Per le imprese, fin dalla loro costituzione, c’è un appuntamento che non solo va rimandato il più possibile, ma ci si augura pure che mai accada. Si tratta dell’appuntamento con la crisi aziendale che, nella maggioranza dei casi, porta pure al dissesto finanziario. Possono essere tanti i motivi per cui un’impresa, magari ben posizionata sul proprio mercato di riferimento, entra in crisi, ma in tal caso l’unica via da seguire è quella del Risanamento Aziendale.
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Risanamento Aziendale cos’è?
Il Risanamento Aziendale individua, nello specifico, quell’insieme di operazioni e di scelte che, per un’impresa, sono finalizzate ad uscire dallo stato di crisi, e nel farlo l’obiettivo da un lato è quello di ridare slancio al business, e dall’altro di rientrare dall’eventuale esposizione debitoria con il conseguente riequilibrio della situazione finanziaria.
Lo squilibrio economico-finanziario, quando un’impresa è in crisi, tende infatti a restare tale nel tempo, e solo con un piano di risanamento aziendale si può tentare di evitare di sfociare nello stato di insolvenza prima, e nella condizione di dissesto finanziario poi. Il risanamento aziendale, di conseguenza, mira ad introdurre delle azioni correttive tali da poter conferire all’impresa un futuro.
Nella maggioranza dei casi di Risanamento Aziendale il successo o l’insuccesso del piano di rilancio passa attraverso un accordo con i creditori che, avvalendosi delle norme vigenti, possono infatti far leva, eventualmente, sulla legge fallimentare italiana per l’insinuazione al passivo ai fini del soddisfacimento del proprio credito.
Il piano di risanamento aziendale è di norma composto per grandi linee dalle seguenti parti:
- La presentazione dell’azienda;
- L’elencazione delle cause che hanno generato la crisi;
- Il piano economico-finanziario;
- La situazione e lo stato patrimoniale;
- La strategia di risanamento;
- Il contributo degli stakeholders;
- L’approccio con gli azionisti/soci;
- Le modalità di esecuzione del piano di risanamento.
Risanamento aziendale per crisi, ciclica o strutturale?
Il processo di risanamento aziendale per un’impresa viene avviato per uno stato di crisi che può essere di due tipi, ovverosia ciclico oppure strutturale.
Nel dettaglio, la crisi d’impresa è ciclica quando la difficoltà sono di tipo competitivo e, di conseguenza, sono necessarie delle azioni tali da ripristinare il posizionamento sul mercato.
La crisi d’impresa è invece strutturale quando le cause dell’insuccesso restano occulte per lungo tempo, anche e soprattutto per cattiva gestione da parte del management, e queste poi si manifestano in maniera del tutto improvvisa ed inaspettata.
La crisi d’impresa ciclica in genere, attraverso il piano di risanamento aziendale, si conclude o con il ritorno a condizioni di normalità, oppure con la cessazione dell’attività.
La crisi d’impresa strutturale, invece, coincide con una fase di declino aziendale che porta o alla cessazione oppure al risanamento con modifiche sostanziali su tutta la linea, dal controllo societario ai livelli occupazionali, e passando per la produzione e per le vendite.
Come funziona il Risanamento Aziendale ed obiettivi
Per il Risanamento Aziendale si parte dall’analisi delle cause che hanno innescato, generato e scatenato la crisi, e si arriva alla messa a punto di un piano di rilancio che in genere è subordinato all’approvazione da parte dei soci. Il successo del risanamento aziendale, infatti, passa attraverso un’attenta analisi e diagnosi strategica.
Risanamento aziendale, chi sono tutti gli attori in gioco
Nel processo di risanamento aziendale gli attori in gioco possono essere figure interne come esterne all’impresa, ed in particolare:
- Il top management;
- Gli organi di governo dell’impresa, per esempio il Consiglio di Amministrazione;
- Professionisti abituali come i consulenti legali, i commercialisti e la società di revisione;
- L’advisor finanziario;
- L’advisor industriale;
- L’advisor legale;
- I turnaround managers;
- Gli attestatori del progetto di risanamento aziendale.
