Come aprire un supermercato? Se la tua intenzione è quella di avviare un’attività nel campo della grande distribuzione organizzata, questo è l’articolo che fa al caso tuo. Prima di partire è necessario scoprire nel dettaglio quali sono le opportunità che attualmente ci offre il mercato. Ma anche se ne vale la pena oppure no.
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Come aprire un supermercato
Partiamo intanto da un concetto molto importante: l’essere umano mangia. Per vivere abbiamo bisogno di nutrirci. Il cibo è uno di quei beni di primaria importanza a cui nessuno di noi può rinunciare. E’ inevitabile, pertanto, che un’attività che si basa sull’acquisto di beni di estrema necessità, come il pane da mettere in tavola, sia una tipologia di esercizio che difficilmente possa fallire. Anzi. Possiamo dire che la possibilità di ottenere ottimi guadagni è certa.
Ma come fare? Un’attività come quella di aprire un supermercato non è da prendere sotto gamba poiché richiede diversi requisiti e un investimento iniziale che di primo impatto potrebbe sembrare abbastanza gravoso. Vediamo ora di seguito quali sono tutti i passaggi da fare prima di aprire un punto vendita alimentari in franchising.
L’importanza del business plan
Il titolare di un’azienda non può avviare un’attività senza aver fatto chiarezza su quelli che siano gli obiettivi a cui aspirare o le migliori strategie da adottare per affrontare con serenità la concorrenza. E’ indispensabile, inoltre, fare un’analisi completa ed approfondita su quelli che possono essere gli ostacoli che ci si pongono davanti.
Prima dell’avvio dell’attività, quindi, ti conviene redigere un business plan che sia in grado di tenere conto di moltissimi diversi fattori. Un piano di programmazione per un supermercato deve prendere in esame:
- Relazione dell’attività e della situazione specifica in cui andrai a lavorare. A tal proposito ti consigliamo di descrivere nel dettaglio sia il funzionamento dell’esercizio che le varie dinamiche che possono presentarsi nel corso degli orari di apertura. Questi elementi ti permetteranno di fare ordini più mirati e oculati e, di conseguenza, di limitare il più possibile eventuali scarti di magazzino o eccedenze da gettare. Un esempio di tali fattori può essere, ad esempio, la percentuale di vegetariani o vegani nei dintorni. O anche la presenza di comunità straniere che mangiano cibo halal.
- Strategie di mercato. Per avere successo è indispensabile studiare attentamente le mosse dell’avversario. Analizza con attenzione, quindi, eventuali campagne promozionali o tipologie di articoli venduti dai concorrenti. Ma, soprattutto, cerca di capire e identificare quale sia il target di clienti che vuoi attirare e lavora per rifornirti dei prodotti che acquistano maggiormente.
- Piano esecutivo. Una volta chiarite le tue decisioni in campo imprenditoriale, mettile su carta. E usa questo documento come strumento per prendere le tue decisione e per impostare il lavoro dei tuoi dipendenti (se ne avrai).
- Management. Se è necessario assumere del personale, dovrai ricordarti che ogni dipendente dovrà avere sempre ben chiaro quale sia il suo ruolo e quali siano i compiti che dovrà svolgere durante l’orario di lavoro. Non dimenticarti che è indispensabile prevedere uno staff che si occupi delle pulizie quotidiane.
- Risorse economiche. Come abbiamo anticipato nel paragrafo precedente, l’investimento iniziale per l’apertura di un supermercato è abbastanza consistente. Nel caso in cui non dovessi avere grosse disponibilità, ti consigliamo di valutare eventuali piani di finanziamento con istituti di credito o eventuali soci.
- Obiettivi. Fai un piano di quali siano gli obiettivi a cui aspiri e quale sia il lasco di tempo in cui vuoi raggiungerli. Questo ti permetterà di avere nel corso dei mesi la situazione sotto controllo e di valutare l’andamento dell’attività.
Considerando che i punti del business plan di un supermercato sono molto specifici, ti consigliamo di prenderti un po’ di tempo per redigerlo con dovizia di particolari. Se hai paura di tralasciare qualche aspetto da parte, ti consigliamo di consultare un professionista.
