Nielsen ha pubblicato un report che ci permette di capire come il COVID-19 abbia influenzato il mercato pubblicitario.
Nel solo mese di aprile, il mercato pubblicitario ha visto una riduzione del -44,2% degli investimenti. In negativo anche l’intervallo di tempo compreso nel periodo gennaio-aprile.
Maggio, fortunatamente, vede già una ripresa degli investimenti in pubblicità.
Nielsen: aprile da incubo per il mercato pubblicitario
Nelle scorse ore, Nielsen ha rilasciato un interessante report circa gli investimenti fatti in pubblicità.
La pandemia dovuta al COVID-19, purtroppo, ha colpito pesantemente anche questo mercato, che ha visto vistosi cali di spesa da parte dei reparti marketing.
Rispetto ad aprile 2019, l’intero settore pubblicitario ha visto un calo degli investimenti pari al -44,2%. Tale calo è stato talmente forte che ha influenzato tutto il primo quadrimestre del 2020, che segna un calo complessivo degli investimenti pari al -22,5%.
La TV, da sempre mezzo principe della pubblicità, ad aprile ha perso il 45,5%, chiudendo il quadrimestre con un triste -19,2%.
Anche i quotidiani hanno perso molti introiti, perdendo il 40,3% di introiti pubblicitari nel mese di aprile (-24,1% complessivo nel quadrimestre).
I periodici se la sono vista peggio dei cugini quotidiani. Essi, infatti, hanno perso il 56,5% solo ad aprile e il 33,3% se consideriamo tutto il quadrimestre.
Internet anche ha perso molti introiti derivanti dalla pubblicità. A differenza di altri settori, però, i danni sono stati “contenuti”. Il web, infatti, ha segnato un -31,9% ad aprile ed un “modesto” -12,5% se consideriamo tutto il primo quadrimestre del 2020.
Crisi nera per la pubblicità sui mezzi di trasporto. Il transit ha perso l’88,4% nel mese di aprile e il 47,7% nel corso del primo quadrimestre. Difficile vendere pubblicità sui mezzi di trasporto, se non c’è nessuno in giro.
Anche le pubblicità via posta hanno subito un brusco calo del 71,9% ad aprile (-36,8% considerando il periodo gennaio – aprile).
Investimenti per settori: si salvano solo enti, istituzioni e gestione della casa
Se andiamo ad analizzare i settori ai quali appartengono i prodotti e i servizi sponsorizzati, gli investimenti pubblicitari sono calati per quasi tutti essi.
Gli unici a salvarsi considerando il primo quadrimestre del 2020 sono gli enti e le istituzioni, che hanno investito lo 0,3% in più in pubblicità, e le aziende che vendono prodotti per la gestione della casa, che hanno investito il 2,9% in più.
Se poi vogliamo dare uno sguardo al solo mese di aprile, l’unico settore merceologico che non ha segnato un calo è media/editoria, che segna un aumento dei soldi investiti in pubblicità dell’1,5%.
Alberto Dal Sasso, AIS managing director di Nielsen, ha dichiarato:
“Avevamo previsto che il mercato pubblicitario ad aprile avrebbe avuto un andamento peggiore dei mesi precedenti, perché coincidente con la chiusura totale. In Italia, così come anche in altri Paesi europei, aprile è stato il mese in cui si è verificato uno squilibrio tra domanda ed offerta di pubblicità mai sperimentato in passato nelle modalità che abbiamo conosciuto durante il lockdown, con picchi di audience elevati e, per contro, investimenti pubblicitari stagnanti. Già a maggio, con l’allentamento delle limitazioni, gli investitori hanno cominciato a riaffacciarsi”.
Maggio in ripresa
Come detto da Alberto Dal Sasso, a maggio gli inserzionisti hanno già ripreso ad investire in pubblicità.
Molti inserzionisti stanno acquistando spazi pubblicitari sulle varie piattaforme. La maggior parte degli annunci contiene messaggi positivi e che invogliano a tornare alla normalità. La maggior parte delle pubblicità, infatti, contiene qualche riferimento al COVID-19 e al fatto che dobbiamo combatterlo e riprenderci le nostre vite.
Dal Sasso ha spiegato perché le pubblicità post-lockdown offrono questi contenuti ed ha anche sottolineato come il virus influenzi anche le borse mondiali:
“Mentre Keynes torna a essere uno degli economisti più citati, ci muoviamo tra segnali di borsa altalenanti e molto sensibili alle fluttuazioni delle curve dei contagi. In questo quadro, le aziende hanno bisogno in primis di fiducia nel futuro e di segnali di ripartenza dei consumi per riprendere la strada giusta, oltre che di sostegno reale da parte delle istituzioni, in Italia ed in Europa. Dobbiamo guardare al mese di aprile come qualcosa ormai dietro alle nostre spalle, come il confine tra la chiusura e la ripartenza”.
Aprile, quindi, va visto anche come una sorta di esperimento mai affrontato prima dal settore pubblicitario. Esso ci ha fatto capire che nessuna piattaforma (nemmeno il mondo online) è al sicuro dagli eventi che accadono nel mondo e che innovare, anche in campo pubblicitario, è l’unico modo per evitare batoste come quella di cui abbiamo scritto.