Quanto costa un piano di Risanamento Aziendale
Non c’è un costo standard previsto per il risanamento aziendale, ma di certo questo tende a crescere in base alle dimensioni dell’azienda ed alla complessità dello stato di crisi. Per rendere l’idea, un’impresa di medie o grandi dimensioni per mettere a punto un piano di risanamento aziendale ha bisogno di pagare il compenso a tante figure professionali e societarie, dall’advisor finanziario all’advisor industriale e strategico, come sopra indicato, e passando per altri consulenti con delle competenze specialistiche, dagli avvocati ai tributaristi, e passando per gli esperti di diritto del lavoro.
Generalmente per mettere a punto un piano di risanamento aziendale non si può fare mai a meno di compiere le seguenti 3 azioni:
- Ricognizione di tutti i rapporti contrattuali commerciali e finanziari;
- Analisi dell’assetto partecipativo dell’impresa;
- Identificazione di tutti rapporti economici e patrimoniali.
La diagnosi della crisi puntando a chiudere col passato
Il Risanamento Aziendale, partendo dalla diagnosi della crisi, non sempre è semplice in quanto per chiudere con il passato, e per riportare l’impresa sul sentiero della crescita e della redditività, evitando la dichiarazione di fallimento, spesso serve molto tempo, anche fino a 5 anni in certi casi.
E questo accade in particolare quando a carico del management scattano azioni legali per presunta e cattiva amministrazione. In tal caso i soci dell’azienda possono nominare nuovi organi sociali chiamati a portare avanti il Risanamento Aziendale, ma nello stesso tempo restano in sospeso, fino a sentenza, le citazioni in giudizio a carico di uno o più amministratori della vecchia gestione con la finalità del risarcimento del danno.
Le strategie di Risanamento Aziendale e gli errori da evitare
Pianificare delle strategie di risanamento aziendale significa analizzare e guardare al passato con trasparenza e con coerenza in quanto di sicuro saranno stati commessi degli errori di gestione e/o di valutazione. Per esempio, il business è andato così male da sfiorare il dissesto finanziario perché in realtà a livello aziendale è mancata una vera e propria strategia, e quindi questo per il futuro sarà uno degli errori da evitare, anzi il primo per poi ricordarsi che il successo o l’insuccesso di un’azienda è strettamente legato alle decisioni, alle scelte ed alla visione prospettica del management.
Per risanare un’azienda, anche in base a quella che è la reale complessità della crisi d’impresa da gestire, può essere necessario molto tempo, in genere non meno di un anno, e quindi l’evoluzione e l’andamento del piano di ristrutturazione necessitano sempre di un monitoraggio attento e continuo.
Inoltre, sulla crisi d’impresa c’è anche da dire che questa, nella vita di un’azienda, è sempre evitabile a patto che le tendenze e gli eventi vengano valutati correttamente, e che siano anche implementati adeguati meccanismi di controllo. Per esempio, molte crisi d’impresa nascono quando si ritiene che certi eventi negativi siano solo temporanei e passeggeri, e che di conseguenza, sbagliando, non siano necessari interventi di alcun tipo.
Tipologie di crisi di impresa per il risanamento aziendale
Non c’è risanamento aziendale se non c’è crisi di impresa. Ma le crisi a loro volta possono essere di vario tipo, e in particolare, classificate come segue:
- Le crisi aziendali da inefficienza;
- Le crisi aziendali da sovracapacità/rigidità;
- Le crisi aziendali da decadimento dei prodotti;
- Le crisi aziendali da squilibrio finanziario/patrimoniale.
Risanamento aziendale attraverso le operazioni di cessione
Il risanamento aziendale può passare anche attraverso le operazioni di cessione che possono essere ritenute strategiche per la sopravvivenza stessa dell’impresa. In tal caso il risanamento aziendale passa attraverso un percorso di valutazione dell’impresa in crisi tenendo conto dei seguenti fattori e delle seguente variabili:
- La valutazione di natura patrimoniale;
- La valutazione di natura reddituale;
- La valutazione di tipo finanziario;
- La valutazione finalizzata ad esplicitare la creazione di valore per l’impresa;
- La valutazione comparativa di mercato.
