Ottimizzazione SEO: Come si Fa? Strategie e Parametri SEO Rilevanti

L’ottimizzazione SEO di un sito web è essenziale per poter generare traffico organico.

Il traffico organico è costituito da quegli utenti che giungono sul nostro sito web tramite ricerca e non tramite link o sponsorizzate a pagamento.

Il motore di ricerca più importante al mondo è Google. La maggior parte dei criteri in base ai quali fare SEO, quindi, si basa sull’algoritmo di questo motore di ricerca.

In questa guida all’ottimizzazione SEO vi spiegheremo quali sono le best practice per ottimizzare dal punto di vista SEO un sito web. Inoltre, analizzeremo nel dettaglio i circa 200 criteri di classificazione delle pagine web che utilizza attualmente Google.

Prendetevi qualche minuto per voi e leggete con calma questa guida. Giunti alla fine di questa lettura, sarete a conoscenza di ogni segreto per un’ottimizzazione SEO perfetta per il vostro sito.

ottimizzazione seo

Indice dei Contenuti

Ottimizzazione SEO on page: gli elementi essenziali

L’ottimizzazione SEO on page riguarda l’ottimizzazione di tutti gli elementi presenti su una pagina web ai fini del posizionamento nei risultati di ricerca.

Essa riguarda elementi quali titoli, URL, parole chiave, leggibilità, meta e così via.

Sono esclusi da essa, quindi, tutti quegli elementi esterni quali, ad esempio, i backlink.

Prima di vedere tutti i principali fattori per il ranking usati da Google, quindi, daremo un rapido sguardo agli elementi essenziali per l’ottimizzazione SEO on page.

La maggior parte degli esperti SEO ritiene che le aree su cui agire per migliorare una pagina siano cinque. Per migliorare una pagina, dovremo agire su tutte queste cinque aree in contemporanea perché esse sono tutte di pari importanza.

Le cinque aree sono:

  1. Contenuto
  2. User Engagement
  3. Struttura tecnica
  4. Collegamenti interni
  5. Sito responsive per dispositivi mobili

Tuttavia, ad oggi, il parametro preminente e che fa la differenza nel posizionamento su Google è l’autorevolezza SEO (data da una link building di qualità).

A parità di ottimizzazione SEO i siti che hanno più link in entrata (backlinks) si posizionano meglio su Google perché gli viene attribuita un’autorevolezza SEO maggiore.

Anzi, anche siti contenutisticamente poveri e con una scarsa ottimizzazione SEO on-page riescono a primeggiare e scavalcare siti ricchi di contenuti e super-ottimizzati in ottica SEO.

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Ottimizzazione SEO: contenuto on page

Il primo passo per ottimizzare il contenuto on page è quello di migliorare il contenuto della pagina stessa.



L’elemento più importante di cui tenere conto, in questo caso, è il search intent dell’utente (l’intento di ricerca). La domanda alla quale dovremo rispondere sarà:

“Che contenuti devo inserire in questa pagina per intercettare gli utenti che fanno un determinato tipo di ricerca?”

Per rispondere a questa domanda, innanzitutto, dovremo individuare una parola chiave adatta. Essa sarà il primo elemento di cui un motore di ricerca terrà conto.

Dovremo, inoltre, arricchire il contenuto con altri elementi. L’utilizzo di parole chiave correlate, ad esempio, è altamente consigliato. Anche la leggibilità e la correttezza dal punto di vista grammaticale sono molto importanti.

In questa fase, è importante anche analizzare la SERP e vedere quali risultati restituisce il motore di ricerca in base alle varie chiavi di ricerca. In base a questa analisi, potremo decidere se è il caso o meno di modificare il nostro contenuto.

Infine, non dobbiamo trascurare i tag, che hanno il chiaro intento di indicare ai motori di ricerca quale è la sintassi del nostro contenuto.

I tag, innanzitutto, rendono più facilmente leggibile dal punto di vista grafico un testo per gli utenti. Poi, come detto, semplificano la vita ai motori di ricerca.

Inserire la parola chiave e le parole ad essa correlate nel tag titolo, negli header H2, H3 e nello slug URL, quindi, è importantissimo.

Tutte queste attività di ottimizzazione del contenuto possono essere svolte da un buon copywriter esperto anche in SEO.

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Ottimizzazione SEO: l’user engagement

L’ottimizzazione dell’user engagement (letteralmente il “coinvolgimento degli utenti”) richiede il saper leggere e valutare una serie di importanti dati.

Essi sono:

  • Pages per Session (pagine per sessione)
  • Bounce rate (frequenza di rimbalzo)
  • Click-Through Rate (CTR, percentuale di click)

Analizziamoli nel dettaglio uno per uno.

Pages per Session

Questa metrica indica il numero di pagine visualizzate in media da un utente prima di abbandonare il nostro sito web. All’interno di Google Analytics questo valore è affiancato dalla durata media di una sessione (il tempo che in media spende un utente sul nostro sito prima di abbandonarlo).

Questi valori permettono di capire quanto una pagina (o il nostro sito web in generale) riesca a coinvolgere o meno gli utenti.

Se un funnel di vendita diviso in più pagine ha un valore troppo basso di pagine per sessione, vuol dire che gli utenti non arrivano sempre all’ultima pagina del funnel perché esso ha qualcosa che non li spinge a completarlo. Magari il problema è qualche bug che va risolto.

Lo stesso vale per i blog e i siti che pubblicano articoli. Se il tempo speso dagli utenti sul vostro sito è troppo basso, probabilmente i vostri contenuti non sono accattivanti o l’esperienza di navigazione nel sito è tediante.

In generale, per migliorare la metrica riguardante le pages per session bisogna invitare gli utenti all’azione con popup, link di reindirizzamento all’interno del testo e così via.

Solitamente, per migliorare questa metrica si parte dall’analisi di quelle pagine con un bounce rate elevato.

Frequenza di rimbalzo (bounce rate)

Un bounce (un rimbalzo), per definizione, avviene quando un utente abbandona il nostro sito web dopo pochi secondi e dopo aver visualizzato solo una pagina.

Una frequenza di rimbalzo alta, quindi, non è sempre apprezzata dai proprietari dei siti web.

Nella maggior parte dei casi, infatti, un bounce rate elevato indica che i contenuti del sito web non sono coinvolgenti.

Raramente una frequenza di rimbalzo alta è apprezzata. Se siamo un sito che fornisce news in pillole di pochi secondi, ad esempio, una frequenza di rimbalzo elevata non ci spaventerà più di tanto.

In caso volessimo diminuire il valore di questa metrica, però, dovremo darci da fare tentando di inserire elementi che spingano gli utenti a restare sul nostro sito web. Oltre all’offrire un’esperienza di navigazione piacevole, potremmo inserire pop-up che invitano a visitare altre pagine del sito o, in linea generale, call to action che spingano l’utente ad interagire.

