Franchising Intimo: Quanto Investire? Quanto si Guadagna?

Se stai pensando di avviare un’attività di franchising intimo, devi sapere che le statistiche confermano che si tratta di un trend in crescita. L’ultimo rapporto messo a disposizione da Assofranchising mostra una crescita costante del franchising in Italia dal 2014 ad oggi.

Un trend positivo che riguarda non solo l’aumento dei punti vendita sul territorio nazionale e quindi degli occupati, ma anche del giro d’affari che nel corso dell’anno 2018, ha registrato un +7,8%. Vale la pena dunque prendere in considerazione questa opportunità di business, seppur con tutte le dovute informazioni del caso.

Ecco una guida su come avviare un franchising nel settore intimo, quali sono le migliori aziende sul mercato e quali presumibilmente i guadagni e l’investimento richiesto.

franchising intimo

Come aprire un negozio di intimo in franchising

Prima di addentrarci in ciò che riguarda l’iter burocratico da seguire e tutte le possibili proposte da passare al vaglio, vediamo qual è, a grandi linee, l’investimento iniziale per aprire un’attività di franchising di intimo. Il range oscilla tra un minimo di 30 mila euro da mettere in conto per un negozio di intimo e lingerie, fino ad oltre 100 mila euro per uno store con intimo, pigiami e costumi.

Ovviamente tra i due estremi, si posizionano diversi livelli di budget da preventivare, così come è possibile superare nettamente il tetto dei 100 mila euro per avviare attività più strutturate, nella prospettiva di fatturati più elevati.

Franchising intimo, le migliori offerte di apertura

Come già accennato, la selezione che segue riguarda le migliori offerte di apertura per un negozio di intimo in franchising, con investimento compreso fra 30 mila e 100 mila euro circa. Nulla vieta ovviamente di valutare proposte di livello superiore, con magazzini di grandi dimensioni, per offrire una maggiore scelta ad un pubblico più ampio.

Con budget nettamente superiori ai 100 mila euro ad esempio, è possibile richiedere informazioni ( in quanto non sempre investimento iniziale o potenziale fatturato sono resi pubblici), riguardanti un’eventuale affiliazione in franchising ad aziende del calibro di Yamamay, Upim, Triumph, Women’ Secret, Parah, Goldenpoint, Intimissimi, Tezenis, Etam, Calzedonia.

Le migliori proposte di franchising intimo al di sotto dei 100 mila euro

Simone Pérèle

Negozi di intimo di elevata qualità, dal design chic e confortevole, nato nel 1948 dal talento di una corsettaia parigina. Il brand è presente in 60 Paesi, con oltre 2.700 punti vendita. Il gruppo ha lanciato anche un altro brand di intimo, più accessibile dal punto di vista dei prezzi al dettaglio, dal nome Implicite.

La richiesta di lingerie di fascia alta è in aumento. L’affiliazione al marchio Pérèle consente di concentrarsi sulle sole attività di vendita, vista la forza del brand.

La casa madre si impegna a curare il magazzino, l’assortimento, il rifornimento e a organizzare la logistica.

Si richiede:

  • un investimento a partire da 30 mila euro
  • un bacino di utenza di 50 mila abitanti
  • l’ubicazione del locale in centro commerciale o centro città
  • almeno 40-60 mq di superficie da adibire alla vendita

Fruscìo

Linea intimo molto raffinata, sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni, per uscire fuori dagli schemi dettati dalla moda del settore. Fruscio firma intimo e beachwear ma ha a disposizione anche una linea di abbigliamento.