Quali requisiti avere?
Aprire un supermercato non è un affare per tutti. I requisiti necessari per avviare un’attività nel settore della gdo che possa rivelarsi remunerativa con il tempo sono diversi. E nessuno di essi può essere preso sotto gamba. Altrimenti potresti rischiare di fare tantissima fatica ad ottenere un concreto ritorno di investimento.
Tra le caratteristiche di cui dobbiamo tenere a mente troviamo la varietà dei prodotti che andrai a disporre negli scaffali. Ogni categoria di articoli dovrà essere sempre ben rifornita. Senza dimenticarti che esistono alimenti come frutta, verdura, latticini, carne e pesce che sono facilmente deperibili.
Un altro fattore da non trascurare assolutamente riguarda la concorrenzialità dei prezzi. Cerca di fare in modo di mettere in vendita dei prodotti a prezzi onesti. Importi troppo alti rispetto alla media potrebbero far scappare i clienti. D’altro canto, importi troppo bassi potrebbero far pensare che gli articoli siano di dubbia qualità.
Come scegliere la location?
La location rappresenta il luogo in cui c’è la sede fisica dell’esercizio. Quando decidi di aprire un supermercato devi tener conto diversi elementi come, ad esempio, la facilità con cui i potenziali clienti possono raggiungere l’edificio. Ma anche la semplicità di trovare un parcheggio comodo. Meglio ancora se posizionato di fronte alle porte di ingresso e che sia gratuito.
Per aumentare i tuoi profitti, inoltre, dovrai valutare anche la possibilità di vendere prodotti alimentari. Ovvio è che, per ogni tipologia di cibo, devi prevedere opportuni macchinari che ne aiutino la conservazione. Siano essi frigoriferi (per latticini e carni) oppure congelatori (per prodotti surgelati). Sia da posizionare all’interno della superficie di vendita, che in magazzino. A tal proposito ti consigliamo di prediligere soluzioni che prevedono generosi spazi.
Ultimo dettaglio, ma non per questo meno importante, riguarda la possibilità di aumentare la percentuale di incasso organizzando all’interno dello spazio espositivo anche dell’altro. Ne è un esempio un corner shop di alimenti vegetariani o vegani. O un sushi bar. Ma anche un distributore dedicato alla vendita di latte crudo o di acqua sfusa.
Normative sul locale
La normativa di riferimento da prendere in esame se vuoi aprire un supermercato è la seguente:
- Legge 13/1989 – Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati;
- Dm 236/1989 – Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche;
- Dm 564/1992 – Regolamento concernente i criteri di sorvegliabilità dei locali adibiti a pubblici esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande;
- Dpr 503/1996 – Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici;
- Dpr 380/2001 – Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia;
- D. Lgs 81/2008 – Requisiti dei luoghi di lavoro;
- Regolamento edilizio e di igiene fornito dal Comune ove cui è localizzato l’edificio;
- Regolamento Asl locale;
- Requisiti richiesti dai Vigili del Fuoco.
Nel caso in cui hai deciso di aprire un supermercato utilizzando un edificio che in precedenza aveva una diversa destinazione, ti consigliamo di analizzare attentamente tutti gli aggiornamenti in materia di requisiti igienico sanitari che riguardano sia gli spazi espositivi della merce, sia quelli dedicati alla conservazione degli articoli (ad esempio il magazzino o le celle frigorifere). Ma anche le zone da dedicare agli spogliatoi dei dipendenti e quale sia la divisa più conforme secondo le ultime regole dell’Haccp.
Autorizzazioni
Prima di aprire un supermercato è necessario procurarsi tutte le autorizzazioni necessarie. A livello burocratico, infatti, un’attività come questa richiede un iter abbastanza complesso. Sia che tu decida di aprire un minimarket per conto tuo, sia nel caso in cui hai deciso di aprire un discount in franchising. Ma quali sono i permessi necessari?
