Franchising Pasta Fresca: Quanto Investire? Possibili Fatturati?

I franchising di pasta fresca possono realmente costituire un buon business? Se a prima vista potrebbe sembrare che le distribuzioni all’ingrosso abbiano ormai reso antieconomico questo tipo di lavoro, in realtà non è così. Un paese con una tradizione gastronomica notevole come l’Italia infatti, consente ancora l’opportunità (a determinate condizioni) di trovare una propria nicchia di mercato.

Aprire Franchising Pasta Fresca

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La passione del nostro popolo per il buon cibo, soprattutto se artigianale, sta anzi facendo registrare una sorta di controtendenza. Negli ultimi anni la pasta fresca sta tornando in voga e sempre più persone si cimentano in tale settore, proponendo ai clienti cibi e sapori di una volta. Una notevole spinta è stata fatta inconsapevolmente dai programmi delle TV che espongono ricette o concorsi per aspiranti cuochi. I prodotti in questione includono spaghetti, tagliatelle, tortellini, agnolotti, gnocchi, lasagne e tanto altro cibo legato alla nostra tradizione. Si tratta di alimenti che, seppur disponibili nei supermercati, a livello industriale non hanno nulla a che fare con un sapore unico che il nostro palato “italiano” sa distinguere ed apprezzare.

Come per qualunque altro tipo di business, anche chi intende aprire un negozio di pasta fresca, deve effettuare una seria e ponderata analisi prima di agire. In questa guida presenteremo ogni singolo aspetto dei franchising di pasta fresca, considerando i requisiti necessari per l’apertura, i vantaggi e gli svantaggi di questo business, oltre ai principali franchisor del settore (e la loro relativa offerta).

franchising pasta fresca

Franchising pasta fresca: conviene davvero?

L’attività del franchising abbinata alla pasta fresca può essere un business fruttuoso? Come ogni altro tipo di attività commerciale, anche questa filosofia comporta una serie di oneri da non sottovalutare. Affidandosi a un franchisor, e dunque a un marchio consolidato nel settore, è possibile:

  • Cominciare la propria avventura con il supporto di un’entità affermata nell’ambito in questione, a livello burocratico e non solo
  • Usufruire di un brand potenzialmente già noto ai consumatori. Inoltre, è possibile avvalersi delle campagne marketing effettuate dal franchisor che vi coinvolgerà di conseguenza, apportando benefici d’immagine per entrambi
  • Ottenere formazione dalla casa madre, che consente anche a chi non ha esperienza nel settore (pratica che è comunque consigliata) di poter gestire in maniera professionale la propria attività
  • Godere dei prezzi vantaggiosi dei prodotti, forniti nella maggior parte dei casi direttamente dal franchisor con costi molto più bassi rispetto all’ingrosso tradizionale
  • Infine, va tenuto conto che buona parte delle aziende offre ai propri affiliati, oltre alla succitata formazione e supporto amministrativo, anche arredi e attrezzature per poter avviare e rendere pienamente funzionante la propria attività.

A questi vantaggi poi, vanno aggiunti anche quelli ottenuti, in maniera più generale, alla produzione degli alimenti. Nello specifico, la pasta fresca presenta un rapporto tra costi legati alla produzione e alle materie prime bassi, con ricarichi alquanto elevati. Ciò comporta che, le rimanenze hanno un impatto minimo sui bilanci.

A patto di svolgere il proprio lavoro in modo ineccepibile, è molto probabile che i clienti siano propensi ad instaurare un rapporto di fidelizzazione con l’attività. Ciò comporta una gestione del lavoro programmabile con una conseguente pianificazione. sia per i quantitativi da produrre, che per il rifornimento delle materie prime. Da ciò ne deriva un risparmio e un maggior ricavo.

Arredi e attrezzature

Abbiamo elencato come punto tra i vantaggi quello di poter ottenere arredi e attrezzature in comodato d’uso, o con altre formule, direttamente dalla casa madre. Questo fattore non è da sottovalutare in quanto diversamente si tratterebbe di un costo estremamente elevato da ammortizzare e che inoltre resta in carico in caso di chiusura dell’esercizio. Nello specifico, per poter avviare un’attività legata alla produzione della pasta fresca, sono solitamente necessari una cucina con almeno quattro fuochi (e relativa cappa d’aspirazione), una impastatrice, una sfogliatrice, eventualmente il macchinario per pasta ripiena (tortellini, ravioli, cannelloni) e un lavello. Per quanto concerne la vendita vera e propria invece, si rendono indispensabili un banco espositivo, una bilancia, un frigorifero e una cassa.