Click-through rate

Il click-through rate (la percentuale di clic), solitamente, è calcolato come il rapporto tra il numero di clic su un link e il numero di impression (le volte che viene visualizzato).

Se pubblichiamo un annuncio, ad esempio, ed esso viene visualizzato da 100 persone e cliccato da 2, avremo un CTR del 2%.

Al giorno d’oggi, un CTR compreso tra l’1% e il 2% è considerato un ottimo risultato.

Per migliorare questa metrica dovremo intervenire su una serie di aspetti:

  • Rendere accattivante il contenuto del messaggio (sia che esso sia testuale sia che esso sia grafico).
  • Posizionare in maniera corretta all’interno della pagina il link che vogliamo far cliccare.
  • Proporre il link al target giusto di utenza.

Se stiamo scrivendo un articolo su WordPress, ad esempio, dovremo stare attenti a scrivere una meta descrizione e un titolo SEO accattivanti e non esageratamente lunghi. Nei risultati di ricerca lo snippet deve essere sempre sintetico e concentrarsi su ciò che l’utente vuole.



Ottimizzazione SEO Snippet
Esempio di snippet di un articolo che appare nei risultati di ricerca Google.

Struttura tecnica

Come già accennato più volte, anche la struttura tecnica di un sito web può andare ad influire sull’ottimizzazione SEO.

Un sito strutturato male non riuscirà mai a coinvolgere gli utenti.

Se, ad esempio, navigare da una pagina all’altra risulta macchinoso, gli utenti con molta probabilità ci diranno addio per sempre.

Per migliorare la struttura tecnica di un sito, potremo concentrarci sulla correzione dei link “rotti”, sulla sicurezza della navigazione per gli utenti, sulla semplicità di scansione da parte del crawler di Google e così via.

Facilitare al bot di Google la scansione del nostro sito

Rendere facile la vita ai crawler dei motori di ricerca è essenziale per ottenere un buon posizionamento tra i risultati di ricerca.

Il primo passo da fare, quindi, è quello di fornire a Google la sitemap del nostro sito.

Google invio sitemap
Esempio di come appare in Search Console il campo in cui dovremo inserire il link alla nostra sitemap.

Per fare ciò dovremo seguire i seguenti step:

  1. Accedere a Google Search Console
  2. Nella barra di navigazione a sinistra selezionare il sito del quale vogliamo inviare la sitemap.
  3. Sempre nella barra di navigazione a sinistra clicchiamo su “sitemap“.
  4. Digitiamo l’URL della sitemap nel campo corrispondente e clicchiamo su “invia sitemap“.

Una volta inviata la sitemap, dovremo attendere che Google verifichi che essa non contenga link non funzionanti.

In generale, una sitemap caricata correttamente ci verrà indicata nel seguente modo nella relativa pagina di Google Search Console:

Ottimizzazione SEO sitemap

Ci sono vari modi per generare una sitemap.

Se utilizzate un CMS come WordPress, ad esempio, essa viene generata in automatico o può essere generata tramite l’aiuto di numerorissimi plugin.

Navigazione sicura

Un fattore che viene tenuto in considerazione dai motori di ricerca in fase di classificazione di una pagina è il protocollo HTTPS.

Esso garantisce la sicurezza di una pagina web per quanto riguarda il non salvataggio dei dati che un utente inserisce su di essa.

Il protocollo HTTPS è praticamente obbligatorio in quelle pagine che richiedono password o dati per effettuare un pagamento. Un utente con un’alfabetizzazione informatica nella media, infatti, non si sognerebbe mai di inserire i propri dati in una pagina senza tale protocollo.

Anche i motori di ricerca tendono a favorire nell’indicizzazione quelle pagine che utilizzano il protocollo HTTPS.

Negli ultimi anni, si sta diffondendo la tendenza di inserire tale protocollo in tutte le pagine di un sito web, anche se esse non richiedono alcun dato agli utenti.

Correggere i link rotti

Correggere i collegamenti non funzionanti è essenziale per effettuare un’ottimizzazione SEO perfetta.

I link non funzionanti, infatti, tendono a farci perdere posizioni tra i risultati di ricerca perché mettono in difficoltà i crawler dei motori di ricerca.

La soluzione a questo problema consiste nell’effettuare una scansione completa del sito e nel correggere tutti i link che restituiscono gli errori con codice 4xx e 5xx. I codici di stato che ci interessa avere sono i codici 200.

Un’altra soluzione consiste nell’inserire una pagina 404 personalizzata con all’interno un link che riconduce alla home del nostro sito o comunque ad una risorsa funzionante.

Un altro possibile miglioramento è utilizzare un redirect 301, che da una pagina danneggiata reindirizza gli utenti direttamente ad una risorsa funzionante.

I codici di errore 5xx possono essere risolti solo contattando il proprio provider, dato che nella stragrande maggioranza dei casi dipendono da esso.

Collegamenti interni

Creare una rete efficiente di link interni è essenziale per aumentare tutta una serie di metriche.

Innanzitutto, dei link interni ben implementati permettono di aumentare le pagine per sessione e il tempo medio speso dagli utenti sul nostro sito. In contemporanea, essi riducono la frequenza di rimbalzo.

Una buona struttura dei collegamenti interni, inoltre, rende più facile la vita ai crawler dei motori di ricerca.

Un trucco per indicizzare quelle pagine che fanno fatica ad apparire nei motori di ricerca è quello di inserire un link che riconduce ad esse in quelle pagine che hanno già un buon ranking tra i risultati di ricerca.

Creare una rete di collegamenti interni altamente efficiente, quindi, è essenziale per l’ottimizzazione SEO on page.

Sito responsive

Google, ormai, ha adottato il mobile-first index. Ciò significa che in fase di classificazione prende prima in considerazione la versione per dispositivi mobili di un sito web.

La maggior parte degli utenti, ormai, naviga tramite dispositivi mobili e dare la precedenza alle versioni desktop dei siti web non avrebbe molto senso per i motori di ricerca.

Molti siti, però, funzionano meglio se utilizzati da desktop e, quindi, hanno bisogno di una versione desktop di alto livello.

Per poter conciliare l’esigenza di avere un sito che si posiziona bene nei risultati di ricerca e che abbia una versione desktop di buon livello, dovremo utilizzare un tema responsive.

Ciò significa che dovremo caricare sia una versione per dispositivi mobili che una versione desktop del nostro sito.

La maggior parte dei temi presenti sul mercato, in caso dovessimo usare un CMS come WordPress, è responsive.

Se, invece, dovessimo creare noi da zero il nostro sito web, dobbiamo prestare attenzione a creare sia una versione per dispositivi mobili che una per desktop.

Non va dimenticato, inoltre, che conviene rendere le pagine di un sito quanto più veloci possibili. Per fare ciò basterà non inserire immagini troppo grandi o, in generale, contenuti che vadano a rallentare il caricamento del sito.