Come valutare un’azienda in crisi da cedere sul mercato
Il valore dell’impresa in crisi, ai fini della cessione, dipende infatti dal valore dei seguenti asset:
- L’avviamento;
- Le immobilizzazioni materiali;
- Le rimanenze di magazzino;
- I crediti commerciali;
- I debiti commerciali;
- I debiti finanziari;
- Le partecipazioni;
- I Titoli e le altre attività finanziarie;
- Gli oneri pluriennali;
- I beni immateriali.
L’impatto del Risanamento Aziendale
Quello relativo al Risanamento Aziendale per l’impresa è sempre un momento che, se non difficile, è comunque complesso, complicato ed anche conflittuale tra le possibili citazioni in giudizio, come sopra accennato, i creditori che battono cassa ed i lavoratori pronti a scioperare e ad attivare vertenze sindacali.
In altre parole, il risanamento aziendale ha sempre ed inesorabilmente un impatto negativo i cui effetti possono essere mitigati se e solo se il piano di rilancio messo a punto e comunicato risulta essere credibile agli occhi di tutti gli stakeholders.
Se il risanamento aziendale avrà successo, allora rispetto al passato per l’impresa a cambiare saranno in tutto o in parte i seguenti aspetti:
- La produzione;
- Le vendite e la commercializzazione;
- L’organizzazione del personale;
- Gli investimenti e/o i disinvestimenti.
La manovra finanziaria per il Risanamento Aziendale
La parte più critica del piano di rilancio aziendale è rappresentata dalla manovra finanziaria che deve permettere in tempi ragionevoli e certi il rientro dal debito ed il miglioramento dei parametri economici e finanziari dell’impresa anche attraverso la tutela e la salvaguardia, il più possibile, dei livelli occupazionali.
Tutti i destinatari da soddisfare con il risanamento aziendale
In genere questi sono tutti i destinatari da soddisfare con il risanamento aziendale al fine di evitare che l’implementazione del piano di rilancio sia solo un modo per prendere tempo, praticamente solo una lunga agonia al fine di rimandare l’inevitabile, ovverosia il fallimento:
- I soci;
- Le Autorità di vigilanza;
- Gli organi del controllo societario;
- I creditori;
- I clienti;
- I dipendenti;
- Le banche e gli intermediari finanziari.
Sui parametri dell’impresa, inoltre, la manovra finanziaria avrà un impatto sulle seguenti componenti:
- Il debito;
- Il patrimonio netto;
- La gestione della fiscalità.
Risanamento aziendale, dalla fase di emergenza a quella di stabilizzazione
La prima fase del risanamento aziendale è quella emergenziale quando l’impresa deve sostanzialmente cercare di sopravvivere e, nello stesso tempo, compiere delle azioni tali da conseguire l’equilibrio monetario.
Solo in questo modo, infatti, l’impresa in risanamento aziendale può puntare al ritorno alla normalità ed alla riconquista della fiducia da parte di tutti gli stakeholders anche attraverso il ritorno alla crescita ed allo sviluppo delle proprie quote di mercato, e con la conseguente conferma degli obiettivi di medio e di lungo termine.
Superare la fase di emergenza, per il risanamento aziendale, significa passare alla successiva, ovverosia a quella di stabilizzazione quando sarà possibile, tra l’altro, pianificare eventuali cessioni, disinvestimenti e piani di riduzione dei costi.
A questo punto dalla fase di stabilizzazione del risanamento aziendale l’impresa può tornare al graduale ritorno alla normalità facendo leva, tra l’altro, sullo sviluppo di nuovi prodotti e/o di nuove aree strategiche d’affari.
Il Risanamento Aziendale per le piccole e medie imprese
A differenza delle grandi imprese, il risanamento aziendale per le PMI può essere da un lato più semplice in quanto le problematiche legate alla crisi possono essere meno complesse, e quindi più facilmente risolvibili, ma dall’altro le piccole e medie imprese possono avere maggiore difficoltà ad evitare il fallimento in quanto possono avere maggiori difficoltà nella ristrutturazione del debito. E questo perché, specie in Italia, le PMI hanno maggiori difficoltà ad accedere al credito bancario, così come tendono ad essere meno appetibili al fine di poter trovare capitali freschi, ad esempio, attraverso l’arrivo e l’ingresso di nuovi soci.
