La Regione Emilia Romagna si è subito attivata per affrontare le criticità legate all’emergenza sanitaria del Coronavirus 2020. Una regione che da sempre vive di eventi e spettacoli, punto nevralgico dell’economia e del turismo. Gli operatori del settore sono almeno 12 mila e necessitano di misure tempestive e strumenti per arginare l’impatto economico purtroppo così negativo sul settore.
Ad oggi tutte le manifestazioni, eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura (cinematografici, teatrali..) in programma fino al 3 aprile sono stati cancellati.
Vediamo nello specifico le prime misure d’intervento contro le criticità del momento.
Emilia Romagna, misure di sostegno alle imprese dello spettacolo
L’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Felicori, ha partecipato all’incontro in videoconferenza con associazioni culturali e rappresentanti del settore, per fare il punto della situazione. Le prime misure riguardano:
- in primo luogo, gli ammortizzatori sociali, visto l’accordo con i Sindacati per la cassa integrazione in deroga
- la moratoria dei mutui
- una proroga per i pagamenti delle imposte, tasse e contributi
- prestiti da concedere alle imprese a tasso zero per 36 mesi
L’intervento successivo riguarderà la ricognizione di tutte le perdite economiche subite dal sistema. Ci sarà a disposizione un questionario online da compilare, per testare la situazione nel modo più omogeneo possibile.
Una parte importante del sostegno alle imprese e agli operatori del settore, riguarda i contributi concessi con progetti finanziati per il 2019-2020. In questo senso, si richiede di accelerare l’erogazione del saldo per i progetti del 2019 e di anticipare il prima possibile un anticipo su quelli del 2020. Per raggiungere tale obiettivo, è indispensabile rivedere i tempi di presentazione per le rendicontazioni e in questo senso, la Giunta regionale sta già provvedendo.
Infine si procederà ad un adeguamento delle regole previste per i finanziamenti regionali, al fine di evitare un calo dei contributi e sostenere le attività che hanno dovuto chiudere i battenti o ridurre le ore di lavoro.