Per l’affiliazione in franchising si richiede:

  • un investimento iniziale di 32 mila euro
  • almeno 50 mq per il negozio

a fronte di:

  • esclusività di zona
  • comodato d’uso gratuito per l’arredamento
  • frequente riassortimento
  • merce in conto vendita

Liguero

Abbigliamento intimo uomo-donna, che presenta condizioni molto vantaggiose per l’apertura dell’attività in franchising. In particolare, si richiede:



  • punto vendita da 30 a 50 mq
  • bacino di utenza di 20 mila abitanti
  • investimento stimato tra 50-60 mila euro
  • fidejussione richiesta di 15 mila euro
  • stima del fatturato iniziale, per il primo anno tra 100-150 mila euro

Elexia

L’azienda è famosa per aver brevettato il reggiseno in grado di proteggere la donna dalle onde elettromagnetiche.

La linea di abbigliamento intimo proposta comprende corsetteria, intimo, costumi e pigiami, sia per uomo che per donna.

L’investimento iniziale è a partire da 60 mila euro.

InFiore store

Produttrice di corsetteria già negli anni ’60, il marchio diventa InFiore Store nel 1998, quando apre la linea di franchising.

Investimento previsto a partire da 100 mila euro

Wolford

Intimo di classe e sensuale, collant, leggings e calzetteria di qualità, oltre a moda mare e ready to wear. Caratteristiche principali:

  • investimento iniziale da 50 mila euro
  • formazione iniziale
  • ubicazione centrale in zona alto-spendente, molto trafficata

Lò by Lovable

L’inconfondibile cuore rosso offre una vasta gamma di capi intimi da donna, culottes e corsetti, oltre a biancheria uomo, costumi da bagno e abbigliamento comodo per la casa.

  • investimento iniziale minimo: 50 mila euro
  • contratto minimo della durata di 5 anni
  • fatturato medio annuo di circa 350 mila euro

Level Eleven Underwear

Abbigliamento intimo uomo e donna, con accessori. Caratteristiche principali:

  • investimento a partire da 65 mila euro
  • superficie minima richiesta 50-60 mq
  • bacino d’utenza almeno 30 mila persone
  • 5 anni di durata minima del contratto

Franchising: vantaggi e iter da seguire

Abbiamo appena passato al vaglio le migliori opportunità del mercato: è il momento di capire come funziona il contratto di franchising, definendo le figure del franchisor e del franchisee e soprattutto descrivendo l’iter da seguire passo a passo.

Contratto

Il franchising è in pratica un contratto di affiliazione. In cosa consiste? Semplicemente, alle origini c’è un imprenditore che ha avuto un’idea iniziale sviluppata con successo, ragion per cui decide di potenziare il brand e la sua espansione sul mercato.

Per tale motivo decide di lanciarsi nel franchising, proponendo ad altri imprenditori di affiliarsi, per vendere i propri prodotti o servizi.

Ovviamente anche chi decide di affiliarsi ottiene notevoli benefici, dal momento che l’investimento comprende un locale “chiavi in mano” nonché un marchio già affermato su cui poter contare.

Da non trascurare inoltre, le numerose facilitazioni di cui è possibile avvantaggiarsi, che abbassano in maniera incisiva il cosiddetto “rischio d’impresa”.

Vantaggi

Ecco i principali benefici derivanti dall’affiliazione in un franchising intimo:

  • il brand è già conosciuto o ad ogni modo, la fase di promozione pubblicitaria è già avviata
  • dal punto di vista finanziario, tutto è chiaro e la casa madre sa già quali costi affrontare e a fronte di quali ricavi da poter generare
  • esperti commerciali hanno già definito il concept del negozio, che risulta efficiente

Optando per la formula del franchising, inoltre è possibile avvantaggiarsi di notevoli agevolazioni, prima fra tutte il noto “conto vendita”. Altri importanti aiuti riguardano le dilazioni di pagamento sulla merce o ancora la clausola che garantisce il ritiro dell’invenduto (di cui accertarsi caso per caso).

Figure principali

Il contratto di franchising è caratterizzato da:

  • la figura del franchisor, vale a dire l’azienda madre che ha avviato l’attività, mantenendo ogni diritto sul marchio e che cerca affiliazioni per espanderlo sul mercato
  • la figura del franchisee ovvero l’affiliato, che vuole compiere il grande passo verso l’indipendenza imprenditoriale,  investendo in un’attività personale, pur nella garanzia di solide basi, perché sfrutta la notorietà e il successo del franchisor (e gli riconosce per questo un corrispettivo).

