John Mueller di Google: “la SEO non è una Scienza Esatta”

In un recente podcast, John Mueller, famoso analista di Google, ha detto la sua sull’importanza dei fattori che Google usa per classificare i risultati di ricerca.

I fattori di ranking sono tantissimi e molti SEO si impegnano per rispettarli tutti.

Con le sue recenti dichiarazioni, però, Mueller ci fa capire che fare SEO non è una scienza esatta e che le classifiche della SERP non dipendono sempre da noi.

Google John Mueller

John Mueller: fare SEO non è una scienza esatta

John Mueller, famoso analista di Google, ha consiglia a chi si occupa di SEO di non considerare il ranking di ricerca come una scienza esatta. Non esiste un modo assolutamente giusto o sbagliato di fare le cose.

Mueller ha parlato a lungo di questo argomento nell’episodio tre del podcast “Search Off the Record” di Google.

Con gli interventi anche di Gary Illyes e Martin Splitt, anche loro dipendenti di Google, John Mueller ha discusso dei difetti che vede nei comportamenti di chi si occupa di SEO per quanto riguarda i fattori usati per la classifica della SERP.

Ecco alcuni punti salienti della discussione del team di ricerca di Google sulle classifiche di ricerca.

I punti salienti del podcast

Mueller ha espresso due idee per quanto riguarda i fattori di ranking usati da Google:

  1. La ricerca non è una scienza esatta
  2. Le cose possono cambiare nel tempo

L’ossessione per i singoli elementi, come la forza di un fattore di ranking rispetto a un altro, è un modo sbagliato di approcciarsi alla SEO.

Mueller afferma che ci possono essere diversi modi per ottenere il risultato desiderato. Se esistesse una formuletta magica, qualcuno la avrebbe già scoperta. Ogni sito non deve seguire lo stesso percorso degli altri, in parole povere.

“Penso che sia davvero importante tenere a mente che non esiste una ‘verità assoluta’ per quanto riguarda il posizionamento di una pagina per una certa query.

Quindi non è che ogni sito deve fare la stessa cosa, ma ci sono diversi modi per arrivare ad un obiettivo e non è necessario rispettare ciecamente solo un fattore di classifica per raggiungere il risultato che vogliamo”.

Non esiste un solo fattore di ranking determinante

Non esiste un fattore di classificazione che può fare la differenza da solo ed essere considerato più importante degli altri, ha affermato John Mueller.

Un fattore di classificazione può avere un peso considerevole per una query, ma non contare affatto per un’altra.

“Non è vero che un particolare fattore all’interno di questa grande rete sia l’unico fattore decisivo o che si possa dire che questo fattore ha un certo peso per tutte le query“.

In parole povere, Mueller ci ha detto che i fattori di ranking utilizzati da Google non hanno un peso stabilito a prescindere. La loro importanza può variare in base alle query e agli intenti di ricerca degli utenti.

Ottimizza per vari fattori

Sebbene non ci sia modo di garantirsi una posizione stabile nei risultati di ricerca, Mueller afferma che la cosa migliore che i SEO possano fare è ottimizzare per una varietà di fattori.

“Il modo migliore per un sito web di rimanere in una posizione stabile, cosa che non è affatto garantita, è quello di assicurarti di lavorare su una grande varietà di diversi fattori”.

Bisogna, quindi, vedere all’ottimizzazione SEO come un processo che coinvolge contemporaneamente un’ampia gamma di elementi e non solo pochi e specifici elementi.

Google tiene conto del parere degli utenti

Gary Illyes ha spiegato che Google prende in considerazione il feedback degli utenti per la creazione del suo algoritmo.

Tutti gli aggiornamenti dell’algoritmo vengono testati su utenti reali prima di essere implementati.

I test vengono condotti attraverso esperimenti dal vivo in cui un set di utenti prova il nuovo algoritmo e un altro set no.

Google decide, quindi, se l’aggiornamento è positivo o negativo per gli utenti in base a come hanno reagito ai nuovi risultati.



“Ad ogni modo, vorrei aggiungere che teniamo conto anche dell’opinione degli utenti nella continua ottimizzazione del nostro algoritmo perché quando valutiamo i nuovi update, essi sono testati prima sugli umani.

E poi guardiamo cose come i clic, il modo in cui hanno reagito ai nuovi risultati per capire se l’update è positivo o negativo”.

In pratica, per ottimizzare bene dal punto di vista SEO il nostro sito web dobbiamo metterci nei panni di un utente e chiederci in che modo effettueremmo una ricerca.

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