Risanamento Aziendale e Legge fallimentare
Così come un’azienda sana che opera sul mercato deve operare nel pieno della legalità, rispettando le norme, le leggi ed i codici di riferimento, allo stesso modo un’azienda in stato di crisi deve mettere a punto ed implementare il piano di risanamento aziendale con azioni rispettose della legge, ma in certi casi per rilanciarsi è necessario far leva sul diritto e sulla legge fallimentare.
Nel dettaglio, grazie alla Legge Fallimentare l’impresa in risanamento aziendale può accedere ai seguenti 3 istituti giuridici:
- Il piano asseverato così come è previsto dall’articolo 67, comma secondo, lettera d;
- L’accordo di ristrutturazione dei debiti che è previsto dall’articolo 182 bis;
- Il concordato preventivo in ipotesi di continuità che è previsto dall’articolo 160 ss.
L’accordo di ristrutturazione del debito
L’accordo di ristrutturazione del debito, che è previsto dalla Legge Fallimentare, prevede per l’impresa in stato di crisi la richiesta di omologa di un accordo con i creditori ma a patto che l’intesa vada ad interessare almeno una quota pari al 60% del debito. Per l’omologa, inoltre, serve l’attestazione di idoneità e di attuabilità dell’accordo di ristrutturazione a garanzia del pagamento dei creditori estranei all’accordo stesso.
Risanamento Aziendale passando per il concordato preventivo
Per esempio, nel rispetto dei requisiti di accesso all’istituto giuridico, il risanamento aziendale può passare attraverso il ricorso al concordato preventivo che non è altro che una procedura concorsuale finalizzata all’uscita dallo stato di crisi o dall’insolvenza.
In particolare, con il concordato preventivo, al fine di evitare il fallimento, l’impresa cerca da un lato di proseguire l’attività, e dall’altro di soddisfare i creditori attraverso la liquidazione del proprio patrimonio o attraverso la cessione dell’attività a terzi.
Rispetto agli anni passati, il concordato preventivo è un istituto giuridico al quale accedono in Italia molte imprese in crisi anche perché la normativa è stata opportunamente modificata e rivisitata dal legislatore al fine di permettere alla PMI il risanamento aziendale evitando il fallimento.
Per un‘impresa in risanamento aziendale l’accesso al concordato preventivo è vantaggioso in quanto interrompe ogni azione di recupero da parte dei creditori. Ma nello stesso tempo per un’azienda in concordato preventivo è difficile accedere a nuovi finanziamenti attraverso il sistema bancario, così come l’istituto giuridico porta in genere ad un netto taglio dell’esposizione debitoria.
Questo significa che i creditori devono rinunciare ad una quota spesso rilevante delle proprie spettanze, e di conseguenza oppongono in genere forti resistenze nell’appoggiare il piano di risanamento di un’impresa in stato di crisi che punta ad avvalersi proprio del concordato preventivo.
Risanamento Aziendale passando per l’amministrazione straordinaria
Un’altra procedura concorsuale, prevista in Italia dalla legge fallimentare, è quella rappresentata dall’amministrazione straordinaria. Si tratta, nello specifico, di un istituto giuridico al quale possono accedere le grandi imprese commerciali che, per evitare che a causa del loro stato di crisi si generino a cascata degli effetti negativi su tutto il settore, possono avviare il risanamento aziendale proteggendo nello stesso tempo il loro patrimonio produttivo.
Se il risanamento aziendale fallisce, per l’impresa in amministrazione straordinaria si aprono le porte del fallimento. Mentre se il risanamento aziendale si chiude con successo, allora la procedura di amministrazione straordinaria può concludersi con il ritorno dell’impresa in bonis.
Gli organi nominati per le procedure concorsuali
In caso di fallimento l’organo nominato per l’istituto giuridico è il curatore fallimentare, mentre il liquidatore giudiziale viene nominato in caso di liquidazione coatta amministrativa. Per l’amministrazione straordinaria di un’impresa in crisi, invece, vengono nominati il commissario giudiziale ed il commissario straordinario.
Per le tre procedure concorsuali l’obiettivo comune è quello di salvaguardare la continuità aziendale puntando sull’affitto o sulla cessione dell’impresa in esercizio attraverso il conferimento in una o più società.