Ogni contratto di franchising è senza dubbio caratterizzato da peculiarità uniche, ma in linea di massima possiamo affermare che i suoi elementi costituivi imprescindibili riguardano:

  • il know-how del franchisor, che deve essere messo a disposizione del franchisee
  • la fee d’ingresso, che risulta essere molto frequente, pur non essendo sempre prevista. In parole semplici, è una somma richiesta all’inizio della collaborazione, quindi “una tantum” e che consente di entrare a far parte in maniera ufficiale della rete degli affiliati
  • la royalty, vale a dire il corrispettivo dovuto al franchisor, da mettere in conto nei pagamenti periodici (è possibile che sia anche ogni mese), da calcolare in base alle percentuali stabilite in fase di stipula del contratto
  • la durata del contratto. Ogni caso è a sé ma ad ogni modo, il consiglio è di specificare sempre la procedura da seguire in caso di recesso e la possibilità di poter ottenere l’esclusiva sul territorio
  • le caratteristiche della collaborazione. A tal proposito, è auspicabile mettere nero su bianco tutto ciò che riguarda le modalità di fornitura dei beni a marchio, nonché ogni servizio legato all’attività in modalità franchising, così come il materiale preposto alla comunicazione, il servizio di assistenza al cliente o di supporto al franchisee.

Accade spesso che il franchisor imponga altri vincoli ai fini della concessione del franchising, come ad esempio quello di avere a disposizione locali commerciali con peculiarità specifiche da caso a caso, con particolare riguardo a caratteristiche, dimensioni, localizzazione e via di seguito.

Per ogni altro riferimento dal punto di vista normativo, ricordiamo che il contratto di franchising è regolato in Italia dalla legge n. 129/2004.

Iter burocratico

Per poter avviare un’attività d’impresa come quella dell’intimo in franchising, è indispensabile:

  • richiedere la consulenza di un bravo commercialista
  • aprire la partita iva
  • iscriversi alla Camera di Commercio, all’Inps e all’Inail
  • comunicare al Comune l’avvio dell’attività commerciale
  • avere l’agibilità dei locali
  • effettuare la valutazione del rischio l.626/1994
  • per poter procedere all’apertura di un’attività in franchising è necessario avere raggiunto la maggiore età, senza aver mai dichiarato fallimento nè essere mai stato interdetto
  • prima dell’apertura bisogna ottenere l’autorizzazione all’esposizione dell’insegna su suolo pubblico
  • è necessario pagare la SIAE, nel caso in cui sia prevista la diffusione di musica nel locale
  • è indispensabile installare il Pos per procedere alle transazioni con carta e bancomat
  • effettuare l’iscrizione per la tassa di igiene ambientale
  • comunicare orari di apertura e chiusura

Rischi

Come già evidenziato, i vantaggi nell’investire in un contratto di franchising nel settore intimo sono notevoli, nel momento in cui si decide di intraprendere un’attività imprenditoriale in tale ambito.

Un aspetto su cui abbiamo premura di essere precisi però, è che il fatto di optare per un contratto di franchising nell’intimo non deve rappresentare una certezza verso il successo dell’atticità.

Partire con una buona dose di successo non significa tuttavia garantirsi una rendita passiva a vita, con un ROI assicurato al 100%.

Poter contare su un’azienda già avviata e avvalersi della buona reputazione di un brand già famoso ai più, di certo agevola la fase di startup dell’attività imprenditoriale. Quest’ultima appare subito più agevole da gestire e molto meno carica di ansie e preoccupazioni, nei confronti di chi comincia da zero, nel più assoluto anonimato.