La maggior parte delle piattaforme (Facebook, Google, etc.) sta spingendo i proprietari dei siti web a creare versioni AMP dei loro siti. Queste versioni dei siti si caricano in maniera estremamente veloce, ma hanno il contro di non poter essere troppo personalizzabili.

Ottimizzazione SEO: i 200 fattori di ranking di Google

Nei paragrafi precedenti, abbiamo analizzato in linea generale quali sono i principali aspetti da tenere sotto occhio per effettuare una buona ottimizzazione SEO on page.

Nei prossimi paragrafi, invece, andremo ad elencare ed analizzare tutti quei fattori che utilizza Google per posizionare nei risultati di ricerca una pagina web.

Essi sono circa 200 e non rappresentano tutti i fattori di ranking utilizzati da Google. Il motore di ricerca, infatti, tende a nascondere i criteri che utilizza il suo algoritmo per classificare le pagine.

Questi 200 fattori, però, sono più che sufficienti per ottimizzare un sito web dal punto di vista SEO.

Fattori legati al dominio

I seguenti fattori sono legati strettamente al dominio del sito web che vogliamo ottimizzare dal punto di vista SEO.

Età del dominio

Matt Cutts, dipendente di Google, dichiarò che la differenza tra un dominio vecchio sei mesi e uno vecchio un anno non è davvero molto grande.

Le sue parole, quindi, ci fanno capire che l’anzianità di un dominio viene presa in considerazione, ma che pesa poco rispetto ad altri fattori di ranking.

Keyword nel dominio di primo livello

Avere la keyword che ci interessa nel dominio di primo livello non dà più i vantaggi che dava un tempo. Nonostante il suo peso dal punto di vista SEO è ormai irrisorio, questa caratteristica viene lo stesso presa in considerazione dai motori di ricerca.

Keyword presente come prima parola nel dominio

Utilizzare la keyword che ci interessa come prima parola del nostro dominio, a quanto pare, dà un vantaggio rispetto alla concorrenza.

Come nel caso precedente, il peso di questo fattore è irrisorio.

Durata di registrazione del dominio

A quanto pare, più è lontana la data di scadenza della registrazione di un dominio, più peso avrà questo fattore.

Anni fa Google dichiarò:

“I domini di valore, spesso, vengono pagati con diversi anni di anticipo, mentre i domini ‘usa e getta’ vengono usati raramente per più di un anno. Pertanto, la data in cui la registrazione di un dominio scadrà può essere utilizzata come fattore per la classificazione di un dominio”.

Keyword nel sottodominio

Secondo molti esperti, la presenza di una keyword in un sottodominio aiuta nel posizionarsi meglio dal punto di vista SEO.

Keyword sottodominio

Storia del dominio

Un dominio che ha avuto diversi proprietari o che è stato abbandonato più volte potrebbe portare alcuni svantaggi.

Tale situazione, infatti, potrebbe dire a Google di “ripristinare” la cronologia del sito, annullando i backlink che puntano al dominio.

Ciò, chiaramente, è uno svantaggio per chi sceglierà di utilizzare quel dominio.

Exact Match Domain

L’exact match domain indica la corrispondenza perfetta tra il nome del dominio e la keyword che ci interessa.

Questo fattore ha perso forza nel tempo, ma continua comunque a contare.

Country Code del dominio

Selezionare un’estensione pertinente con l’area geografica sulla quale opererà il dominio può dare dei vantaggi dal punto di vista SEO.

Se apriamo un eCommerce per vendere prodotti italiani in U.S.A., ad esempio, l’estensione migliore è “.us”.

Informazioni su chi registra un dominio

Secondo molti esperti, Google valuta positivamente quei domini che rendono pubblici i dati di chi li ha registrati.

Al contrario, un sito che lascia nascosti i dati di chi lo ha registrato viene visto con sospetto.

Storia del registrante

Google tiene conto anche della “storia” sul web di chi registra un dominio.

Se quella persona è un noto spammer, il dominio potrebbe subire delle penalizzazioni e ricevere maggiori controlli dal motore di ricerca.

Fattori legati alle caratteristiche di una pagina

La lista dei fattori utilizzati da Google per classificare un sito e legati alle pagine che lo compongono è decisamente più lunga della lista precedente.

La qualità del contenuto, ovviamente, resta al primo posto nell’ottimizzazione SEO. Ci sono, però, anche molti dettagli tecnici da non trascurare.

Parola chiave nel Title Tag

Anche se non più importante come un tempo, il title tag (il tag del titolo) è ancora preso in considerazione come fattore di classificazione da Google e da molti altri motori di ricerca.

Ottimizzazione SEO title tag

Parola chiave all’inizio del title tag

Una parola chiave presente all’inizio del title tag dal punto di vista SEO sembra performare meglio di una parola chiave posizionata alla fine del title tag,

Parola chiave nella Meta Description

Google non utilizza più la meta description come fattore di classificazione. Essa, però, può aumentare significativamente il nostro CTR.

Una descrizione sintetica delle pagine del nostro sito, quindi, va sempre inserita.

Parola chiave nel tag H1

Il tag H1, spesso, viene confuso col title tag.

Quest’ultimo è un elemento esterno all’area di navigazione ed è un’informazione che identifica la pagina web a cui appartiene.

Il tag H1, invece, è una sorta di secondo titolo ed appare come elemento di formattazione del testo nell’area di navigazione.

La presenza di una keyword all’interno del tag H1 viene presa in considerazione da Google come fattore di ranking.

Densità della parola chiave

In passato, chi si occupava di SEO tendeva a ripetere decine di volte una parola chiave all’interno di un testo.

Oggi, la densità di una parola chiave ha perso molta forza come fattore di ranking, ma viene ancora tenuta in considerazione.

Prominenza della parola chiave

Secondo molti esperti, la posizione di una keyword può influenzare la classificazione tra i risultati di ricerca di una pagina.

In teoria, posizionare la nostra keyword tra le prime 100 parole di un testo e all’inizio del title tag, dell’heading tag e della meta description darebbe dei vantaggi dal punto di vista SEO.

Lunghezza del contenuto

Un contenuto di molte parole può coprire in maniera più approfondita un argomento e, probabilmente, viene favorito rispetto ad articoli più corti e superficiali.

In effetti, uno studio recente ha scoperto che la lunghezza del contenuto è correlata alla posizione nella SERP.

Lunghezza contenuto

Se hai bisogno di contenuti per il tuo blog (come ad esempio articoli SEO già super-ottimizzati e scritti per te da copywriter SEO esperti… e quindi solo da copiare/incollare sul tuo blog) puoi acquistare il servizio di redazione articoli nell’area Copywriting di Lumen.Farm.

Come puoi vedere nel video, una volta che ti sei registrato sulla piattaforma Lumen.Farm potai scegliere i vari pacchetti articoli che un copywriter esperto scriverà per te:

Indice dei contenuti

Creare un indice link dei contenuti di una pagina, a quanto pare, migliora il posizionamento della stessa tra i risultati di ricerca.