Risanamento Aziendale nel mondo: il Chapter 11 negli USA
Le procedure concorsuali che, a norma di legge, permettono il risanamento aziendale, e la conseguente uscita dallo stato di crisi, variano da un Paese all’altro. Per esempio, negli Stati Uniti le imprese in dissesto finanziario, nel chiedere la protezione dai creditori mentre avviano ed implementano il piano di risanamento aziendale, possono accedere al cosiddetto Chapter 11 che è una norma della legge fallimentare statunitense.
Facendo un confronto con la legislazione italiana, il Chapter 11 equivale negli Stati Uniti ai soggetti che entrano in amministrazione controllata, ed al riguardo negli USA possono essere non solo le imprese, ma pure i privati cittadini. Nell’ordinamento statunitense, infatti, pure una persona fisica può chiedere la protezione dai creditori, mentre il Chapter 7 coincide in America con l’istituto giuridico del fallimento vero e proprio.
Il Chapter 11, nel dichiarare lo stato di bancarotta, viene ampiamente invocato a Wall Street dalle società quotate quando queste sono in crisi aziendale o comunque con l’acqua alla gola in quanto rischiano il dissesto finanziario. Storicamente non tutte le società quotate a Wall Street sono riuscite poi ad emergere dalla bancarotta. I casi più clamorosi e più recenti sono quelli della Lehman Brothers, società di servizi finanziari, e della Enron, multinazionale dell’energia.
Proprio nel 2020 a Wall Street, inoltre, ha fatto notizia il ricorso al Chapter 11, per salvaguardare azienda e creditori, da parte del colosso dei servizi di noleggio Hertz. Penalizzata dal lockdown per il coronavirus, infatti, la Hertz, per le proprie divisioni in Canada e negli Stati Uniti, ha puntato alla continuità aziendale invocando il Chapter 11 e puntando ad uscire dalla bancarotta con una struttura finanziaria e patrimoniale più rafforzata anche grazie al fatto che, si spera, il coronavirus possa essere presto e finalmente solo un lontano ricordo. La richiesta di bancarotta, in particolare, è stata depositata dalla società Hertz presso un tribunale del Delaware potendo così, con la liquidità in cassa che è stimata in circa 1 miliardo di dollari al momento del Chapter 11, ed aspettando di trovare un accordo con i creditori, continuare ad offrire i propri servizi di noleggio in tutto il mondo.
Risanamento Aziendale impossibile, dal fallimento alla liquidazione coatta amministrativa
Quello del risanamento aziendale per un’impresa è un iter che può essere associato, in tutto e per tutto, ad un piano di salvataggio che può concludersi con esito positivo ma purtroppo spesso anche negativo. Ed allora, quando il risanamento aziendale è impossibile per un’impresa ad aprirsi sono inesorabili le porte relative all’istituto giuridico del fallimento.
Pur tuttavia, ci sono anche altre procedure concorsuali alternative al fallimento come ad esempio la liquidazione coatta amministrativa quando l’azienda è a controllo statale o comunque di interesse pubblico. Possono infatti rientrare nella procedura di liquidazione coatta amministrativa:
- Le imprese bancarie e quelle assicurative;
- Le società cooperative;
- Gli Enti della Pubblica Amministrazione;
- Le società partecipate da enti pubblici.
Tutti i poteri del commissario liquidatore
Per le aziende in liquidazione coatta amministrativa il commissario liquidatore può esercitare i seguenti poteri al fine di procedere prima con la formazione del passivo, e poi con la liquidazione e con la ripartizione dell’attivo:
- Autorizzare tutti gli atti di straordinaria amministrazione;
- Nominare dei legali per cause attive oppure passive;
- Esercitare delle azioni revocatorie;
- Esercitare tutte quelle competenze che, nell’istituto giuridico del fallimento, sono proprie del giudice delegato;
- Esercitare l’azione sociale di responsabilità contro gli amministratori dell’impresa che è stata sottoposta alla liquidazione coatta amministrativa;
- Proseguire eventualmente con l’attività d’impresa previa autorizzazione da parte dell’Autorità di Vigilanza preposta.