Mark Zuckerberg, nelle scorse ore, ha annunciato che i pagamenti digitali tramite WhatsApp sono in fase di test in Brasile.
Questa nuova funzione somiglia tantissimo a quella già presente su WeChat e diffusissima in Cina.
L’applicazione di messaggistica non è la prima grande realtà che decide di entrare in un settore di competenza non sua: quello dei pagamenti digitali.
WhatsApp: pagamenti digitali in fase di test
Nelle scorse ore, Mark Zuckerberg ha annunciato l’arrivo dei pagamenti digitali tramite WhatsApp. La funzione, attualmente, è in fase di test esclusivamente sul territorio brasiliano. Se le cose dovessero andare bene, però, essa verrà rapidamente implementata in tutto il mondo.
Nel post che ha pubblicato sul suo profilo Facebook, Zuckerberg ha dichiarato:
“Oggi stiamo iniziando a implementare i pagamenti digitali per le persone che utilizzano WhatsApp in Brasile. Stiamo rendendo l’invio e la ricezione di denaro facile al pari di condividere foto. Stiamo anche consentendo alle piccole imprese di effettuare vendite direttamente all’interno dell’applicazione.
Per fare ciò, stiamo utilizzando Facebook Pay, che fornisce un modo sicuro per effettuare pagamenti attraverso le nostre app. Voglio ringraziare tutti i nostri partner per aver reso possibile tutto ciò. Collaboriamo con banche locali, tra cui Banco do Brasil, Nubank, Sicredi e Cielo, il principale processore di pagamenti per i commercianti in Brasile.
Il Brasile è il primo paese in cui stiamo ampiamente implementando pagamenti via WhatsApp. Altre novità in arrivo presto!”.
Facebook Pay, quindi, avrà un ruolo da protagonista e sarà la vera macchina da guerra dietro questa rivoluzione digitale dei pagamenti.
La piattaforma, similmente ad altri servizi quali Apple Pay, Google Pay, Samsung Pay e così via, fungerà solo da “contenitore” per le nostre informazioni di pagamento. Ad essa, infatti, dovremo collegare le nostre carte o i nostri conti correnti.
Casi simili
Come detto, ci sono moltissimi casi simili di applicazioni che fungono da contenitore per le informazioni di pagamento.
Alcune di esse, oltre che da contenitore di informazioni, fungono anche da deposito vero e proprio per il nostro denaro. Un esempio è PayPal.
Quest’ultima piattaforma per questioni legali va collegata ad una carta, ma poi può gestire autonomamente un deposito di denaro senza limiti e senza alcuna dipendenza da altri istituti di pagamento. Recentemente, PayPal ha anche introdotto la possibilità di scaricare un proprio QR (sia per privati che per commercianti) da utilizzare per ricevere pagamenti. Arrivati alla cassa del supermercato, ad esempio, basterà avere denaro sul saldo PayPal (e non per forza sui conti collegati), inquadrare il QR ed il gioco sarà fatto!
La nuova funzione di WhatsApp, a differenza di PayPal e di molte altre piattaforme, è caratterizzata dall’aspetto social. Essa, infatti, è molto più simile ai pagamenti effettuabili via WeChat (utilizzata dalla quasi totalità della popolazione cinese come mezzo di pagamento).
I vantaggi e gli svantaggi
Va detto che molte banche hanno rilasciato le loro applicazioni, tramite le quali è possibile trasferire in pochi secondi denaro ad altre persone. Dove sta l’innovazione dell’applicazione di Zuckerberg allora?
Le varie applicazioni per i pagamenti digitali e per l’home banking, salvo casi eccezionali, non permettono il trasferimento rapido di denaro verso utenti che non condividono la nostra stessa piattaforma. Ciò, invece, non dovrebbe accadere con la nuova funzione dell’app di messaggistica.
Essa, infatti, farà da tramite tra numerose realtà che si appoggiano ad enti finanziari differenti.
Inoltre, a differenza di altre applicazioni per i pagamenti digitali (Apple Pay, ad esempio), che permettono il trasferimento solo dal consumatore all’attività commerciale, la nuova funzione di WhatsApp permetterà il trasferimento di denaro anche tra privati. Dividere la pizza del sabato, quindi, diventerà più semplice che mai!
Il servizio di pagamento sarà gratuito per i consumatori. La nota dolente, purtroppo, è per le attività, che dovranno pagare il 3,99% per ogni pagamento ricevuto.
Con queste commissioni così alte, a parer nostro, lo sdoganamento definitivo dei pagamenti elettronici è ancora molto lontano.