Rilasciato da Google nel 2012, l’algoritmo Page Layout punta a premiare quei siti che hanno pochi ads nella loro parte alta.
John Mueller, Webmaster Trends Analyst presso Google, ha pubblicato alcuni interessanti tweet nei quali spiega alcuni aspetti poco chiari dell’algoritmo. Con le sue parole, l’analista potrebbe aver aperto un mondo di possibilità a chi si occupa di SEO.
Page Layout: cos’è
Come detto, Page Layout è uno dei tanti algoritmi utilizzati da Google per determinare la posizione di una pagina tra i risultati di ricerca.
Questo algoritmo è stato introdotto nel 2012. Il suo obiettivo è quello di premiare le pagine che non mostrano troppi ads nella loro parte “above the fold”.
Con “above the fold” si intende quella parte di una pagina web che appare sullo schermo senza dover scorrere appena clicchiamo su un link che riconduce ad essa.
Grazie a questo algoritmo, quindi, i siti che posizionano più contenuti e meno ads nella parte “above the fold” vengono premiati.
Tutto ciò è stato fatto al fine di migliorare l’esperienza degli utenti, che spesso si ritrovavano su siti con quintali di ads e pochissimi contenuti.
Matt Cutts, tra i primi impiegati di Google ed attualmente amministratore di U.S. Digital Service, quando fu rilasciato l’algoritmo dichiarò:
“Quei siti che non presentano molti contenuti “Above the Fold” potrebbero essere soggetti a questo cambiamento. Se clicchi su un sito e la parte di pagina che compare per prima non presenta contenuti visibili oppure dedica troppo spazio alle Ads, la tua esperienza come utente non risulterà particolarmente buona. Siti di questo tipo potrebbero non posizionarsi più così bene in futuro”.
Le sue parole furono premonitrici. L’1% delle ricerche globali, infatti, subì l’influenza dell’algoritmo.
Novità circa l’algoritmo
Sino ad oggi, come detto, tutta la comunità SEO ha pensato che questo algoritmo si concentrasse unicamente sul numero degli ads nella parte above the fold dei siti.
In un tweet pubblicato nelle scorse ore, però, John Mueller ha smentito in parte la cosa. L’uomo, infatti, ha dichiarato:
“In linea generale, non è una questione di quanti ads sono presenti, ma si tratta più di quanto risulta facile per gli utenti trovare il contenuto che stanno cercando quando visitano la pagina”.
Ad 8 anni dal lancio di Page Layout, quindi, potremmo aver scoperto che l’algoritmo non va a colpire le pagine con troppi ads nella sezione above the fold. Esso, piuttosto, va a penalizzare quelle pagine che risultano di difficile lettura per gli utenti a causa di contenuti posizionati male (magari perché coperti da troppi ads).
Page Layout: qual è la verità?
Google, come al solito, è stata molto criptico con le sue dichiarazioni.
Noi crediamo che la verità stia nel mezzo. Probabilmente, Google premia quei siti che mettono in risalto il contenuto ricercato dagli utenti nella sezione above the fold. Il numero di ads, invece, non sarebbe un problema. Piuttosto, il problema vero è il loro posizionamento all’interno della pagina (in particolare nella sezione above the fold).
Tutto ciò potrebbe aprire un mondo tutto nuovo per chi lavora in campo SEO. Page Layout, infatti, non andrebbe più studiato in base al numero di ads, ma in base all’utilizzo degli spazi all’interno delle pagine web.