Ecco un esempio di indice dei contenuti:

Ottimizzazione SEO indice dei contenuti

Utilizzo di keyword LSI all’interno del contenuto

LSI è l’acronimo di “Latent Semantic Indexing” (indicizzazione semantica latente).

Una parola chiave LSI aiuta i motori di ricerca a capire il significato di parole a cui sono collegate e che possono avere più significati.

Un esempio è “Apple”, che può essere vista sia come il frutto che come la società di informatica.

Una keyword LSI potrebbe aiutare i motori di ricerca a capire in che senso abbiamo usato la parola “Apple”.

La presenza di keyword LSI, a quanto pare, incide sull’indicizzazione di una pagina.

Keyword LSI nel title tag e nella meta description

La presenza di una keyword LSI nel title tag e nella meta description probabilmente è un fattore di ranking utilizzato da Google.

Profondità del contenuto

Esiste una correlazione nota tra la profondità con la quale copriamo l’argomento di cui stiamo scrivendo e il posizionamento nella SERP.

Pertanto, le pagine che approfondiscono un argomento hanno probabilmente un vantaggio rispetto alle pagine che coprono solo parzialmente un argomento.

Velocità di caricamento via HTML

Sia Google che Bing usano la velocità di caricamento di una pagina come fattore di classificazione.

Gli spider dei motori di ricerca possono stimare la velocità del tuo sito in modo abbastanza accurato in base al codice HTML di una pagina.

PageSpeed

Velocità di caricamento via Chrome

Google utilizza anche i dati utente di Chrome per gestire meglio il tempo di caricamento di una pagina. In questo modo, possono misurare la velocità con cui una pagina viene effettivamente caricata dagli utenti.

Utilizzo della tecnologia AMP

Anche se non è un fattore di molto peso per quanto riguarda il posizionamento nella SERP, utilizzare la tecnologia AMP ci permetterà di apparire nei caroselli di Google News.

Questi ultimi, come è noto, vengono posizionati sempre in cima ai risultati di ricerca.

Corrispondenza con la ricerca effettuata da un utente

Se una nostra keyword corrisponde alle parole utilizzate in fase di ricerca da un utente, ci posizioneremo meglio nei risultati di ricerca.

In questo caso dovremo impegnarci a capire quali sono gli intenti di ricerca che vogliamo andare a soddisfare ed intercettare.

Aggiornamento Google Hummingbird

L’aggiornamento Hummingbird ha permesso a Google di non basarsi esclusivamente sulle parole chiave presenti in un testo, ma di analizzarne il contenuto e a valutare se esso corrisponde al search intent di un utente.

Contenuti duplicati

Contenuti identici sullo stesso sito (anche leggermente modificati) possono influenzare negativamente il posizionamento su un motore di ricerca di un sito.

Tra i contenuti identici possono esserci:

  • URL
  • Testi
  • Titoli
  • Descrizioni

E così via.

Rel=Canonical

Se usato correttamente, questo tag può impedire a Google di penalizzare il tuo sito per contenuti duplicati.

Questo tag, infatti, indica al crawler quale URL utilizzare per indicizzare una pagina raggiungibile tramite più URL.

Ottimizzazione delle immagini

Le immagini inviano ai motori di ricerca importanti segnali di pertinenza attraverso il nome del file, il testo alternativo, il titolo, la descrizione e la didascalia.

È importante, quindi, fornire tutti questi campi in fase di caricamento di un’immagine.

Età del contenuto

L’aggiornamento Caffeine di Google favorisce nella SERP quei contenuti pubblicati o aggiornati di recente. Ciò vale in particolare per le ricerche sensibili al tempo.

Se cerco informazioni sul meteo, ad esempio, ci verrà fornito un contenuto quanto più recente possibile.

Per evidenziare l’importanza di questo fattore, Google mostra la data dell’ultimo aggiornamento di una pagina per alcuni risultati di ricerca.

Peso dell’aggiornamento di un contenuto

Il peso delle modifiche apportate nel tempo ad un contenuto, come detto, serve anche come fattore di “ringiovanimento” di una pagina.

L’aggiunta o la rimozione di intere sezioni è più importante rispetto al cambiare l’ordine di poche parole o correggere qualche errore di battitura.

Frequenza di aggiornamento di una pagina

Con quale frequenza una pagina è stata aggiornata nel tempo? Ogni giorno, ogni settimana, ogni 5 anni?

Anche la frequenza degli aggiornamenti delle pagine ha un ruolo nel modo in cui Google valuta l’età di una pagina.

Qualità dei link in uscita

Molti SEO credono che inserire sul proprio sito link che riconducono ad altri siti web con una certa autorità dal punto di vista SEO possa essere un modo per indicare a Google che il nostro sito è affidabile.

La cosa sembra essere stata confermata da un recente studio.

Tema dei link in uscita

Google può utilizzare il contenuto delle pagine a cui ti colleghi tramite link come segnale di pertinenza dei contenuti.

Ad esempio, se hai una pagina sulle automobili che si collega a delle pagine relative a dei film, ciò potrebbe indicare a Google che la tua pagina riguarda il film Cars e non le automobili in generale.

Grammatica e leggibilità

La correttezza grammaticale ed un’elevata leggibilità sono segnali di qualità di una pagina.

Questi elementi, quindi, contribuiscono ad un buon posizionamento nella SERP.

Originalità di un contenuto

Il contenuto di una pagina è originale o riciclato?

Un contenuto originale viene avvantaggiato all’interno della SERP, mentre un contenuto copiato (anche solo parzialmente) viene penalizzato.

Anche per questo motivo è importante utilizzare i giusti tag. Tipico è il caso in cui va indicato quando un testo è citato o quando riportiamo un discorso diretto.

Contenuti per mobile

Da un po’ di tempo, Google ha pubblicamente ammesso di favorire nell’indicizzazione i siti ottimizzati per mobile.

In pratica, il crawler di Google tiene conto della versione mobile dei siti web, a discapito di quella desktop, in fase di indicizzazione.

È essenziale, quindi, avere un sito che abbia una versione mobile (magari utilizzando un tema responsive, così avremo anche una versione desktop del nostro sito).

Contenuti nascosti sulla versione mobile di un sito

I contenuti nascosti sui dispositivi mobili potrebbero non essere indicizzati (o non essere considerati molto importanti dall’algoritmo) rispetto ai contenuti completamente visibili.

Infatti, un dipendente di Google ha recentemente dichiarato che i contenuti nascosti “sono ok”. Ma, nello stesso video, ha anche detto che “se si tratta di contenuti importanti, dovrebbero essere visibili”.

Contenuti supplementari

Inserire molti contenuti supplementari, ma comunque in tema, nel contenuto di una pagina è indice di qualità della stessa.