Innanzitutto è indispensabile riuscire ad ottenere la licenza per vendere gli alimenti, un documento che in genere viene rilasciato direttamente dal Comune. In esso verrà certificata la tua esperienza di almeno 2 anni (durante gli ultimi 5) all’interno del campo dell’alimentare. In alternativa, puoi partecipare ad un corso apposito che viene periodicamente organizzato dalla Camera di Commercio della città di riferimento. Al termine di esso, ti verrà consegnato un attestato di partecipazione utile all’avvio dell’attività.
Per quanto riguarda i locali, invece, dovranno soddisfare tutti i requisiti imposti dalla normativa di riferimento. A tal proposito, ti consigliamo di affidarti a dei professionisti che lavorano da anni nel settore e che possono consigliarti le soluzioni più adatte alle tue esigenze. Nel caso in cui volessi avviare l’esercizio in franchising, invece, questa procedura ti risulterà molto più semplice poiché gran parte delle incombenze utili a mettere a norma l’edificio viene gestita dal franchisor.
Iter burocratico
L’iter burocratico che compete a chi vuole aprire un supermercato (sia in proprio che in franchising) richiede innanzitutto l’apertura della partita iva, che può essere effettuata anche grazie all’aiuto di un commercialista. In concomitanza ad essa, inoltre, deve avvenire l’iscrizione al registro delle imprese e l’apertura di posizioni previdenziali e fiscali (con Inps e Inail).
Nel caso in cui volessi rendere più visibile la tua attività, devi ricordarti di ottenere l’autorizzazione di esposizione insegna. Se, inoltre, hai previsto di attaccare adesivi nelle vetrine, dovrai informarti presso il tuo comune di riferimento quali sia la procedura per la tassa di pubblicità.
Da non dimenticare, infine, che per poter aprire le porte al pubblico in tutta tranquillità e serenità è indispensabile riuscire ad ottenere eventuali attestati HACCP e SAB. Ma anche avere in mano il nulla osta sanitario dell’Asl che viene conferito solo in seguito alla verifica della messa a norma dei locali. Sia per quel che riguarda l’agibilità e l’urbanistica, sia per quel che riguarda la sicurezza e l’igiene.
Corso SAB e HACCP
Fino al 2006 chiunque fosse titolare di un’attività di somministrazione di alimenti e bevande era tenuto ad essere iscritto al REC (Registro Esercenti il Commercio). Da questo anno, però, tale requisito è stato abolito. In sua sostituzione, è entrato in vigore la SAB, ossia l’abilitazione di Somministrazione di Alimenti e Bevande.
Il Decreto Legislativo 59/2010 prevede che chiunque sia intenzionato ad avviare un’attività che prevede la vendita di bevande e alimenti di qualsivoglia genere (e, quindi, anche chi vuole aprire un supermercato), deve essere in possesso di un attestato che dimostri la sua conoscenza di questo particolare settore merceologico. Ma ne deve sapere anche in merito di tutte quelle normative legislative, tributarie e in materia di sanità e igiene fondamentali per il corretto svolgimento dell’esercizio.
Attraverso il corso SAB è possibile conoscere a fondo tutti questi temi. Alla fine del percorso formativo, poi, è previsto un esame che decreta il livello di apprendimento ottenuto dal partecipante. I corsi SAB subiscono delle modifiche in base alla regione di frequentazione.
Il corso HACCP, invece, è conosciuto come il corso che diversi anni fa si faceva per ottenere il Libretto Sanitario. Durante le lezioni vengono per lo più analizzate le tematiche relative all’analisi dei rischi degli alimenti e i punti critici di controllo. L’attestato di partecipazione deve essere ottenuto da qualsiasi operatore che svolga un’attività nel campo alimentare. Dal titolare al semplice dipendente.
Rapporti con i dipendenti
La questione relativa ai dipendenti è davvero molto importante nel momento in cui decidi di aprire un supermercato. La quantità dello staff dipende innanzitutto dalle dimensioni dello spazio riservato all’esposizione dei prodotti. Se la tua idea è quella di inaugurare un minimarket con lo stretto indispensabile per la casa, potrai sempre valutare l’idea di occuparti da solo di tutto.
