone o aziende interessate (i finanziatori) devono registrarsi sulla piattaforma per contribuire economicamente al progetto. Man mano che si effettuano i versamenti, questi si sommano l’uno all’altro e, allo scadere del tempo, dovrà essere presente per intero tutta la cifra richiesta inizialmente, pena il decadimento stesso del progetto e la restituzione delle quote agli investitori.
Vediamo ora nel dettaglio:
- Cosa serve per fare crowdfunding ovvero gli strumenti da utilizzare
- Come iniziare per trovare i soldi per la startup
- Dove presentare il progetto e permettere ai sostenitori di investire
Caratteristiche di una campagna di successo
Come già accennato, il crowdfunding è un sistema di auto-finanziamento, che sta gradualmente prendendo piede anche in Italia. L’accesso è possibile a chiunque ma, oltre a buona volontà e tanto lavoro, occorre anche un certo livello di preparazione per evitare di commettere errori e quindi pregiudicare il successo della campagna.
Idea
Per essere vincente, l’idea non deve essere banale anzi molto ambiziosa. Purché non diventi un’utopia però. Deve essere innovativa ma non ancora immateriale. In altre parole, la gente deve riconoscere di cosa si tratta e ammettere che si tratta di un miglioramento. Ad esempio, può trattarsi della nuova versione di qualcosa che esiste già, ma che ha tutte le carte in regola per fare un passo in avanti in termini di fruizione.
In questa fase è indispensabile redigere un business plan, stabilendo modalità di ricompense, tempistiche di raccolta fondi e strategia coordinata di comunicazione sui vari canali, che è la vera arma vincente di qualsiasi progetto di crowdfunding.
Storytelling
L’ideale è prendere esempio dagli americani che appunto, come già sottolineato, sanno vendersi bene e raccontano storie appassionanti e attraenti (basti pensare al successo dei film di produzione statunitense). Per coinvolgere una folla è indispensabile far sentire che ogni persona è importante e che sta partecipando ad un’iniziativa unica e di grande valore.
Selezione del pubblico
Nel lanciare la campagna, l’errore più grande sarebbe quello di promuoverla indistintamente su ogni canale. Per avere successo, bisogna scegliere il proprio pubblico, per essere certi di solleticare l’interesse e accendere nella mente la scintilla della curiosità.
Per questo motivo è importante conoscere le diverse piattaforme di crowdfunding e scegliere quella più in linea con l’idea che si intende concretizzare. A questo punto, si pubblica il progetto, curandolo anche dal punto di vista estetico, scegliendo con cura le immagini e il visual da proporre per attirare l’attenzione del pubblico.
Cosa fare prima di una campagna
A volte ci vogliono mesi di preparazione per avviare una campagna che si vuole condurre al successo. L’improvvisazione non paga e soprattutto c’è un elemento imprescindibile che rappresenta le fondamenta dell’intera struttura: la community.
L’errore più frequente che compie chi lancia una campagna di crowdfunding improvvisando, è quello di considerare questo sistema una sorta di colletta. In pratica, come se fossero piattaforme su cui tendere la mano e raccogliere un po’ di soldi per partire con l’attività.
Non è così.
Le comunità di crowdfunding sono attive e pronte a sostenere un’idea brillante, a patto di sentirsi coinvolte nel raggiungimento di un obiettivo comune, dalla finalità elevata.
Per questo occorre tempo per pubblicare il progetto sulla piattaforma. Perché prima di lanciare una campagna è indispensabile avere un network forte di simpatizzanti, una comunità legata già ad un brand o al proprio nome, come accade nel caso di professionalità in vista come un coach o un personaggio noto.
Prima di una campagna inoltre è indispensabile avere un team di supporto. Amici anche o familiari che collaborano gratuitamente o senza troppe pretese, perlomeno all’inizio. Fare tutto da soli è molto difficile perché le attività da coordinare sono tante e, la maggior parte delle volte, da svolgere in contemporanea (per monitorare i vari canali di promozione, mandare avanti la strategia di marketing, presenziare a eventi).
È indispensabile un aiuto per scrivere i contenuti, scegliere le immagini e un titolo fulminante, magari realizzare anche un video, che quasi sempre è il vero elemento differenziante per una campagna di successo.