Tra i contenuti supplementari che ci vengono in mente ci sono:

  • citazioni
  • video
  • immagini

Contenuti nascosti in tab

Se dovessimo nascondere dei contenuti in una tab, rendendoli raggiungibili solo con un clic, essi potrebbero non essere indicizzati.

Numero di link in uscita

Un numero troppo alto di link in uscita potrebbe essere visto negativamente dall’algoritmo di Google.

Elementi multimediali

Immagini, video e altri elementi multimediali possono fungere da segnale di qualità di un contenuto.

Ad esempio, uno studio di settore ha trovato una correlazione tra la presenza di elementi multimediali e posizionamento nella SERP:

Ottimizzazione SEO file multimediali

Numero di link interni che puntano ad una pagina

Il numero di collegamenti interni a una pagina indica la sua importanza rispetto ad altre pagine del sito (più collegamenti interni = pagina più importante).

Qualità dei link interni che puntano ad una pagina

I collegamenti interni provenienti da pagine autorevoli del dominio hanno un effetto maggiore rispetto a collegamenti provenienti da pagine posizionate male nella SERP.

Link non funzionanti

Avere troppi collegamenti non funzionanti su una pagina può essere indice che un sito è trascurato o abbandonato.

Google ha dichiarato che utilizza il numero di link non funzionanti per valutare la qualità di una homepage.

Livello di difficoltà della lettura

Non c’è dubbio che Google utilizzi il livello di difficoltà della lettura delle pagine web. Google stesso ha fornito le statistiche sul livello di lettura:

Livello di lettura

Ciò che l’algoritmo fa con queste informazioni non è chiaro. Alcuni sostengono che un livello di lettura di base ti aiuterà a posizionare meglio una pagina perché essa sarà utilizzabile da un pubblico ampio.

Link di affiliazione

I link di affiliazione probabilmente non danneggiano il posizionamento di una pagina.

Se ne hai troppi, però, l’algoritmo di Google potrebbe prestare maggiore attenzione ad altri segnali indici della qualità di una pagina per assicurarsi che il tuo non sia un sito dove spammi link affiliato senza fornire alcun contenuto.

Errori HTML e codice di scarsa qualità

Molti errori del codice HTML o, in generale, codici fatti male possono essere indice di un sito di scarsa qualità.

Sebbene non ci sia accordo sulla cosa, molti SEO pensano che una pagina ben codificata sia utilizzata come segnale di qualità.

Domain Authority

Una pagina su un sito autorevole dal punto di vista SEO si posizionerà meglio rispetto ad una pagina identica presente su un sito meno autorevole.

Domain Authority

PageRank

In linea generale, le pagine che hanno un PageRank più alto si posizionano meglio di quelle senza link o con link di scarsa qualità.

Lunghezza URL

Gli URL troppo lunghi possono danneggiare la visibilità sui motori di ricerca di una pagina.

In effetti, diversi studi hanno scoperto che gli URL brevi tendono ad avere un leggero vantaggio nei risultati di ricerca di Google.

Ottimizzazione SEO lunghezza URL

Percorso URL

Una pagina più vicina alla home page può ottenere un leggero vantaggio dal punto di vista SEO rispetto alle pagine sepolte nelle “profondità” di un sito.

Editori umani

Un vecchio brevetto di Google (registrato nel 2000, ma ancora attivo) afferma che il parere da parte di editor umani può influenzare il posizionamento di una pagina.

Non sappiamo se questo fattore venga davvero ancora utilizzato. Forse è stato sostituito dalle ormai famose recensioni.

Categoria della pagina

La categoria di cui fa parte la pagina sembra essere usata come segnale di pertinenza.

Una pagina che parla di una Ferrari e che fa parte della categoria “auto” è considerata più pertinente di una pagina che tratta di torte e fa parte della categoria “rustici”, ad esempio.

Tag WordPress

I tag di WordPress, secondo quanto dichiarato dagli sviluppatori di Yoast SEO, vanno compilati per ottenere dei vantaggi nella SERP.

Parola chiave nell’URL

La presenza di una parola chiache nell’URL di una pagina è considerato come un segnale di pertinenza.

Un rappresentante di Google ha recentemente dichiarato che questo è “un fattore di ranking molto piccolo”. Ma resta pur sempre un fattore di ranking!

Fonti e riferimenti

Citare riferimenti e fonti (come fanno i ricercatori nei loro studi) possono essere usati come un indice di qualità.

Le linee guida sulla qualità di Google affermano che gli editor dovrebbero tenere d’occhio le fonti quando scrivono determinate pagine. Bisogna capire quando un argomento richiede competenza e / o fonti autorevoli. Tuttavia, Google ha negato di utilizzare collegamenti esterni come fattore di classificazione.

Elenchi puntati e numerati

Gli elenchi puntati e gli elenchi numerati aiutano a rendere i contenuti più leggibili per i lettori.

Google, probabilmente, è d’accordo con questa cosa e potrebbe preferire i contenuti che contengono tali elenchi.

Priorità di una pagina indicata nella sitemap

La priorità assegnata a una pagina tramite il file sitemap.xml può influenzare il posizionamento della stessa nella SERP.

Posizionamento per più parole chiave

A volte capita che una pagina si posiziona per diverse parole chiave contemporaneamente. Ciò potrebbe essere un indice di qualità per Google.

Layout user friendly

Un layout che renda la navigazione nella pagina più piacevole per gli utenti è considerato un fattore positivo per il posizionamento di una pagina nella SERP.

Domini “parcheggiati”

Un update del 2011 ha calato la visibilità di quei domini “parcheggiati“.

Si tratta di domini che, anche se in passato sono stati riempiti di contenuti, ora sono stati abbandonati a se stessi e, quindi, non offrono più contenuti freschi agli utenti.

Contenuti utili e contenuti di qualità

Secondo molti SEO, Google fa distinzione tra i contenuti utili e i contenuti di qualità.

Se un utente cerca un tutorial su come fare una torta, probabilmente, l’utilità del contenuto sarà considerata un vantaggio.

Al contrario, se un utente cerca un testo accademico o informazioni circa qualcosa, la qualità avrà un peso maggiore.

Fattori legati alle caratteristiche del sito web

La struttura e i contenuti di un sito, come è ovvio che sia, influenzano il posizionamento del sito e delle sue pagine nella SERP.

Ecco i fattori di ranking legati alle caratteristiche di un sito web. Noterete che molti di essi sono simili ai fattori utilizzati per la classificazione delle singole pagine.

Contenuti di valore

Google ha dichiarato di essere felice di penalizzare quei siti che non portano nulla di nuovo o utile nel mondo di internet, in particolare i siti consistenti in soli link di affiliazione.

La pagina “chi siamo”

Il documento sulla qualità di Google afferma che vengono favoriti i siti contenenti una “quantità adeguata di informazioni di contatto“.