Gli svantaggi legati a questo tipo di attività

Come qualunque tipo di attività, anche il franchising di pasta fresca ne propone alcuni. In tal caso, va fatta una netta distinzione: alcune costrizioni sono legate al tipo di prodotto trattato, altre sono legate al modello di business.

Il prodotto

Se ci si focalizza sulla pasta fresca, il principale svantaggio è legato all’iter burocratico da seguire per l’apertura. Tralasciando le pratiche legate a qualunque tipo di attività con partita IVA, nell’ambito alimentare bisogna mettere a norma i locali utilizzati e ottenere il permesso dall’ASL locale. Inoltre, chi offre la consumazione dei prodotti direttamente all’interno dell’attività, deve conseguire l’attestato HACCP tramite apposito corso e adempiere ad altri requisiti. Di fatto, ciò comporta un dispendio di tempo (e ovviamente di denaro) notevole.

All’inizio dell’attività inoltre, può risultare difficile gestire il rapporto tra produzione e vendita della merce. In tal senso potrebbe capitare di rimanere senza cibo da distribuire o, viceversa, certi giorni ritrovarsi con gran parte di quanto prodotto invenduto. In tal senso, il costo piuttosto basso delle materie prime, mitiga comunque il passivo sulle eccedenze da smaltire nei rifiuti.

Il rapporto con il franchisor

Riguardo i franchising di pasta fresca, così come ogni altro modello che lega un affiliato a un franchisor, presenta degli impegni e degli obblighi da non sottovalutare. Oltre ai costi legati a fee e royalty (che affronteremo in seguito) vi è il fatto che, in pratica, si risulta legati a un marchio.

In tal senso, nella maggior parte dei casi l’affiliato non ha particolarità libertà per quanto riguarda la vendita di prodotti al di fuori di quelli proposti dal franchisor. Ovviamente è difficile definire a priori vantaggi e limitazioni collegati a questo tipo di franchising. Ogni franchisor infatti offre delle condizioni diverse a seconda delle proprie politiche aziendali.

tagliatelle

Pratiche e costi per aprire un franchising di questo tipo

Anche se il franchising garantisce delle certezze maggiori rispetto a un’impresa privata, questo non vuol dire che non comporti una serie di costi e pratiche inferiori. In tal senso, oltre agli oneri legati al corso HACCP e all’apertura (nonché gestione) della partita IVA, sono necessari altri passi fondamentali.

La necessità, per esempio, dell’iscrizione al Registro delle Imprese, così come la comunicazione di Inizio Attività. Il passo successivo è quello di regolarizzarsi con INPS e INAIL. Infine, eventualmente, è necessario presentare domanda al proprio Comune e/o alla ditta appaltatrice della pubblicità per l’esposizione dell’insegna. Così come va regolarizzata una ipotizzabile occupazione di suolo pubblico. Ovviamente, il franchisor può dare indicazioni e consigli chiari in tal senso, ma anche il proprio commercialista di fiducia può sciogliere qualunque tipo di dubbio.

Fee e Royalty

Un franchisor che tratta questo settore, così come qualunque altro legato al modello di business del franchising, cosa ha da guadagnare affidando il proprio brand a un piccolo imprenditore? Queste aziende ottengono un introito in due modi, attraverso i fee d’ingresso e le Royalty. Rispetto ad altri prodotti/servizi forniti in franchising, con la pasta fresca cambia davvero poco.

Fee d’ingresso

Il fee d’ingresso risulta essere un corrispettivo economico richiesto a chi sottoscrive il contratto. Esso comprende, sotto compenso variabile, un pacchetto che include formazione, assistenza, strumenti ed espositori per la vendita della pasta fresca. In questo particolare settore i fee variano generalmente dai 30.000 agli 80.000 euro. Si tratta di una cifra non indifferente, ma che permette di avviare un’attività in un settore con la consapevolezza di partire con la marcia giusta.



Royalty

Se il fee d’ingresso può, almeno a prima vista, catturare l’attenzione, sono le royalty che fanno la differenza. Nonostante diversi franchising di pasta fresca non le applichino, queste hanno sul medio-lungo termine un peso specifico determinante sugli introiti dell’affiliato.