Se, invece, la tua intenzione è quella di aprire un grande ipermercato, dovrai prevedere turni di lavoro e un discreto numero di persone che siano in grado di coprire tutti gli orari di apertura dell’esercizio. Nel caso in cui fossero previsti anche reparti con alimenti freschi (ad esempio: gastronomia, pescheria o macelleria), dovrai ragionare anche sull’idea di formare il personale in modo tale che sia preparato adeguatamente per svolgere questo mestiere. La formazione dei propri subordinati, infatti, è un fattore da non prendere sotto gamba.
Nel caso in cui le dimensioni del tuo supermercato dovessero prevedere il lavoro di due o più dipendenti, ricordati che è di fondamentale importanza far capire loro subito quali siano il loro ruolo e le loro mansioni. Prima di procedere con le assunzioni, stila un dettagliato organigramma e prevedi una suddivisione gerarchica del lavoro in direttore, vicedirettore, caporeparto e operai. In questo modo sarà più semplice sia la gestione del lavoro che il rispetto del regolamento aziendale.
Come scegliere i fornitori
Vuoi aprire un supermercato ma non sai come scegliere i fornitori? La decisione su quali saranno i brand di cui rifornirti dipende molto dalla tipologia di attività che hai deciso di inaugurare. Nel caso in cui preferisci optare per un ipermercato in franchising, ad esempio, i contatti ti verranno forniti direttamente dal franchisor. Una situazione come questa, infatti, prevede che tutti i punti vendita abbiano le stesse tipologie merceologiche nei propri scaffali.
Nel caso in cui, invece, vuoi avviare un’attività che sia tutta tua, avrai più margine di scelta. In quest’ultimo caso ti consigliamo di identificare quale sia la categoria di clientela a cui vuoi rivolgerti e poi prendere con i contatti con le aziende di riferimento. Diverso discorso, quindi, se vuoi trattare solo cibi etnici. O alimenti vegani. Oppure pietanze halal. O ancora prodotti a chilometro zero.
Come gestire il magazzino
Quando parliamo di gestione del magazzino di un supermercato, la situazione è piuttosto complessa. Trattandosi di alimenti, infatti, è necessario fare estrema attenzione alla quantità di ordini effettuati. Una fornitura troppo elevata, ad esempio, può rischiare di farvi avere molte giacenze che poi vengono gettate. E in questo caso la perdita di guadagno è non indifferente. D’altro canto, se presumi di organizzare un periodo promozionale per alcuni cibi, devi prevedere una quantità maggiore di prodotti, onde evitare di trovarti sfornito.
Alcuni fornitori, tuttavia, per agevolare la vendita e la diffusione dei propri articoli, cercano di stipulare con i proprietari dell’attività dei contratti di fornitura in conto vendita. Questa particolare situazione prevede che tutte le merci che non vengono vendute entro una certa data dalla consegna, possano essere rese. E a carico tua rimarrà solamente la spesa relativa alle cose effettivamente vendute.
Aprire in proprio o in franchising: cosa conviene?
Aprire un supermercato in proprio è la scelta migliore per chi ha già lavorato all’interno di questo settore ed ha acquisito, nel corso degli anni, un’eccellente esperienza al riguardo. Questa opzione, ovviamente, ha i suoi pro e i suoi contro. Tra i punti a favore c’è la possibilità di scelta a 360 gradi di ogni dettaglio dell’attività. Dalla scelta dei dipendenti a quella della disposizione della merce negli scaffali. Alle offerte promozionali. D’altro canto, come punto negativo dobbiamo segnalarti il rischio di impresa che può prevedere enormi guadagni o può provocare ingenti perdite di denaro.
Avviare questa attività in franchising, invece, permette di ridurre di molto il rischio di impresa. Anche grazie all’utilizzo di un marchio già noto. E a dei contratti convenzionati con determinati fornitori. La marginalità, inoltre, è spesso molto alta e viene garantita entro certe soglie percentuali. Come punto a sfavore, non possiamo dimenticare la possibilità ridotta sulle scelte di forniture e allestimenti. Questa opzione rimane quella più indicata a chi è alle prime armi.