Assicurati, quindi, che le tue informazioni di contatto corrispondano alle tue informazioni su whois e crea la classica pagina “chi siamo”.

TrustRank

Dal 2005, Google possiede il brevetto di TrustRank. Esso consiste in una tecnica di analisi che permette di stabilire l’affidabilità di un sito e delle sue pagine tramite l’analisi di numerosi elementi.

Pubblicare notizie false o spammare ridurrà il punteggio che otterremo con questo fattore.

Architettura del sito

Un’architettura del sito ben organizzata (ad esempio una struttura a silos) aiuta Google a organizzare tematicamente i tuoi contenuti.

Essa, inoltre, può anche aiutare il crawler di Google ad accedere e indicizzare tutte le pagine del tuo sito.

Aggiornamenti del sito

Molti SEO ritengono che aggiornare frequentemente un sito web, specialmente aggiungendo nuovi contenuti al sito, funzioni come una sorta di fattore di “freschezza” del sito.

Questa idea rimane diffusa, nonostante Google abbia recentemente negato di utilizzare la “frequenza di pubblicazione” nel suo algoritmo.

Utilizzo di una sitemap

Una sitemap non serve solo per indicizzare le singole pagine di un sito, ma per indicizzare meglio anche il sito stesso.

Google ha dichiarato che le sitemap HTML non vengono più prese in considerazione dal suo algoritmo. Quelle da usare sono le sitemap xml.

Uptime del sito

Molti tempi di inattività dovuti alla manutenzione del sito o a problemi del server possono danneggiare il posizionamento nella SERP (e possono anche comportare la deindicizzazione se non corretti).

Posizione geografica dei server

La posizione geografica di un server influenza il modo in cui viene indicizzato in diverse aree geografiche un sito hostato su di esso.

Ciò è di particolare interesse per quei siti strettamente collegati con un territorio.

Certificato SSL

Google ha confermato che i certificati HTTPS sono usati come fattore positivo di classificazione.

Secondo Google, tuttavia, i certificati HTTPS vengono usati solo in caso l’algoritmo debba scegliere tra due siti molto simili.

Certificato ssl

Pagine con i termini di servizio e informativa sulla privacy

Queste due pagine aiutano a far capire a Google che un sito è affidabile.

Meta informazioni duplicate nel sito

Delle meta informazioni duplicate nel tuo sito possono ridurre la visibilità delle pagine che le contengono.

Navigazione tramite breadcrumb

Questo è uno stile di architettura del sito molto intuitivo e che aiuta gli utenti (e i motori di ricerca) a sapere dove si trovano in un sito.

Ecco un’immagine di esempio di un sito che utilizza le breadcrumb (letteralmente “briciole di pane”, come quelle lasciate dai protagonisti delle fiabe sul percorso per ritrovare la strada di casa):

Ottimizzazione SEO Breadcrumb

Google ha dischiarato: “il nostro algoritmo utilizza le breadcrumb nel corpo di una pagina web per classificare le informazioni dalla pagina nei risultati di ricerca”.

Ottimizzazione per mobile

Come per le singole pagine, anche un sito deve essere ottimizzato per mobile.

Avere una versione per dispositivi mobili ci avvantaggerà immensamente all’interno della SERP.

YouTube

Non c’è dubbio che i video di YouTube ricevano un trattamento preferenziale nella SERP (probabilmente perché Google possiede la piattaforma).

Usabilità del sito

Un sito difficile da usare o da navigare può danneggiare indirettamente la nostra posizione nella SERP riducendo il tempo trascorso dagli utenti sul sito, le pagine visualizzate e aumentando la frequenza di rimbalzo.

Uso di Google Analytics e Google Search Console

Alcuni pensano che usare queste due piattaforme sul proprio sito possa migliorare l’indicizzazione dello stesso.

Essi, probabilmente, possono influenzare direttamente le classifiche fornendo a Google più dati su cui lavorare.

Detto questo, Google ha negato tutto ciò e lo ha classificato come un mito.

Recensioni degli utenti e reputazione del sito

La reputazione di un sito su altri siti come Yelp.com, probabilmente, gioca un ruolo importante nell’algoritmo di Google.

Google ha persino pubblicato uno schema di come l’algoritmo usa le recensioni online.

Fattori collegati ai backlink

Nonostante i continui aggiornamenti all’algoritmo di Google, l’importanza dei link in ingresso (i backlink) verso il nostro sito resta evidente.

Grazie ai backlinks, specialmente se posizionati su siti autorevoli, il crawler di Google riesce ad indicizzare meglio le nostre pagine.

Ecco tutti i principali fattori riguardanti i backlink.

Età del dominio che contiene il backlink

I backlink provenienti da siti più anziani potrebbero essere più potenti di quelli provenienti da siti più giovani.

Numero di siti contenenti backlink

Il numero di siti che contengono un backlink al nostro sito è uno dei più importanti fattori di ranking utilizzati da Google.

Ecco un grafico di un recente studio che ha dimostrato la cosa:

Ottimizzazione SEO backlink

Backlink da siti con diversi IP di C-Class

Google potrebbe considerare la varietà di IP unici di classe C che contengono link al nostro sito come un segnale positivo per il ranking.

La provenienza da vari IP unici è vista come un segno della genuinità dei backlink.

Numero di pagine contenenti i backlink

Il numero totale di pagine che contengono un backlink al nostro sito è un fattore positivo per il ranking.

Anchor text dei backlink

Gli anchor text servono a Google per capire il tema principale di una pagina linkata.

Inserire una keyword nei backlink, quindi, è una buona idea.

Attenzione a non sovra-ottimizzare gli anchor text, ciò potrebbe essere visto come una forma di spam.

Alt Tag per le immagini link

L’Alt Tag funziona da anchor text per quelle immagini che funzionano come link.

Link provenienti da domini .edu e .gov

Google ha detto che ignora molti link provenienti da domini .edu.

Tuttavia, ciò non impedisce ai SEO di pensare che ci sia un’attenzione particolare da parte dell’algoritmo per i backlink provenienti dai domini .gov e .edu.

Autorità della pagina contenente un backlink

L’autorità (PageRank) della pagina contenente un backlink è stata un fattore di ranking estremamente importante sin dai primi giorni di Google e lo è ancora.

Autorità del sito contenente un backlink

L’autorità del sito contenente un backlink, oltre a giocare un ruolo positivo nella classificazione da parte dell’algoritmo di Google, potrebbe essere slegata dall’autorità delle singole pagine.

Link dalla concorrenza

I collegamenti provenienti da altre pagine in classifica nella stessa SERP possono essere più preziosi per il posizionamento di una pagina per quella determinata parola chiave.

Link da siti noti

Sebbene ciò non sia mai stato verificato, alcuni SEO ritengono che Google non si fiderà completamente di un sito web fino a quando non riceverà qualche backlink da una serie di siti “noti” nel suo settore.