Nonostante il costo per entrare nel settore possa essere quello che può sembrare il primo grosso ostacolo del novello imprenditore, si tratta forse dell’aspetto meno importante. Le royalty sono costituite da un corrispettivo economico (fisso o variabile) che viene richiesto dal franchisor. Si tratta di una percentuale che l’azienda richiede in cambio dell’assistenza, dei corsi di aggiornamento, delle campagne pubblicitarie e/o più semplicemente per l’affitto del marchio.

Sia fee d’ingresso che royalty sono solo alcune delle clausole a cui bisogna fare grande attenzione prima di sottoscrivere un contratto di franchising. In tal senso, è necessario prendersi tutto il tempo necessario per analizzare ogni singola parola prima di firmare il documento.

Come e dove posizionare un’attività

Nella riuscita o meno di un’attività, a prescindere o meno che sia legata al franchising, vi è il posizionamento della stessa nell’ambiente urbano. I franchisor, in virtù della presumibile esperienza nel settore, dovrebbe riuscire a capire immediatamente se la location scelta può essere adatta o meno per aprire un esercizio che proponga questo tipo di prodotto . Fattori determinanti, in questo senso, possono essere diversi.

Caratteristiche del locale

Inutile affermare come un locale debba presentare alcuni requisiti basici per poter ospitare un franchising di pasta fresca. In tal senso ogni azienda propone le sue competenze che incontrano le necessità per quanto riguarda la strumentazione e gli espositori. Ovviamente, se l’attività include anche la somministrazione diretta del cibo, i requisiti necessari possono risultare maggiori e a questi dovrete sopperire voi con un investimento ulteriore.

Posizione e contesto urbano

Posizionare un franchising di pasta fresca in una zona poco frequentata o totalmente fuori contesto, può risultare deleterio. In tal senso si consigliano zone ad alta densità abitativa, così da offrire una variante sana, rapida e gustosa per chi intende presentare sul tavolo il pranzo o la cena senza spendere troppo tempo tra i fornelli. Strade frequentate o aree che presentano un buon numero di parcheggi, possono godere di vantaggi non indifferenti.

La vicinanza di altre attività può portare benefici reciproci, anche una semplice fermata di autobus è strategica. Mentre l’inserimento all’interno di un centro commerciale o di un complesso simile, può aumentare il numero di potenziali clienti che transitano di fronte alla vostra attività(anche se ciò comporta solitamente un affitto piuttosto alto). Qualunque tipo di ragionamento va fatto con il proprio franchisor.

In questo senso, alcuni franchisor specificano a priori delle condizioni come il numero minimo di abitanti del centro urbano in cui si intende aprire l’attività. In questo modo si hanno delle maggiori garanzie sulla riuscita del franchising, grazie al numero elevato di eventuali clienti.

Presenza di concorrenza

Per ovvie ragioni, andare a occupare un’area non ancora coperta da attività di questo tipo può consentire di avere un vantaggio strategico notevole. In tal senso, lo studio viene solitamente effettuato dal franchisor che ha una grande conoscenza dei propri concorrenti e dunque sa bene dove potersi collocare territorialmente per ottenere il massimo risultato.

pasta fresca

Quanto si può guadagnare con un Franchising di Pasta Fresca?

Come per qualunque altro tipo di attività, non è facile inquadrare a priori quanto si può guadagnare. Molto dipende dall’abilità dell’imprenditore e dalla qualità del servizio offerto. Un buon affiliato non si siede sugli allori, forte di un brand che bene o male porta un minimo di clienti, ma cerca di espandere l’offerta e la qualità di quanto proposto ai propri avventori. Non mancano altri fattori come il suddetto posizionamento dell’attività.

Indicativamente, possiamo dire che un lavoro in condizioni ottimali può agevolmente raggiungere i 2.000 – 2.500 euro mensili (ma anche superarli). Ottenendo un ritmo di lavoro di questo genere, è facile capire come nel giro di pochi anni sia possibile ammortizzare totalmente la spesa effettuata per l’apertura del franchising.

Inoltre, è possibile ampliare il proprio giro d’affari trovando soluzioni parallele. Per esempio, è possibile distribuire i prodotti quasi “all’ingrosso” coinvolgendo alberghi o strutture particolari. Stipulando convenzioni con alcuni ambiti, si rinuncia a un po’ del guadagno ottenuto riuscendo però ad assicurarsi una base di lavoro fissa e stabile nel tempo. In tal senso, gli unici limiti sono la fantasia, ciò che propone il territorio e le eventuali clausole sul contratto stipulato con il franchisor.

