A partire da ora, LinkedIn prenderà in considerazione il tempo di visualizzazione di un post come fattore per mostrare il post nel feed della piattaforma.
Il social network sta aggiornando l’algoritmo che utilizza per scegliere quali contenuti mostrare agli utenti. L’algoritmo, infatti, ora terrà conto del tempo che gli utenti spenderanno fermi su un post.
Vediamo cosa comporterà tutto ciò.
LinkedIn: come classifica i contenuti
Sin da quando un utente accede per la prima volta alla piattaforma, ci sono migliaia di post “candidati” ad apparire nel suo feed.
Questi post, ovviamente, vengono selezionati da un algoritmo in base ad una serie di fattori.
Il fattori utilizzati, oltre a tenere conto dei gusti dei singoli utenti, tengono conto anche di come la community interagisce con essi.
LikedIn classifica i post in base a varie logiche, ora vi illustreremo quella che tiene conto delle interazioni degli utenti.
Interazioni degli utenti
Un primo modo con cui il social classifica i post tiene conto delle interazioni che hanno gli utenti con essi.
In particolare, vengono tenute in considerazione:
- Reazioni
- Commenti
- Condivisioni
Ciò non vuol dire che è sufficiente condividere all’infinito con un account lo stesso post. Il social, infatti, ha tenuto in considerazione tale possibilità e penalizza nei ranking quei post condivisi più volte dallo stesso utente.
Ciò non vale per i commenti. Più un post riceve commenti (specie se da diversi utenti) più migliora la sua posizione tra i post in classifica per essere mostrati nel feed degli utenti.
Perché il tempo di visualizzazione è importante
Un algoritmo che si basa esclusivamente sulle interazioni degli utenti, purtroppo, ha anche dei punti deboli.
Ad esempio, i clic e le altre interazioni possono essere pochi, soprattutto se gli utenti a cui appare il post in questione non amano interagire con i contenuti, ma amano leggerli.
Un’altra limitazione è la natura binaria dei clic e delle azioni virali. Essi o sono eseguiti o non lo sono, non c’è una via di mezzo.
L’algoritmo di LinkedIn rileva se un’azione è stata eseguita, ma non quanto tempo un utente ha trascorso su un contenuto dopo aver effettuato un’azione.
È chiaro che un post visualizzato con attenzione per 5 minuti merita di più, solitamente, rispetto ad un post che ha ricevuto un like e sul quale nessun utente si è soffermato.
Per ovviare a queste carenze, il social ha iniziato a tenere in considerazione il tempo di visualizzazione dei post.
Il tempo di visualizzazione dei post offre i seguenti vantaggi rispetto alla sola conta dei clic e delle varie interazioni:
- È sempre misurabile.
- Misura in maniera reale il livello di coinvolgimento degli utenti.
- Non vi è mai carenza di dati per classificare un post.
Cos’è il tempo di visualizzazione
LinkedIn ha definito nel seguente modo il tempo di visualizzazione:
“Ad un certo livello, ogni aggiornamento visto nel feed genera due tipi di tempo di visualizzazione.
Il primo è il tempo di visualizzazione nel feed, che inizia ad essere calcolato quando almeno la metà di un post è visibile all’utente che sta navigando.
Il secondo è il tempo di visualizzazione “dopo il click”, che è il tempo speso su un contenuto dopo che l’utente ha cliccato su di esso”.
Il social network, quindi, ha deciso di dare una certa rilevanza al tempo di visualizzazione andandolo ad analizzare in ogni sua sfaccettatura.
Il tempo di visualizzazione su LinkedIn
Gli utenti di LinkedIn tendono a dedicare più tempo alla visualizzazione dei post con i quali poi interagiscono.
Sapendo ciò, LinkedIn ha integrato il tempo di visualizzazione nel suo algoritmo che seleziona i post da mostrare nel feed per aumentare la probabilità che gli utenti vedano post con cui interagiranno.
Per gli esperti di marketing, ciò significa che bisogna creare post su che non solo catturino l’attenzione della gente, ma che la mantengano per un lungo periodo di tempo.
LinkedIn non è il primo social network a inserire il tempo di permanenza nel suo algoritmo. Anche Facebook lo ha fatto molto tempo fa.
In futuro, i post di maggior successo non saranno sempre quelli che ottengono più mi piace, commenti e condivisioni.
Questi segnali non avranno più il valore che avevano un tempo se le persone non trascorreranno del tempo sui contenuti con i quali interagiranno.