Piattaforme di crowdfunding
Se tutto il lavoro è stato svolto con precisione e impegno, è giunto il momento di scegliere la piattaforma di crowdfunding più in linea con le proprie esigenze. Ecco alcune delle più importanti realtà attualmente disponibili.
Kickstarter è la più grande piattaforma internazionale di crowdfunding e in pochi anni ha già fatto raccogliere miliardi di euro, mettendoli a disposizione dei progettisti vincitori.
Produzioni dal basso nasce nel 2005, quando ancora non si parlava di crowdfunding. L’impronta originaria è culturale, ma resta comunque una piattaforma generalista, potenzialmente perfetta per progetti vari e provenienti da ogni settore.
Eppela è anch’essa una piattaforma generalista, aperta a startup di qualsiasi settore.
Mamacrowd è una piattaforma di equity crowdfunding, su cui trovano spazio solo i progetti che prevedono una quota azionaria per i finanziatori.
Ulule ormai nota in tutto il mondo, aiuta a trovare fondi per idee focalizzate su musica, fumetti, film, storie di solidarietà.
Indiegogo ad oggi è seconda solo a Kickstarter, è ormai una piattaforma consolidata e accetta proposte di investimento in duplice modello, sia donation che reward.
Le piattaforme invece più specializzate in un determinato campo sono ad esempio:
- Music Raiser per il settore musicale
- Cineama per i professionisti del cinema
- Starteed mette a disposizione anche l’e-commerce, quindi è possibile vendere direttamente il prodotto finito online
- Pubblico bene si rivolge a lettori e giornalisti indipendenti
Una considerazione finale. In che modo guadagnano i siti di crowdfunding?
Ci sono diverse modalità, da valutare caso per caso. Alcune piattaforme chiedono una fee d’entrata per pubblicare il progetto, altre invece richiedono una percentuale solo se il progetto va a buon fine.
Crowdfunding, storie di successo
Sono ormai tanti i progetti realizzati utilizzando in modo efficace lo strumento del crowdfunding. Qui ne riportiamo alcuni che, per aspetti diversi, possono essere considerati di successo.
Città della Scienza a Napoli
Un caso emblematico dell’uso del crowdfunding in campo sociale riguarda la raccolta dei fondi per ricostruire la Città della Scienza di Napoli, distrutta da un incendio doloso il 4 marzo 2013.
Flavourly
L’azienda Flavourly basa il suo core business sulla consegna a domicilio di cibi gourmet, serviti in apposite confezioni (le flavour boxes) e accompagnati da birra “di nicchia”. Ryan O’Rorke, imprenditore scozzese è l’ideatore del marchio, che ha lanciato il progetto mettendo come base 600 euro di tasca propria. È poi riuscito a promuovere l’idea raccogliendo quasi 190mila euro in 24 ore, sulla piattaforma Angel’s Den, coinvolgendo un gruppo di 6000 investitori (business angels).
Hendo
Lo skateboard volante ispirato all’Hoverboard di “Ritorno al futuro 2” è un caso di successo clamoroso, che ha visto raccogliere più del doppio dei fondi richiesti. L’idea è venuta in mente ai ragazzi di Hendo, che hanno deciso di far diventare realtà lo skateboard a levitazione magnetica, richiedendo 250.000 dollari. L’idea deve essere piaciuta a molti, perché ne sono stati raccolti più del doppio, ossia oltre 500.000!
Merito anche dei premi previsti come ricompensa, tra cui una delle più allettanti era la “Whitebox” una scatola volante, offerta in cambio di donazioni dai 299 $ in su. All’interno della scatola c’era tutto l’occorrente per poter realizzare altri oggetti volanti. I vari componenti tecnologici presenti comprendevano anche le 4 elettrocalamite che permettono all’Hoverboard di sollevarsi da terra, dando l’effetto di volare.