I migliori franchisor del settore

Analizzati requisiti, potenzialità e caratteristiche dei franchising di pasta fresca, possiamo passare direttamente ai franchisor. In questa lista illustreremo alcune tra le principali aziende che si occupano di questo settore, indicando quali sono le peculiarità che le differenziano rispetto alla nutrita concorrenza.

Pasta & Company

Pasta & Company è un pastificio di carattere artigianale tra i primi a credere nella formula del franchising. Attualmente, questo franchisor può contare su una rete costituita da circa 130 attività sparse non solo in Italia ma anche in altri paesi europei come Francia e Germania.

L’investimento iniziale è di circa 25.000 euro, mentre non sono previste particolari royalty da pagare all’azienda. Pasta & Company garantisce preparazione attraverso giornate formative, supporto e assistenza in caso di problemi legati all’attività e una presenza costante capace di aiutare l’imprenditore in qualunque occasione.

Osteria del Tortellino

Osteria del Tortellino nasce con il chiaro obiettivo di promuovere i sapori tipici della cucina modenese. Centro del progetto, come appare ovvio dal nome, è sicuramente il tortellino anche se il franchising si concentra un po’ su tutto quello che è la pasta ripiena.

L’investimento iniziale necessario, in questo caso, è di 55.000 euro. Osteria del Tortellino offre delle indicazioni piuttosto chiare per quanto riguarda i requisiti territoriali. Sono infatti richiesti, come bacino d’utenza, almeno 30.000 abitanti nel raggio di 20 chilometri dall’attività. Il locale idoneo per l’apertura, deve essere di almeno 150 metri quadri.

Primo Piatto Italiano

Primo Piatto Italiano è un franchisor che si pone come mission non solo la qualità della propria offerta, ma anche un servizio estremamente rapido. I metodi di cottura e lo stile di lavoro che propone ad affiliati e clienti dunque, si concentrano su questi due principi. Sia la pasta preparata che i sughi, risultano essere elaborati con prodotti italiani e di altissima qualità.

Sotto il punto di vista del business, Primo Piatto Italiano richiede un investimento iniziale di 34.900 euro, con un contratto della durata pari a 5 anni e con possibilità di rinnovo. Il locale per risultare adeguato deve avere almeno 80 metri quadri a disposizione e, possibilmente, per ricevere l’approvazione da parte della casa madre, deve essere posizionato in aree di grande passaggio.

Primo Piatto Italiano offre ai propri affiliati una consulenza per trovare il locale adatto, assistenza per le procedure burocratiche d’apertura, piani marketing, formazione e la fornitura completa per il negozio. Il franchisor, inoltre, garantisce l’esclusiva territoriale e una costante assistenza.

Matassa

Matassa è un brand che fa parte del gruppo Trigento, famoso per cercare l’innovazione nell’ambito del business. In questo caso, l’idea che risiede dietro Matassa risulta il connubio vincente tra la cucina italiana e asiatica e il modello franchising. I prodotti proposti al pubblico infatti, sono costituiti da pasta fresca tipica della nostra cucina e da alimenti con delle similitudini ad essi, ma provenienti dall’Asia. Ogni attività legata al franchising piatti provenienti da entrambi i luoghi, attraverso un pastificio interno che produce pasta fresca quotidianamente.

Qui, cucina italiana e giapponese si incontrano, fornendo ai clienti piatti provenienti da entrambe le culture. L’investimento richiesto al sottoscrittore del contratto è di 80.000 euro, mentre la metratura minima equa è di 70 metri quadri.

ÈPASTA

Con ÈPASTA presentiamo un tipo di franchising di pasta fresca decisamente diverso da tutti gli altri. Motivo? Si concentra principalmente nel settore street food. Di fatto, l’attività è costituita da una vera e propria cucina professionale che può essere trasportata su camion. In questo modo, l’affiliato può posizionarsi in strada, piazze, centri commerciali, stazioni e punti di passaggio per sfruttare al meglio qualunque tipo di evento in qualunque periodo dell’anno. Va specificato come ÈPASTA utilizzi sempre e comunque prodotti ecologici, come forchette e contenitori biodegradabili e compostabili.

Per quanto concerne il lato meramente legato al business, il franchisor offre assistenza, formazione, materiale brandizzato. La richiesta, molto semplicemente, è di due persone con buone doti organizzative e tanta voglia di lavorare.

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