Ogilvy è una delle agenzie pubblicitarie più importanti al mondo.
Nelle scorse ore, il ramo italiano dell’agenzia ha pubblicato uno studio relativo al rapporto tra brand ed influencer durante la pandemia di COVID-19.
Il sondaggio a coinvolto più di 80 influencer e i suoi risultati possono tornare estremamente utili alle aziende.
Ogilvy: il perché dello studio
Luca De Fino, head of pr & influence di Ogilvy, ha spiegato che lo studio è stato fatto per capire quanto l’influencer marketing sia uno strumento utile durante la pandemia:
“In un momento come questo, abbiamo ritenuto importante fare un’approfondita riflessione su uno degli strumenti del marketing mix [l’influencer marketing, n.d.r.] che oggi può risultare davvero strategico per adattarsi alle nuove esigenze della comunicazione, che deve necessariamente essere più rilevante, valoriale, realistica, personale. Da un’analisi del mercato italiano, ma anche dall’ascolto degli influencer stessi, capiamo che oggi le parole chiave sono “digitale” e “autenticità”. Oggi, le persone scelgono brand che hanno qualcosa da dire e che agiscono concretamente. E i brand spesso scelgono di parlare attraverso gli influencer, capaci di avvicinarli alla loro audience. Inoltre, questa è forse una grande opportunità per far evolvere l’intera industry: da mero strumento di advertising a vero e proprio modello di produzione dei contenuti basato sui talenti e le capacità professionali degli influencer”.
In pratica, lo studio è andato ad indagare quanto l’influencer marketing sia efficace anche nel corso di una pandemia.
Vantaggi dell’influencer marketing durante la pandemia. Modello R.A.I.S.E.
Ogilvy ha individuato tre parole chiave da tenere in considerazione in questi giorni:
- Purposeful: i consumatori, vista la situazione contingente, prestano maggiore attenzione ai brand che comunicano valori.
- Meaningful: bisogna evitare quella frenesia che nasce dal voler essere presenti ovunque ad ogni costo.
- Authentic: i brand devono essere più autentici ed identificabili che mai. Essi non devono porsi al di sopra delle persone, ma stare tra esse.
È evidente che i principi dati da queste tre parole chiave sono perfettamente perseguibili attraverso l’influencer marketing.
Lo hanno capito anche realtà non avvezze ai social che essi sono un ottimo strumento per aumentare la propria reach. Ad esempio, la Croce Rossa italiana ha aperto un profilo su Tik Tok!
Tramite gli influencer, inoltre, si può fare anche advocacy marketing. Il 92% dei consumatori, infatti, si fida di più delle persone che dei brand. Un influencer che loda un prodotto equivale a delle recensioni positive che fanno aumentare la fiducia del consumatore.
Un influencer, inoltre, rappresenta un canale altamente integrato con tutti gli strumenti del marketing mix. Ciò permette alle aziende di ottimizzare le risorse economiche (oggi quanto mai limitate) nel marketing.
Inoltre, l’influencer marketing permette di comunicare con semplicità ed empatia con i consumatori. Gli influencer sono persone con una storia e, a differenza dei marchi, riescono ad “entrare” meglio nelle vite delle persone.
Tutto ciò va a costituire il cosiddetto modello R.A.I.S.E. (Reach, Advocacy, Integration, Semplicity, Empathy) formulato da Ogilvy con questo studio.
I risultati dello studio di Ogilvy
Gli influencer hanno dichiarato che la loro presenza sui social è stata influenzata dalla pandemia. A seconda della piattaforma, essi hanno dovuto adottare nuove abitudini di comunicare.
- Facebook. Gli influencer hanno dichiarato che si stanno concentrando sul consigliare comportamenti adatti a prevenire la diffusione del COVID-19.
- Instagram. Gli influencer hanno dichiarato che stanno spendendo più tempo ad ispirare ed intrattenere i loro follower.
- TikTok. Gli influencer hanno dichiarato di comportarsi come “compagni” di quarantena e di puntare molto sull’ironia, ma con fini educativi.
- Twitter. La piattaforma è molto usata per promuovere progetti di beneficenza e per comunicazioni ufficiali.
- YouTube e Twitch. Gli influencer stanno spendendo molto più tempo ad intrattenere gli utenti (non a caso c’è stata un’esplosione degli streaming).
L’85% degli influencer ha affermato che ha dovuto cambiare il modo di produrre contenuti a causa del COVID-19. Quest’ultimo, inoltre, è diventato l’argomento centrale di molti dei contenuti pubblicati.
Cosa devono fare le aziende
Gli influencer hanno dichiarato che il dialogo che avevano con le aziende non si è interrotto. Anzi, molti influencer (circa il 43% degli intervistati) hanno dichiarato che nelle ultime due settimane sono stati contattati da aziende con cui non avevano mai collaborato!
I brand che sono rimasti “fermi”, quindi, devono darsi da fare e non interrompere le loro campagne di influencer marketing.
Gli influencer hanno dichiarato che preferirebbero concentrare le collaborazioni su argomenti di un certo livello e di valore sociale. I brand, quindi, devono capire che il trend del momento è di puntare su argomenti importanti dal punto di vista sociale.
Lo studio completo è presente al seguente link.