Ciò non toglie che il franchisee debba dare grande prova di sé nel dimostrare competenza, abilità e capacità manageriali. In tal modo assicura al business di poter decollare sul territorio di appartenenza e ai clienti di fidelizzarsi nel tempo, rimanendo di volta in volta sempre più soddisfatti.



Quali sono i primi passi da compiere, in fase preliminare?

A nostro avviso è indispensabile pianificare ogni singolo step nei minimi dettagli, magari conducendo alcune analisi di mercato preventive.  Anche i sondaggi in città risultano utili, con l’obiettivo di intuire quale possa essere la tipologia di intimo a più alte probabilità di successo sul territorio di appartenenza.

Quali sono i possibili rischi in cui incorrere, nel momento in cui si decide di affilarsi?

Il primo step, che risulta ovviamente anche il più delicato, è proprio quello che riguarda la scelta del franchisor.

Qui di seguito alcuni consigli utili per procedere senza errori:

  1. Per quanto risultino essere molto rari i casi in cui tale eventualità si è verificata, è comunque possibile che alcuni contratti di affiliazione si rivelino una truffa. Una delle modalità più comunemente utilizzate riguarda la richiesta di una fee di ingresso, salvo poi sparire nel nulla. Nessun riferimento ovviamente alle grandi catene di intimo già affermate sul mercato nazionale e internazionale, quanto invece alle piccole realtà in fase di startup, ad esempio con nessun punto vendita ancora sviluppato. Ciò che invece dovrebbe accadere più di sovente in questi casi è che l’azienda emergente offra incentivi per attirare un certo numero di affiliati (non richiedendo quindi alcuna fee in ingresso).
  2. Altro passaggio da affrontare con le dovute cautele riguarda ad esempio la formula del sell-in: l’azienda madre cede all’affiliato i suoi prodotti per poterli rivendere al consumatore finale. In questo caso la responsabilità di invenduto ricade interamente sull’affiliato, non contemplando invece il conto vendita (come spesso accade nel contratto di franchising). Non si tratta di una pratica sospetta, ma ad ogni modo è bene esserne consapevoli e accertarsi che il contratto appaia inequivocabile da questo punto di vista.
  3. Perché non mettere alla prova la forza economica del franchisor? Non si tratta solo di fatturato bensì di capacità organizzativa, logistica, assistenza e altri utili servizi. Soprattutto nel caso di aziende emergenti, non è raro incorrere in ritardi nella consegna della merce, mancanza di organizzazione a livello generale oppure di coordinazione nelle attività di marketing del punto vendita o nei confronti degli altri affiliati della rete. Senza ombra di dubbio, si tratta di aspetti tutt’altro che secondari: trascurarli potrebbe significare incorrere in problemi reali, tali da mettere a repentaglio la salute perfino della miglior idea imprenditoriale di sempre.

Per concludere, cosa fare per assicurarsi di non incorrere in cattive sorprese, nel momento in cui si decide di avviare un business in franchising nel settore dell’intimo?

Il consiglio per tutti i futuri imprenditori è di toccare con mano sempre in prima persona la realtà che si ha di fronte, magari eseguendo qualche piccolo test nei punti vendita già esistenti.

In secondo luogo, è doveroso informarsi sempre con cura, al fine di far rispettare i propri diritti. Ad esempio, può tornare utile sapere che, almeno 30 giorni prima della stipula del contratto, l’azienda che propone in contratto di franchising deve fornire necessariamente:

  • una copia del contratto di affiliazione già in versione definitiva, con tutti i dati dell’affiliante
  • un’accurata descrizione del brand e di tutte le attività commerciali ad esso correlate
  • un elenco completo di tutti gli affiliati già esistenti, con informazioni su dove sono ubicati nonché eventuali variazioni dell’attività intercorse col passare degli anni
  • la segnalazione di tutte le controversie giudiziarie arbitrali, concluse negli ultimi 3 anni

Non da ultimo, appare indispensabile informarsi sugli ultimi bilanci e sui dati sulle aperture/chiusure dei punti vendita. In tal modo è possibile valutare se il trend è positivo, con fatturato in aumento e prosperità in azienda, a giudicare ad esempio dal volume del budget investito nella ricerca o nelle attività di marketing.

