L’ipotesi al vaglio del governo è quella di adottare, anche in Italia, il modello già applicato in Francia e Germania. Si tratta di indennizzi a fondo perduto da distribuire alle aziende. Contributi minimi, fino ad un massimo di 10 mila euro ma che non prevedono alcun obbligo di restituzione da parte dei beneficiari.
Indennizzi a fondo perduto per le piccole imprese: i modelli francese e tedesco
Le prime anticipazioni arrivano dal ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli. Il governo sta lavorando al decreto aprile, che dovrebbe prevedere numerose novità sia per le famiglie che per le aziende italiane.
Per quanto riguarda le PMI, e nella fattispecie le piccole aziende, gli indennizzi previsti dovrebbero partire dai 1000 euro senza superare i 10 mila. Ma, l’aspetto importante è che si tratterebbe di denaro a fondo perduto. Liquidità che è linfa vitale per gli imprenditori, da impiegare per mandare avanti le attività o retribuire il personale, ma senza la preoccupazione di doverli restituire, seppur nel lungo periodo.
È esattamente ciò che è già accaduto in Francia e in Germania. Secondo il modello francese, le piccolissime aziende hanno ricevuto indennizzi compresi tra i 1.500 € e i 2.500 €, a fondo perduto. Il modello tedesco invece ha previsto l’erogazione a fondo perduto, di 9 mila euro per le aziende con meno di nove dipendenti e di 14 mila euro per le imprese che contano invece 25 dipendenti al massimo.
Secondo quanto dichiarato dal ministro Patuanelli, sono proprio queste le cifre prese in considerazione per replicare il modello anche in Italia. Va da sè che tutto dipende dalla consistenza delle risorse destinate alla liquidità a fondo perduto per le PMI.
Considerando la presenza di circa 4 milioni di imprese, seguendo il modello francese e ipotizzano 1000 euro ad ognuna, allora occorrono 4 miliardi. Seguire invece il modello tedesco e ipotizzando circa 10 mila euro ad agni azienda, allora la liquidità da mettere in conto è di circa 40 miliardi.