I 3 più famosi brand di supermercati in franchising
Dopo aver analizzato tutti gli aspetti riguardanti l’avvio di un’attività nel campo della gdo, ti presentiamo ora i 3 più famosi brand di supermercati in franchising presenti attualmente nel panorama italiano. Scopri quale sia quello che corrisponde maggiormente alla tua idea di supermercato. E, ovviamente, anche di investimento.
Carrefour
Nel nostro territorio nazionale sono attualmente presenti oltre 600 punti vendita che portano il marchio Carrefour Market o Carrefour Express. Questa realtà si è contraddistinta negli ultimi anni per aver proposto delle partnership in grado di accostare i principi fondamentali del marketing ad un avvicinamento con il territorio locale. E’ in questo modo che i partner hanno la garanzia di entrare a far parte di un’azienda in grado di realizzare strategie mirate ma sempre di successo.
Al franchisee viene proposto:
- un marchio famoso noto a livello nazionale;
- condizione economiche di sicuro vantaggio;
- la possibilità di scegliere il format secondo le proprie esigenze;
- una strategia di marketing studiata ad hoc per ogni format;
- grandi assortimenti di merce tra cui oltre 3000 prodotti che portano il brand Carrefour;
- percorsi di formazione per l’imprenditore e i dipendenti;
- programmi fedeltà da proporre ai clienti
LIDL
Uno dei brand che stanno riscuotendo grande successo negli ultimi anni è sicuramente LIDL. Si tratta di un discount di origine tedesca che, grande ad un mix di prodotti locali, internazionali e noti a livello nazionale, riesce a fornire una buona varietà di merce a prezzi convenienti.
All’imprenditore viene proposto:
- assistenza a 360 gradi, anche sul punto vendita;
- politica aziendale di indiscusso successo;
- garanzia di guadagni anche in presenza di importanti competitor nelle vicinanze;
- prezzi molto convenienti;
- garanzia di fidelizzazione della clientela;
- formazione del responsabile e dei dipendenti;
- elevato volume d’affari
A chi vuole aprire un supermercato LIDL in franchising viene richiesta la licenza per la vendita di bevande e alimenti. Oltre ad una comprovata esperienza nel settore di 2 anni maturata nel corso degli ultimi 5. Il locale deve avere una superficie maggiore di 1000 mq e l’imprenditore deve aver ottenuto l’autorizzazione da parte del comune dove sorgerà il discount.
Conad
Vorresti aprire un supermercato a marchio Conad? Se scegli questo brand hai la possibilità di scegliere tra le seguenti opzioni:
- l’insegna Margherita per un negozio dalla superficie inferiore ai 300 mq ;
- il format Conad City per dimensioni tra i 300 e i 600 mq;
- l’opzione Conad per misure superiori ai 600 mq;
- la targa Conad Superstore per locali superiori ai 200 mq.
Il franchisor offre agli imprenditori delle condizioni contrattuali molto vantaggiose, strategie di marketing di successo, assistenza sulle forniture e gli allestimenti. Ma anche assistenza finanziaria.
Meglio un supermercato o un discount?
Chiunque abbia mai avuto l’idea di avviare un’attività propria nel campo della Grande Distribuzione Organizzata, sicuramente si è posto questa domanda. Meglio un supermercato o un discount? La risposta giusta non esiste. O meglio, non può essere data con oggettività. La scelta migliore che ti consigliamo di seguire è sicuramente quella di creare qualcosa che ti possa rappresentare al meglio. Ma vediamo ora una breve differenza, giusto per avere le idee più chiare al momento della decisione.
Il supermercato è quel negozio di piccole o grandi dimensioni al cui interno è possibile trovare moltissimi prodotti. Delle categorie più disparate. Dal pane alla carne, dalla carta igienica al detersivo per i piatti. Negli scaffali sono presenti articoli di marche più o meno note. Ma, da non dimenticare, gli articoli esposti possono appartenere a brand molto costosi o a marchi low cost.