Franchising intimo: come rendere vincente il business

È molto importante per chi vuole aprire un’attività di intimo in franchising puntare su innovatività ed originalità, che di solito rappresentano i fattori cardine del successo. Il fatto di aprire un negozio di intimo in franchising rappresenta senza dubbio il modo migliore per raggiungere l’efficienza fin da subito, byapassando i fallimenti da principianti.

D’altra parte però, affidarsi ad un modello precostituito non significa fare copia e incolla, annullando la propria personalità nonché la possibilità di metterci nuove idee.

A tal proposito, di solito l’azienda madre mette a disposizione specifiche consulenze di franchising in cui mettersi in gioco. Un’occasione unica per mostrare il proprio talento e trovare l’ispirazione giusta per lavorare sulle proprie idee, pur allineandosi alle best practice del franchisor.

La specializzazione infatti è, senza ombra di dubbio, l’asso nella manica di ogni attività imprenditoriale.

Per quanto riguarda il settore della biancheria intima nella fattispecie, è possibile ipotizzare ad esempio, di differenziare l’offerta in base alla geo-localizzazione del negozio:

  • in prossimità di una stazione, con gente di fretta e di passaggio, è meglio puntare su capi basici ed essenziali, ad esempio per trascorrere un weekend in città
  • chi ha un negozio in prossimità del mare, potrà specializzarsi in costumi da bagno
  • mentre nei negozi centralissimi, dove si concentra il passeggio, allora è bene attirare l’attenzione con qualche prodotto particolare e di design.

Il trend del settore intimo privilegia i business che puntano a capi a basso prezzo, accessibili a tutti oppure a lingerie di alta classe, molto costosa.  La fascia intermedia si è notevolmente assottigliata, a vantaggio di queste due categorie.

Quali sono le ragioni del successo del franchising intimo?

Nonostante la crisi economica, il boom dell’intimo si spiega in base a molteplici ragioni.

  • Innanzitutto, sono davvero tante le catene che ricordano i grandi magazzini, con merce bella e di qualità ma a prezzi davvero bassi, in grado di rendere felici tutti, appagandoli nella sensazione di “poterselo permettere”.
  • L’acquisto occasionale, legato alla necessità, diventa invece ripetuto e il completo intimo si innalza di livello, divenendo vero e proprio capo alla moda da esibire, come ad esempio gli slip maschili da far intravedere in vita coi jeans oppure la sottoveste in seta che diventa sotto-giacca.
  • L’intimo è ormai diventato anche oggetto di regalo, quindi perfetto da donare in qualsiasi occasione, sia per l’uomo che per la donna.

Quanto si guadagna? Possibili fatturati

A questo punto non resta che procedere con la scelta che più soddisfa le esigenze personali, soprattutto facendo due conti!

Come capire quanto tempo occorrerà per rientrare dall’investimento e cominciare a guadagnare? Di solito nel giro di un paio di anni si fanno quadrare le spese, per poi cominciare a mettere dell’utile in attivo a partire dal terzo anno di attività.

Ad ogni modo, il primo passo è sempre quello di valutare i fatturati delle realtà già esistenti. A tal proposito, è l’azienda stessa che propone il contratto di franchising, ad avere interesse nel divulgare tali informazioni, se risultano inconfutabili nella loro positività.

Nelle schede tecniche selezionate in questo articolo, abbiamo già provveduto ad inserire i dati riguardanti i possibili fatturati annuali, laddove appunto questi siano stati resi noti dalle aziende prese in considerazione.

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About Natalia Piemontese

Copywriter e mamma freelance da 10 anni sul web. Laureata con master in risorse umane, da anni mi occupo di tematiche del lavoro e business nel digitale.

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