Backlink da siti “cattivi”

Ricevere un backlink da tali siti potrebbe danneggiare il posizionamento delle nostre pagine web.

Guest post

Sebbene i link dai guest post continuino a dare valore, probabilmente non sono potenti come i veri backlink posizionati in contenuti che non siano guest post (inoltre, la pubblicazione di guest post su larga scala può essere considerata un fattore di classifica negativo).

Link dagli Ads

Secondo Google, i collegamenti provenienti dagli annunci pubblicitari dovrebbero avere il tag nofollow. Tuttavia, è probabile che Google prenda comunque in considerazione i link degli annunci.

Autorità della homepage

I backlink che rimandano ad una homepage svolgono un ruolo importante nell’accrescimento dell’autorità del sito che contiene quella homepage.

Link nofollow

Google ha dichiarato che, generalmente, il suo crawler non segue i link col tag nofollow.

In pratica, quindi, questi link vengono seguiti lo stesso.

La presenza dei link nofollow, probabilmente, serve solo ad indicare se la link building è stata fatta in maniera naturale o meno.

Diversità dei tipi di link

Avere una percentuale innaturalmente grande di backlink provenienti da una singola fonte (es. forum, commenti su un blog) può essere un segno di webspam.

Al contrario, i collegamenti provenienti da diverse fonti sono un segno di una link building sana.

Tag “sponsored” o “UGC”

I collegamenti contrassegnati con “rel = sponsored” o “rel = UGC” sono trattati in modo diverso rispetto ai normali collegamenti “follow” o “rel = nofollow“.

Link contestualizzati

I link incorporati all’interno del contenuto di una pagina sono considerati più potenti dei link su una pagina vuota o trovati messi a caso altrove sulla pagina.

Troppi reindirizzamenti 301 a una pagina

I backlink provenienti da troppi reindirizzamenti 301 potrebbero danneggiare alcuni PageRank.

Anchor text dei link interni

L’anchor text dei link interni è un altro segnale di pertinenza.

Detto ciò, va ricordato che i collegamenti interni probabilmente hanno molto meno peso dell’anchor text dei link presenti sui siti esterni.

Titolo del link

Il titolo di un collegamento (il testo che appare quando si passa con il mouse su un collegamento) può essere utilizzato come segnale di rilevanza, anche se ha poco peso.

Estensioni dei domini locali

Ottenere backlink da domini con estensioni di primo livello specifiche per un certo Paese (.de, .cn, .co.uk) può aiutarti a posizionarti meglio in quel determinato Paese.

Posizione dei backlink nel contenuto

I link posizionati all’inizio di un contenuto possono avere un peso leggermente maggiore rispetto ai collegamenti posizionati alla fine del contenuto.

Backlink 2

Posizione dei backlink nella pagina

Il punto in cui un link è posizionato su una pagina è importante.

In genere, un collegamento incorporato nel contenuto di una pagina è più potente di un collegamento posizionato nel footer o nella sidebar.

Parola chiave nel titolo

Google apprezza quei collegamenti da parte di pagine che contengono la parola chiave della tua pagina nel loro titolo.

Velocità positiva dei link

Per velocità positiva dei link si intende il numero di link in ingresso ricevuti in un determinato intervallo di tempo.

Un sito con una buona velocità dei link di solito si posiziona meglio nella SERP.

Velocità Link Ottimizzazione SEO

Velocità negativa dei link

Al contrario del caso precedente, la perdita di troppi link in ingresso potrebbe essere considerata un fattore negativo.

Link da Wikipedia

Sebbene tali link siano nofollow, molti pensano che avere un backlink su Wikipedia sia un fattore positivo di ranking.

Parole vicine ai backlink

Le parole sono vicine ai tuoi backlink aiutano Google a capire di cosa tratta quella pagina.

Backlink 3

Età dei backlink

Secondo un brevetto di Google, i link più vecchi hanno più potere rispetto ai backlink più recenti.

Siti reali e siti fake

A causa della proliferazione di blog fittizi, Google attribuisce più peso ai collegamenti provenienti da “siti reali” rispetto a quelli provenienti da blog falsi.

Per distinguere i due tipi di siti, probabilmente, vengono analizzate le interazioni degli utenti.

Link reciproci

Se scambi troppi backlink reciproci con vari siti, Google se ne accorgerà e ti penalizzerà.

Contenuti generati dagli utenti (UGC)

Google può riconoscere i contenuti pubblicati dagli utenti rispetto ai contenuti pubblicati dall’effettivo proprietario del sito.

TrustRank dei siti che contengono backlink

Il TrustRank del sito che contiene un backlink verso il tuo sito determina la quantità di “TrustRank” che ti viene “trasmessa”.

Link sui forum

A causa dello spam copioso, Google potrebbe svalutare in modo significativo i collegamenti presenti nei forum.

Numero di parole

Un link da un post di 1000 parole è generalmente più prezioso di un link all’interno di uno snippet di 25 parole.

Qualità del contenuto

I collegamenti da contenuti scritti in modo errato o male non generano lo stesso valore dei collegamenti da contenuti ben scritti.

Sitewide link

Uno stesso link contenuto in più punti del sito (header, footer, sidebar) viene compresso e considerato come singolo link.

Fattori legati alle interazioni degli utenti

Anche le interazioni degli utenti possono influire sul posizionamento nella SERP delle nostre pagine.

Ecco tutti i principali fattori a riguardo.

RankBrain

Il RankBrain è un fattore che permette all’algoritmo di Google di interpretare meglio le query analizzando le interazioni degli utenti.

In questo modo il motore di ricerca restituisce dei risultati migliori.

CTR organico per una parola chiave

Secondo Google, le pagine che hanno un CTR maggiore potrebbero ottenere un posizionamento migliore nella SERP per quella particolare parola chiave.

CTR organico per tutte le parole chiave

Il CTR organico di un sito per tutte le parole chiave per cui può essere indicizzato può essere un segnale di interazione da parte degli utenti (in altre parole, è una sorta di “punteggio di qualità” per i risultati organici).

Frequenza di rimbalzo

Molti SEO non credono che la frequenza di rimbalzo venga tenuta in considerazione da Google. Essa, però, è di sicuro un segno del coinvolgimento degli utenti.

Inoltre, un recente studio di SEMRush ha trovato una correlazione tra frequenza di rimbalzo e le classifiche di Google.

Ottimizzazione SEO frequenza di rimbalzo

Traffico diretto

È confermato che Google utilizza i dati di Google Chrome per determinare quante persone visitano un sito (e con quale frequenza).

I siti con molto traffico diretto sono probabilmente siti di qualità superiore rispetto ai siti che ottengono un traffico diretto molto ridotto. In effetti, lo studio di SEMRush che ho appena citato ha trovato una correlazione significativa tra traffico diretto e classifiche di Google.

Traffico di ritorno

I siti con molti visitatori che tornano dopo la prima volta potrebbero essere avvantaggiati da Google.