Il discount è anch’esso un negozio della gdo che può raggiungere notevoli dimensioni. L’assortimento dei prodotti in vendita, tuttavia, è molto più ristretto rispetto a quello del supermercato. Non solo: l’allestimento interno è molto più spartano. Non stupitevi, quindi, di trovare i pacchi di pasta ancora dentro gli scatoloni dell’imballaggio.
Una volta fatta questa distinzione, la domanda sorge spontanea. In quale di questi due ti sentiresti più a tuo agio a fare la spesa? La tua risposta sarà corrispondente alla tipologia di attività che dovresti avviare.
Tassazione sui beni alimentari
La tassazione sui beni alimentari è una questione annosa che nel corso degli ultimi anni ha continuato a creare polemiche. La successione dei recenti governi, inoltre, ha visto l’introduzione di tasse volte al miglioramento del nostro stile di vita, ma che si ripercuotono inevitabilmente anche sul portafoglio dei clienti. Soprattutto nei primi periodi, in cui le abitudini sono ancora da debellare. Ne sono un esempio i sacchetti di plastica a pagamento per supermercati e ortofrutta, la plastic tax e la tassa sul cibo spazzatura.
Attualmente i generi alimentari si dividono in due categorie principali: quelli di primaria importanza, che non mancano nelle tavole degli italiani, e i prodotti semilavorati e lavorati. A seconda della tipologia di alimento, inoltre, quest’ultimo subisce una tassazione a livello di aliquota IVA differente (secondo la Tabella A del DPR 633/72).
La lista dei cibi con aliquota IVA al 4%:
- latte fresco, burro, margarina e formaggi;
- frutta e verdura, frutta secca;
- pelati e passata di pomodoro;
- basilico, salvia e rosmarino;
- olio di oliva
L’elenco degli alimenti con aliquota IVA al 10%:
- pesce;
- carne, ossa, frattaglie, lardo e strutto;
- marmellata e miele;
- uova;
- yogurt e latte a lunga conservazione;
- salumi e insaccati;
- cereali (orzo, grano saraceno, riso, avena, etc…);
- zucchero (bianco e di canna);
- acqua, aceto e birra;
- cacao;
- zuppe, brodi, minestre;
- lievito;
- olii alimentari diversi dall’olio d’oliva
Fatturati e costi medi
Veniamo ora ad una delle domande che si pone con maggiore frequenza chi vuole aprire un supermercato. Quanto si guadagna? Non per essere venali, ma è inevitabile che a fronte di un investimento si voglia sapere anche se questo si possa considerare come fruttuoso. Ebbene, anche qui bisogna fare qualche precisazione. Molto dipende sicuramente dalla posizione del negozio. Ma anche dai prezzi dei prodotti e dal personale preposto alla vendita. E, ovviamente, non dimentichiamoci eventuali campagne marketing. Come puoi immaginare, quindi, non esiste una formula uguale che vada bene per tutti.
In linea di massima, però, dobbiamo precisare che il margine sugli alimenti freschi è in genere più alto rispetto a quello che si ottiene dalla vendita degli altri articoli. Per fare soldi bisogna creare un grosso volume di affari. Almeno in questo settore. Secondo una recente stima effettuata dalla rivista Millionaire, gli utili che il titolare può tenere in saccoccia si aggirano attorno al 2 o 3% del fatturato. In parole povere, se ottieni un fatturato annuale di un milione di euro, te ne rimangono in tasca dai 20.000 ai 30.000 euro.
Ovvio è che, nel caso in cui riuscissi a ridurre al minimo i costi medi annuali, tale percentuale potrebbe alzarsi. E queste spese possono essere, ad esempio, quelle relative alla messa a norma dei locali o l’acquisto di macchinari. Ma anche la formazione del personale e la limitazione di eventuali giacenze.
Il discorso fatto in precedenza, tuttavia, può subire delle variazioni nel momento in cui dovessi decidere di aprire un supermercato in franchising. In questo caso, infatti, nel contratto sottoscritto con il brand sono quasi sempre previsti dei premi produzione al raggiungimento degli obiettivi. Grazie ad essi il titolare potrà aumentare i propri incassi di qualche punto percentuale in più.
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