Nelle scorse ore, Google ha spiegato perché il suo algoritmo classifica in maniera diversa le keyword singolari e plurali.
John Mueller, famoso analista che lavora per il motore di ricerca, ha spiegato i motivi dietro a questo particolare comportamento dell’algoritmo.
Google: il dubbio di un webmaster sul ranking delle parole singolari e plurali
A John Mueller è stato chiesto perché il motore di ricerca classifica in maniera diversa pagine contenenti le stesse parole chiave, che cambiano solo per il singolare e il plurale.
Un webmaster, infatti, ha spiegato che il sito di un suo cliente si è ritrovato con pagine indicizzate in maniera diversa, nonostante cambiassero solo il plurale e il singolare delle parole chiave.
Il webmaster ha domandato:
“Ho una domanda sulla forma singolare e plurale delle parole chiave.
Uno dei nostri clienti usa la parola chiave “casetta da giardino Sydney” e “casette da giardino Sydney”.
Ora, per quanto riguarda “casette da giardino Sydney”, la pagina della categoria, essa si posiziona su Google.
Ma per quanto riguarda la versione singolare “casetta da giardino Sydney”, essa è indicizzata singolarmente su Google anziché come inclusa nella pagina della categoria.
Perché succede ciò? Entrambe le parole chiave sono uguali, solo che cambiano i singolari e i plurali”.
Il SEO, sostanzialmente, non capisce perché le due versioni della stessa parola chiave si classificano separatamente e diversamente all’interno dei risultati di ricerca.
La spiegazione di Mueller
John Mueller, innanzitutto, ha rilasciato una dichiarazione con la quale spiegava che ciò che stava per dire era un ragionamento in generale e non specifico per il sito del cliente.
Quindi, Mueller ha iniziato a condividere i dettagli del perché l’algoritmo di Google restituisce risultati diversi per alcune query che variano solo sui singolari e plurali, anche se esse possono essere viste come sinonimi.
“Può capitare che vediamo quelle query come se fossero diverse. E quando le vediamo leggermente diverse, allora capita di pensare che convenga mostrare singolarmente queste pagine.
Quindi, per quanto riguarda il singolare e il plurale, riconosciamo che sono più o meno sinonimi. Ma riconosciamo anche che forse c’è qualcosa di unico in uno di essi.
Ad esempio, se stai cercando un plurale forse sei più interessato ad un elenco o una pagina di confronto o forse ad una pagina contenente diversi tipi degli elementi ricercati.
Quindi ciò è qualcosa di cui i nostri sistemi cercano di tenere conto e ciò può comportare risultati leggermente diversi per le stesse parole chiave scritte in singolare e in plurale”.
La risposta di Mueller sembra scontata, ma non lo è affatto.
Quando un utente cerca con un plurale, per alcune ricerche significa che si aspetta di vedere risultati contenenti un confronto tra prodotti o servizi, ad esempio.
Questo è il motivo per il quale il cliente del SEO che ha posto la domanda si è classificato con una pagina di una categoria per la keyword plurale.
La pagina della categoria soddisfa quell’utente che è alla ricerca di un elenco di più prodotti (decisamente più inerente alla versione plurale della frase chiave).
Difficoltà di aggiornamento delle pagine per passare dal plurale al singolare e viceversa
Mueller ha poi parlato della difficoltà di provare ad aggiornare le pagine per classificare la pagina desiderata per una versione singolare o plurale di una stessa frase chiave.
“È un po ‘complicato quando ti trovi in questa situazione. Vuoi che si classifichi una determinata forma di una parola chiave, ma non vuoi perdere la pagina già classificata.
È qualcosa per la quale tu puoi fare poco. Al massimo puoi modificare le singole parole siano nella forma corretta e che tutto sia collegato in maniera corretta internamente.
La cosa, però, è davvero complicata..
Quindi, prima di decidere di volere lo stesso rango per una pagina sia per il singolare che il plurale, confrontati con altre persone. Chiedigli se ha senso fare questo sforzo.
Un’altra cosa che puoi fare, se la pagina che è attualmente messa bene in classifica, è lavorare sui link interni. Puoi inserire una sorta di invito all’azione su di essa e spingere gli utenti a visitare anche l’altra versione della pagina”.
A parer nostro, è meglio non toccare quelle pagine che già si sono classificate bene nei risultati di ricerca.
Cercare di “riparare” una pagina che non è rotta potrebbe effettivamente ritorcersi contro di noi, facendoci perdere la posizione in classifica per una delle versioni delle parole chiave. In questo caso è inutile e rischioso tentare di ottimizzare per un nuovo scopo qualcosa che è già ottima in un altro aspetto.
Molti SEO avevano intuito questa classificazione diversa per i plurali e i singolari. John Mueller, però, ha finalmente spiegato qual è la logica dietro a questo fenomeno.