Quella di registrare marchio denominativo è l’operazione più comune, per un’impresa, al fine di tutelare il proprio brand. Nonché per tutelare e per proteggere la proprietà intellettuale ed ancor di più quella industriale.
Basti pensare ad un’azienda che, non riconducibile a quella americana di Cupertino che è quotata in borsa a Wall Street, dovesse iniziare a commercializzare e soprattutto a pubblicizzare i propri prodotti oppure i propri servizi utilizzando la parola ‘Apple‘.
Non a caso, in materia di marchi che sono tutelati, la registrazione del marchio denominativo è la prima cosa da fare. E si tratta, nello specifico, di un’operazione che una società lungimirante che nasce effettua già subito. Ovverosia appena dopo la sua costituzione.
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Registrazione marchio denominativo, è solo il primo passo per la protezione della proprietà industriale
Registrare il marchio di tipo denominativo, pur tuttavia, è solo il primo passo per la protezione della proprietà intellettuale. E della proprietà industriale di un’impresa. E questo perché è vero che da un lato il marchio denominativo registrato protegge da sfruttamenti abusivi del nome dell’impresa per qualsiasi finalità. Ma dall’altro lato possono verificarsi spesso degli spiacevoli inconvenienti.
Per esempio, il brand che coincide con il marchio denominativo registrato è vero che è protetto. Ma lo stesso non vale nel caso in cui al marchio siano associati anche degli elementi figurativi. Se il brand di un’azienda ha dei colori, delle caratteristiche e delle forme o scritte stilizzate, infatti, queste a loro volta devono essere protette il più presto possibile.
E questo sempre attraverso la registrazione dei marchi. Altrimenti un’azienda potrebbe creare un proprio logo, giusto per fare un esempio, utilizzando il proprio nome. Ma sfruttando, per forma e per colore, il logo con i colori giallo e blu dell’Ikea.
L’importanza del marchio figurativo contenente elementi denominativi
L’aspetto negativo principale, che è strettamente legato alla registrazione di un marchio denominativo, è quello per cui questo non va comunque a proteggere eventuali elementi stilistici del proprio brand. Ragion per cui, nella maggioranza dei casi, oltre alla registrazione del marchio denominativo bisogna pure depositare un’altra domanda di registrazione marchio. Ovverosia quella che permette di registrare un marchio figurativo contenente gli elementi denominativi.
Per esempio, quello della Coca-Cola è un marchio denominativo registrato, ma lo è pure il marchio figurativo contenente elementi denominativi che è presente nelle lattine. Ovverosia la scritta Coca-Cola stilizzata di colore bianco su sfondo di colore rosso.
Quella relativa alla registrazione del marchio figurativo, quindi, è sempre la carta da giocare. Ovverosia quando, nello specifico, il proprio brand è basato sul nome dell’azienda con associato un disegno oppure un logo. Ed anche in questo caso, il marchio figurativo da associare a quello denominativo può essere depositato e registrato. Ma senza subire il rigetto della domanda che è stata presentata, questo deve avere sempre un carattere fortemente distintivo.
Registrazione di un marchio denominativo, attenzione al carattere distintivo
Se da un lato il marchio denominativo registrato è solo il primo passo per la protezione della proprietà industriale, dall’altro è anche vero che, in linea con gli altri tipi di marchi registrabili, c’è da infatti rispettare un principio di base. Ovverosia quello per cui il marchio denominativo da registrare abbia un carattere distintivo.
Se questo principio di base non viene rispettato, la domanda di registrazione del marchio sarà rigettata. Per esempio, se una società di abbigliamento vuole registrare ‘le mie scarpe‘ come marchio denominativo di una propria linea di calzature, allora inesorabilmente andrà incontro al rigetto della domanda. In altre parole, anche per la registrazione di marchi denominativi, al fine di rispettare il requisito del carattere distintivo, è necessario far leva sempre sulla creatività e sull’originalità.
Cosa significa registrare e proteggere un marchio di tipo denominativo
Per semplificare, registrare un marchio denominativo significa andare a proteggere un nome o una parola. Se la domanda di registrazione del marchio denominativo sarà accettata e non rigettata, nessuno in maniera indebita potrà andare ad utilizzare non solo la stessa parola. Ma anche un nome simile anche se questo è magari stilizzato, ovverosia con una diversa forma, con un diverso stile o con un diverso colore.
E questo specie e soprattutto quanto un’altra azienda in maniera indebita punterebbe a sfruttare lo stesso brand per proporre servizi o prodotti affini, o addirittura identici a quelli dell’azienda che il marchio denominativo lo ha già depositato e registrato.
Come registrare online in sole 24h un marchio denominativo a livello nazionale o europeo
Per registrare velocemente un marchio denominativo a livello nazionale ed anche europeo, senza che ci siano intoppi e senza correre i rischi sopra indicati, che possono portare al rigetto della domanda, la soluzione c’è.
Ed è quella di affidarsi a Lumen.Farm, la piattaforma di marketing all-in-one che, infatti, permette di registrare comodamente online un marchio denominativo nazionale ed anche europeo con il supporto di un avvocato specializzato ed al costo, Iva esclusa, che è pari a soli 149 euro più le imposte di registrazione.
Perché sulla registrazione dei marchi la consulenza legale è fondamentale
Per la registrazione dei marchi, inclusi quelli denominativi, avvalersi della consulenza legale significa affidarsi ad avvocati specializzati con anni di esperienza alle spalle non solo per la presentazione corretta delle domande. Ma anche per elaborare prima e per pianificare poi, insieme al cliente, delle strategie.
Quelle che a loro volta sono finalizzate prima a tutelare e poi a valorizzare la proprietà intellettuale e industriale delle imprese operanti in qualsiasi settore economico. Il che, tra l’altro, protegge l’impresa dal rischio di contraffazione e dall’uso indebito di marchi che sono stati già depositati e registrati.
Il marchio registrato, protetto e tutelato, infatti, garantisce di poter massimizzare gli investimenti in creatività ed in innovazione senza correre rischi e brutte sorprese. E questo può valere non solo per le piccole, per le medie e per le grandi imprese. Ma anche per le start-up, per gli atenei e fino ad arrivare ai centri di ricerca ed ai consulenti aziendali. Perché il rischio di concorrenza sleale e di usurpazione che è legata proprio allo sfruttamento indebito dei marchi è purtroppo spesso sempre dietro l’angolo.