Adult Wednesday Addams
In ambito cinematografico, Melissa Hunter, che ha immaginato la vita da adulta di Mercoledì Addams (la bambina della celebre serie “La Famiglia Addams”), è un caso che ha raccolto numerosi consensi. È nata una webserie esilarante, che ha letteralmente spopolato, tanto da decidere di realizzarne una seconda. Entrambe le stagioni sono state realizzate grazie al crowdfunding e in particolare la seconda ha raccolto oltre 15 mila dollari ossia il triplo di quanto la regista aveva richiesto.
Exploding Kitten
Infine, ecco un esempio strabiliante di raccolta fondi per un videogioco di carte, basato su gattini che esplodono. Il progetto si intitolava infatti Exploding kitten e, non appena lanciato sulla piattaforma, il suo successo è stato… esplosivo! Infatti il budget richiesto di 100.000 dollari è stato raggiunto nei primi 8 minuti dal lancio e in meno di un’ora si era già alla soglia del milione di dollari. La cifra finale della raccolta in 3 settimane è stata di 8.700.000 Dollari. Strabiliante.
Regole per costruire storie di successo
Il crowdfunding, come messo in evidenza dai casi di successo riportati, può diventare uno strumento davvero potente, se utilizzato in maniera corretta.
Regola aurea
Non si tratta di una mera raccolta di capitali per soddisfare un proprio desiderio. Anche il progetto in apparenza più semplice deve risultare utile per il pubblico di riferimento, rispondere ad esigenze ben identificate e soprattutto differenziarsi, come già accennato, affinché un investitore preferisca uno invece di un altro.
In quest’ottica dunque, il crowdfunding diventa un vero e proprio strumento di marketing, di prevendita, di creazione di una community e di branding. Va da sé che, seguendo questa prospettiva, il progetto diventa più complesso da gestire ma è l’unico modo per gettare le fondamenta del suo successo.
Elementi principali indispensabili per costruire una storia di successo
- L’idea deve essere innovativa ma risultare fattibile, all’avanguardia ma credibile
- Il progetto deve individuare una reale necessità del pubblico ed essere in grado di soddisfarla
- La complessità del progetto si affronta con un’adeguata formazione. È indispensabile prepararsi e documentarsi
- La preparazione di un business plan è fondamentale per non perdere di vista l’obiettivo della campagna ovvero la realizzazione di un prodotto o un’iniziativa. Il crowdfunding deve rimanere lo strumento e non diventare il fine
- Metterci la faccia è essenziale. In questo modo si crea la community, si attirano consensi, si instaura una relazione di fiducia con i propri sostenitori, si alimenta un sogno condiviso.
- Dall’analisi comparata dei migliori casi di successo emerge che ci sono fattori cruciali comuni a tutti e che sono risultati determinanti nel garantire la riuscita del progetto.
In particolare i progetti che risultano vincenti:
- sono molto finalizzati e con risultati verificabili
- hanno una presentazione breve ma efficace e convincente
- presentano ricompense allettanti in reward e donation
- definiscono un’attenta strategia di marketing e comunicazione
- contano su ideatori sempre in prima linea e visibili
Sostenitori, cosa possono fare e cosa no
Se finalmente tutto è pronto per la pubblicazione sulla piattaforma, non resta che attendere il riscontro da parte dei sostenitori.
Si tratta di persone comuni che spesso accedono alla piattaforma perché invitate dal progettista che conoscono. Altre volte, si tratta invece di imprenditori o aziende che partecipano con una quota (anche minima) perché condividono l’idea e vogliono finanziarla per ottenere benefici dalla sua immissione sul mercato.
Vista l’importanza cruciale del ruolo dei sostenitori nell’ambito di un progetto di crowdfunding, risulta chiaro che l’errore più grande che un progettista possa fare è di dimenticarli non appena raggiunto lo scopo ovvero di racimolare i soldi.
La comunità di sostenitori invece ama essere ringraziata ma soprattutto tenuta in considerazione. L’ispirazione principale che li spinge a donare è di tipo emotivo.
Ciò che più si aspettano da un progettista, oltre ovviamente di utilizzare i fondi raccolti esclusivamente per lo scopo prefisso, è la sua gratitudine e la continuità della relazione nel tempo, con aggiornamenti sui progressi fatti o eventualmente un nuovo coinvolgimento per un secondo progetto da realizzare.