Pogosticking

Il “pogosticking” è un tipo speciale di bounce. In questo caso, l’utente fa clic su altri risultati della ricerca nel tentativo di trovare la risposta alla propria query.

I contenuti sui quali gli utenti si soffermano dopo aver abbandonato altri contenuti potrebbero ottenere dei bonus da Google.

Pogosticking

Siti bloccati

In passato gli utenti potevano bloccare determinati siti su Chrome e l’algoritmo teneva conto di ciò.

Non si sa se questo fattore viene preso ancora in considerazione.

Bookmark di Chrome

Google potrebbe considerare come un fattore positivo la presenza di un sito nella barra dei preferiti di un utente.

Numero di commenti

Le pagine con molti commenti possono essere un segnale di interazione e qualità da parte dell’utente. In effetti, un dipendente di Google dichiarò che i commenti possono aiutare “molto” con le classifiche.

Tempo di visualizzazione

Google presta molta attenzione al tempo di permanenza / visualizzazione. Esso corrisponde a quanto tempo le persone trascorrono sulla tua pagina quando provengono da una ricerca di Google.

A volte è indicato come “clic lunghi contro clic brevi”.

In breve: Google misura quanto tempo gli utenti trascorrono sulla tua pagina. Più tempo viene trascorso, meglio è.

Regole speciali dell’algoritmo di Google

L’algoritmo di Google ha anche qualche fattore di indicizzazione che funziona in base ad alcune regole speciali.

Freschezza della query

Alcuni siti ricevono dei bonus da Google per determinate query.

Basti pensare a quei siti che trattano di news e vengono messi subito in prima posizione nei risultati di ricerca in maniera da permettere agli utenti di usufruire di contenuti quanto più freschi possibile.

Diversità delle query

Google potrebbe tentare di diversificare i risultati di ricerca per le parole ambigue.

Ad esempio “Ted” può essere sia il film che le famose conferenze. In quel caso Google restituirà delle query diversificate.

Cronologia di navigazione degli utenti

Probabilmente l’avrai notato tu stesso: i siti web che visiti spesso ricevono un bonus nella SERP per le tue ricerche.

In pratica, ti saranno mostrati più facilmente come risultati di ricerca.

Localizzazione geografica

Google privilegia in certi Paesi i siti con un IP del server e l’estensione del dominio entrambe del Paese a cui appartengono.

Ricerca sicura

I risultati di ricerca con parolacce o contenuti per adulti non verranno visualizzati per le persone con ricerca sicura attivata.

Google+

Anche se ormai è più che morto, in passato c’era una possibilità maggiore di avere nei risultati di ricerca le pagine dei brand e degli autori che avevi nelle tue cerchie.

Diversità dei domini

L’algoritmo cerca di restituire risultati provenienti da più siti diversi per ogni pagina della ricerca.

Ricerche locali

Per ricerche che hanno a che fare con contenuti locali, Google spesso non rispetta la classifica ordinaria della SERP e posiziona più in alto le pagine web delle realtà locali.

Se cerco una pizzeria da asporto, ad esempio, è probabile che mi venga mostrata in prima posizione la pizzeria più vicina a casa mia.

Caroselli

Alcune parole chiave generano in automatico dei caroselli di notizie.

Ottimizzazione SEO caroselli Google

Vantaggi per i grandi brand

Google tende a dare dei bonus per determinate keyword ai brand più noti sul mercato.

Caroselli con prodotti in vendita

Google, a volte, mostra dei caroselli contenenti prodotti in vendita tramite Google Shopping per determinate keyword.

Risultati con immagini

Nelle ricerche standard, a volte, compaiono risultati di Google Immagini.

Fattori dipendenti dai brand

Alcuni fattori di classificazione sono strettamente legati ai brand che gestiscono un sito web.

Ricerche contenenti il nome del marchio

Se molte persone ricercano un marchio su Google, il motore di ricerca supporrà che quel marchio è reale.

Brand + Parola chiave

Se le persone cercano una parola chiave accompagnata dal nome di un Brand, ad esempio “SEO NotizieBusiness”, è più probabile che tra i primi risultati di ricerca venga mostrata una pagina del sito del brand.

Profili social

Se un brand ha molti follower sui social network, ci sono molte possibilità che venga riconosciuto come reale.

Menzioni del brand

Se il brand è menzionato spesso in notizie rilevanti, le sue pagine avranno più possibilità di apparire in alto nei risultati di ricerca.

Fattori di spam on-site

Su un sito web, a volte, potrebbe essere presente troppo spam di qualche contenuto.

Vediamo quali fattori utilizza Google per gestire questo aspetto.

Fabbriche di contenuti

I siti che producono valanghe di contenuti privi di qualità vengono penalizzati dall’algoritmo di Google.

Link a siti di bassa qualità

Inserire nei propri articoli link a siti di bassa qualità potrebbe danneggiare l’ottimizzazione SEO del nostro sito.

Pagine redirect

Quelle pagine che reindirizzano in maniera automatica e senza consenso gli utenti su un altro sito sono fortemente penalizzate e, spesso, vengono deindicizzate.

Pop up

Troppi pop up sono indice di bassa qualità di un sito.

Anche pochi pop up che inficiano la qualità della navigazione sono considerati indice di scarsa qualità.

Sovra-ottimizzazione

Sì, ottimizzare troppo un sito può essere visto in maniera negativa da Google.

D’altronde la bellezza sta proprio nelle imperfezioni.

Ads nella parte alta della pagina

Google penalizza fortemente quelle pagine che hanno nella loro parte alta degli ads e non del contenuto.

Ads Penalizzazione

Nascondere i link di affiliazione

Nascondere i link di affiliazione non è molto tollerato dall’algoritmo di Google.

Contenuto autogenerato

Google non apprezza in maniera particolare i contenuti autogenerati. Essi, infatti, spesso sono di bassa qualità.

IP indicati come “spammosi”

Gli IP segnalati come fonte di spam vengono penalizzati da Google.

Conclusioni

I fattori di ranking utilizzati da Google per l’ottimizzazione SEO di un sito sono davvero sterminati.

Noi ne abbiamo elencati molti, ma ne esistono tantissimi altri. Come detto, Google non ama rivelare i fattori SEO che utilizza all’interno del suo algoritmo.

Ricordare tutto ciò che abbiamo elencato è davvero difficile, ma con un po’ di pratica ci riuscirete.

In linea generale, quando gestirete il vostro sito internet, per ottenere una buona ottimizzazione SEO cercate sempre di attenervi ai seguenti principi:

  • Rendere l’esperienza utente piacevole
  • Evitare contenuti duplicati
  • Non spammare
  • Utilizzare solo contenuti originali
  • Avere buonsenso

 

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Atletico, salutista, non procrastinatore, sensibile. Vincenzo Napolitano non è nulla di tutto ciò. Scrive cose di marketing (soprattutto digitale) per Notizie.Business.

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